Mar Rosso, attacchi alla Duilio: l’Italia alza l’allerta. «Aumento costante di pericolosità» I media arabi: «Hamas torna a trattare»

diRinaldo Frignani 

Probabile un'escalation di lanci di droni da parte delle milizie Houthi contro le unità militari europee. Il ministro della Difesa Guido Crosetto: «Ma non si usi solo un approccio militare» 

La nave della Marina italiana Caio Duilio (Epa)

Il cacciatorpediniere italiano Caio Duilio impegnato nel mar Rosso 

L’ultimo attacco degli Houthi al cacciatorpediniere Caio Duilo è stato lanciato dalla costa sullo stretto di Bad el-Mandab. La «porta del lamento funebre» fra il Mar Rosso meridionale e il Golfo di Aden. 

Due droni, probabilmente di fabbricazione iraniana, hanno puntato di notte con rotte differenti sulla nave militare impegnata nella missione europea Aspides distante una ventina di chilometri in linea d’aria ma sono stati abbattuti, come quello del 2 marzo scorso, dai sistemi di difesa dell’unità della Marina militare. Nessun danno per la Caio Duilio che incassa i complimenti del ministro degli Esteri Antonio Tajani — «La Marina garantisce la libera navigazione e protegge i nostri mercantili» — e rimarrà in zona fino a giugno per proteggere il traffico mercantile diretto nel mar Mediterraneo e nell’Oceano Indiano ma anche per scongiurare qualsiasi minaccia a se stessa.

Il cambio di strategia 

La missione italiana nel mar Rosso non cambia le sue regole d’ingaggio, che sono quelle decise a livello europeo, ma si appresta ad alzare ancora di più il livello di guardia, che è già alto: ci sono segnali di una probabile escalation di attacchi da parte dei ribelli yemeniti che, proprio per la presenza delle navi da guerra occidentali, hanno maggiori difficoltà nel colpire i mercantili e i porta-container grazie all’ombrello anti-missile e anti-drone anche della Caio Duilio. 

Per questo aumenta il lancio di ordigni comandati a distanza. Potrebbero anche cambiare strategia e anche per questo l’allerta resta massima. La conferma arriva proprio dalle parole del ministro della Difesa Guido Crosetto per il quale «si è passati dagli attacchi alle navi mercantili a quelli alle navi militari di scorta, con un’evoluzione continua nelle modalità di attacco. L’intensità e la pericolosità delle azioni degli Houthi — avverte — sta aumentando di settimana in settimana». 

La replica degli Houthi

Ma è lo stesso portavoce della presidenza della Repubblica di Sanaa Abdennaser Mahamed a sottolineare come l’abbattimento di altri due droni «costituisce una nuova conferma che l’Italia si è voluta schierare a fianco dei nostri nemici e a difesa di Israele, anche se per il momento non è un nostro obiettivo diretto: i target sono impedire alle navi israeliane di dirigersi verso la Palestina occupata e colpire le navi americane e britanniche». La cronaca propone scenari tuttavia differenti. E le informazioni della Caio Duilio (unità che ha solo scopi difensivi) comprendono la posizione di chi lancia e manovra i droni che viene comunicata agli alleati non impegnati nella missione Aspides, come gli Usa, che potrebbero invece usarle.

«Navi russe e cinesi sono al sicuro»

«Ma — sottolinea ancora Crosetto — non basta l’approccio militare, bisogna affiancare trattative politiche e diplomatiche per far cessare questi attacchi che non incidono, come vorrebbero gli Houthi, sulla guerra a Gaza, ma solo sull’economia italiana o dell’Europa». Anche perché, rivela ancora il ministro «c’è una concorrenza sleale fra le compagnie: quelle cinesi o russe non vengono colpite. Saranno più sicure e avranno meno costi assicurativi. È una guerra ibrida a tutto il sistema economico occidentale a favore di un sistema economico alternativo».

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13 marzo 2024

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