Perché non possiamo non essere un poco filofrancesi

Caro Aldo,
più volte in passato le ho rivolto critiche di eccessiva francofilia, critiche ritenute non meritevoli di risposta. Riprovo ora con una provocazione: che ne pensa delle ripetute uscite di Macron sull’invio di truppe in Ucraina? Sono manifestazioni della «grandeur» o qualcosa di altro?
Luigi Di Lalla, Bari

Caro Luigi,
Approfitto biecamente della sua gentile lettera per chiarire un punto. Al Corriere riceviamo 500 mail al giorno, più decine di lettere cartacee e migliaia di messaggi social. Ogni giorno pubblichiamo una lettera con risposta, una lettera più lunga come storia, e circa cinque lettere senza risposta. Sono ovviamente molte di più quelle che non vengono pubblicate. Non si tratta di censura, ma di scelte. Tutte le lettere sono preziose, l’importante è che vengano da lettori, che raccontano una vicenda o pongono una questione; non da aspiranti editorialisti o collaboratori-ombra. Per venire al merito delle sue osservazioni, gentile signor Di Lalla, confesso di essere filofrancese; o forse è la maggioranza degli italiani a essere antifrancese. Da una parte, per i piemontesi la vera capitale è Parigi. Più in generale, senza la Francia non esisterebbe l’Italia: Magenta e Solferino sono vittorie di Napoleone III; dopo Caporetto la Francia ci diede una mano; il Duce la ripagò con la pugnalata alle spalle («i tedeschi sono padroni duri, ve ne accorgerete anche voi» disse l’ambasciatore di Parigi a Ciano). Mi rendo conto che per un neoborbonico che preferisce Franceschiello, o per un padano che preferisce Radetzky, aver contribuito a fare l’Italia sia un’aggravante. Noi italiani siamo convinti di essere disprezzati dai francesi, che invece amano molto il nostro Paese. Poi certo loro sono più nazionalisti di noi: sono uno Stato da più di mille anni; il fisco è altrettanto esoso, ma funziona meglio, così come la burocrazia e in genere lo Stato. Rispetto all’Italia, che ha una divisione marcata tra Nord e Sud, la dicotomia della Francia è tra la scintillante Parigi, che attira sempre più investimenti dall’estero, e la Francia profonda, che diventa sempre più povera. Nel 2022, a Parigi Macron ha battuto Marine Le Pen 85 a 15 (nel 2017 era finita 90 a 10). Nel resto del Paese se la giocano. Più in generale, la Francia è l’unico Paese dell’Unione europea ad avere la bomba atomica e un seggio permanente nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Dalla grande distribuzione alle telecomunicazioni, dalla moda alle auto, dalle assicurazioni alle banche, ha investito molto in Italia. Non sarà sempre simpatica; ma è nostro interesse avere buoni rapporti.

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LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Io consulente del risparmio: fate attenzione ai costi»

Da professionista nel settore del risparmio, ho letto con dispiacere la lettera del signor Polizzi (Corriere, 3 aprile). Da 10 anni ho lasciato il posto sicuro in banca. Ora sono consulente libero professionista e non sono più legato da logiche di budget di alcun tipo. Non nascondo due aspetti: la prima esperienza post banca è stata proprio con una «big» del risparmio gestito che però mi portava a proporre i prodotti di casa, a mio avviso troppo costosi e a discapito di prodotti più efficienti ed economici. Consapevole che a maggiori costi corrispondevano anche maggiori guadagni per me, dopo un anno ho preferito cambiare. Il secondo aspetto è che più di una volta io stesso mi sono considerato fortunato perché so destreggiarmi tra costi, rischi e rendimenti. Mi sono chiesto quanto facilmente avrei capito costi e caratteristiche dei prodotti finanziari, se il mio lavoro e la mia formazione fossero stati diversi. Non a caso, non mi vergogno di ammetterlo, ho già detto a mia moglie a chi fare gestire i nostri risparmi in caso di mia dipartita. Purtroppo seguire i propri risparmi è complesso, richiede impegno e tempo da dedicare. È quasi un lavoro. Mi permetto di dare alcuni consigli: sottoscrivere solo i prodotti che si riesce a capire, esigere sempre la trasparenza di tutti i costi (in percentuale ma anche in euro), sia prima di sottoscrivere, sia controllando ex post. Ci sono espliciti obblighi normativi a riguardo ed è l’unico modo per essere pienamente consapevoli, evitare sorprese e avere delle aspettative di rendimento adeguate. Inoltre non bisogna temere di negoziare le condizioni e si cerchi il confronto con più intermediari.
Alberto Zanivan, Milano

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI - IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI - L'OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI - L'INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L'AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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SABATO -L'ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA - LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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