Meloni difende Piantedosi sul caso Bari: “Accuse vergognose, ha agito correttamente”
Giorgia Meloni difende il suo ministro Matteo Piantedosi sul caso Bari e l’ispezione disposta dal ministero degli Interni. "Penso che le accuse rivolte a Piantedosi siano francamente vergognose. Penso che il ministro abbia agito correttamente. L'accesso ispettivo che è stato disposto dal ministero dell'Interno non è pregiudizialmente finalizzato allo scioglimento: è una verifica che va fatta. Ed è esattamente la stessa misura che sarebbe stata utilizzata nei confronti di qualsiasi altro comune", dice la premier da Campobasso per la firma con la Regione dell'Accordo sui fondi di coesione e sviluppo.
"Le accuse di utilizzare politicamente queste misure le reinvio al mittente – continua Meloni – Noi non abbiamo fatto nessuna forzatura. Avremmo fatto una forzatura se non avessimo disposto un accesso ispettivo che sarebbe stato disposto nella stessa condizione per qualsiasi altro comune italiano".
La difesa di Meloni arriva mentre al Comune di Bari, questa mattina, è arrivata la commissione di accesso nominata dal Viminale che dovrà valutare eventuali infiltrazioni mafiose all'interno dell'amministrazione. La commissione è composta da Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza; Antonio Giannelli, viceprefetto; Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di finanza. Sono stati ricevuti dal segretario generale, l’avvocato Dino Susca, che è la figura istituzionale referente per le attività di accesso. E hanno poi incontrato il sindaco, Antonio Decaro.
Intanto, dopo la manifestazione di sabato a Bari contro la mafia e in sostegno del sindaco Antonio Decaro è scoppiata una nuova polemica per una frase del governatore Michele Emiliano (“Quando ero sindaco di Bari, minacciarono l’assessore Decaro e lo ‘affidai’ alla sorella del boss”). Un aneddoto che ha fatto discutere, raccontato dal presidente della Regione Puglia al corteo che ha poi precisato: “La mia frase è stata fraintesa, ho fatto condannare quel boss”.