Maxi operazione nell’elettrico: Enel vende la rete di distribuzione di Milano e Brescia ad A2a
di Fausta Chiesa
Risultati in crescita per Enel, che ha chiuso il 2023 con aumenti a doppia cifra dell’utile netto e del margine operativo lordo ordinari rispettivamente a 6,5 miliardi (+20,7%) e 21,9 miliardi (+11,6%). Ma è la generazione di cassa a fare il salto più grande, con un aumento del 63% grazie — riporta la nota sui risultati annunciati il 21 marzo — «alla disciplina finanziaria e al miglioramento della performance operativa del business», che hanno portato ad avere funds from operations pari a circa 14,8 miliardi, in aumento di circa 5,7 miliardi rispetto al 2022 e superiore di tre miliardi rispetto alle performance registrate storicamente. «Abbiamo raggiunto tutti i target relativi al 2023 che avevamo già rivisto al rialzo lo scorso novembre — ha commentato il ceo Flavio Cattaneo durante la conference call con gli analisti — . «Questi solidi risultati sono una chiara testimonianza dell’efficacia delle azioni messe in campo da parte del nuovo management nel corso del 2023, in linea con le nostre priorità strategiche di ottimizzazione del profilo rischio/rendimento, efficienza ed efficacia. Ci aspettiamo che la remunerazione degli azionisti per il 2024 possa crescere ancora».
E se il dividendo proposto per l’intero esercizio 2023 è pari a 0,43 euro per azione (+7,5% su anno), gli analisti hanno chiesto se la cessione per 1,2 miliardi di parte della rete di distribuzione di Milano e Brescia ad A2a, con il closing previsto a fine anno, possa creare le condizioni per una cedola extra. «Non credo che ora sia tempo di discuterne — ha risposto Cattaneo — posso dire che il valore di questo deal supporta tutto il total shareholder return. A fine anno faremo il punto e in base allo scenario valutaremo. Puntiamo a creare l’ambiente per un’evoluzione del dividendo, come promesso durante il capital markets day».
di Fausta Chiesa
E per quanto riguarda le reti, Cattaneo considera «premium» le infrastrutture al Sud rispetto a quelle del Nord dove è quasi impossibile ottenere nuovi incentivi, perché hanno bisogno di investimenti per fare un upgrade tecnologico e sono più remunerative Per quanto riguarda gli investimenti, nel 2023 ammontano a 12.714 milioni (-11,4% rispetto al 2022). La variazione, spiega la nota, è riconducibile al differente perimetro di consolidamento rispetto al 2022 nonché alla focalizzazione degli investimenti sullo sviluppo delle reti di distribuzione e della capacità rinnovabile, principalmente in Europa.
I ricavi scendono a 95,5 miliardi(-32%) per «i minori volumi di energia prodotti a causa del maggior ricorso alla generazione da fonte rinnovabile in un contesto caratterizzato da una maggiore stabilità del settore energetico e in un regime di prezzi medi di vendita decrescenti d al 2022».
L’indebitamento finanziario netto a fine 2023 è di 60.163 milioni, in calo dello 0,8% rispetto a un anno prima, ma il netto pro-forma che tiene conto anche delle operazioni di cessione di asset finalizzate successivamente al 31 dicembre 2023 e di quelle già annunciate e non ancora finalizzate, i cui effetti finanziari si produrranno solo a valle del completamento dei processi autorizzativi, si attesta a circa 53,5 miliardi. E sul fronte delle dismissioni, Cattaneo ha confermato che è in dirittura d’arrivo quella degli asset in Perù. Ieri Niagara Energy ha lanciato l’Opa sull’attività di generazioni, un passaggio previsto per finalizzarne la cessione annunciata il 22 novembre. La nota precisa che è stato raggiunto oltre il 90% del target di dismissioni definito a novembre.
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