Cos’è il Def, perché è importante, e cosa vuole fare il governo: punto per punto
di Gianluca Mercuri
Via libera, tra le polemiche, al Def, il documento di Economia e Finanza in cui si traccia la rotta da seguire per i conti pubblici del Paese. Il Consiglio dei ministri ha varato un documento in cui sono indicate le cifre tendenziali senza gli obiettivi programmatici. Un «Def light», così è stato ribattezzato dalla stampa, in cui mancano i numeri utili a valutare l’impatto delle misure varate fin qui dal governo. Come ricordava Federico Fubini sul Corriere della sera è «la prima volta che un governo non dimissionario rinuncia a dare indicazioni in aprile sulla direzione che intende dare alla politica economica».
di Gianluca Mercuri
Quali numeri ha quindi presentato l’esecutivo? Il Pil del 2024 è stato fissato al +1%. Nella Nadef il Pil programmatico per quest’anno era invece stato fissato a +1,2%. La crescita sarà poi del 1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027. Il debito si attesterà invece al 137,8% quest'anno, per poi aumentare al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026. Il debito inverte la rotta rispetto al sentiero di discesa indicato nella Nadef, anche alla luce del dato del 2023 chiuso, in base ai dati Istat con un calo deciso, al 137,3% del Pil. Nel quadro programmatico indicato nella Nadef in autunno, il debito calava progressivamente dal 140,1% del 2024 al 139,9% del 2025, fino al 139,6% del 2026.
Dice il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa al termine del Cdm: «Le nostre previsioni per la crescita economica sono viste al ribasso rispetto alla Nadef. Le previsioni di tipo macroeconomico sono complicate da fare in un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato». Sul taglio del cuneo fiscale spiega che «quello della decontribuzione che scade nel 2024 è un obiettivo che intendiamo assolutamente replicare nel 2025» e ha ricordato l’effetto «devastante» del Superbonus sui conto pubblici.
di Monica Guerzoni
Resta poi la questione delle nuove regole Ue di rendicontazione contabile. Le regole di governance in via di approvazione introducono infatti un nuovo strumento di programmazione, il Piano fiscale-strutturale di medio termine. Per il quadro programmatico si aspetterà settembre. Il Def che il governo ha appena approvato «tiene conto delle nuove regole europee» di cui mancano ancora le disposizioni attuative. Il quadro programmatico sarà contenuto nel nuovo Piano la cui scadenza è prevista per il 20 settembre ma «nostro obiettivo è presentarlo anche prima», aggiunge Giorgetti, nella conferenza stampa dopo il Cdm. Dal governo fanno sapere che il concordato con l’Ue eviterà le incertezze sui mercati.
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