Dall’arresto agli interrogatoriCosa sappiamo dei terroristi

di Marta Serafini

La provenienza dal Tagikistan, il giallo dell’uomo in ospedale. I filmati delle loro bodycam diffusi dopo 48 ore. Due su 11 degli arrestati accusati formalmente

Dall’arresto agli interrogatoriCosa sappiamo dei terroristi

Molti misteri e poche certezze, la maggior parte dei quali basati su filmati diffusi in rete a pi� di 48 ore dell’attacco al Crocus. Dopo i due comunicati di rivendicazione dell’Isis, nella tarda serata di sabato � stato postato su Amaq, canale media di Isis, un video di 1 minuto e 31 secondi che mostra i filmati delle bodycam degli attentatori. Sono immagini crude, che immortalano il gruppo in azione. Chi filma grida invoca Allah e inveisce contro gli infedeli. Si vedono gli attentatori sparare diverse raffiche di Ak-47, numerosi corpi inerti a terra e sullo sfondo un principio di incendio, con uno di loro che si accanisce un coltello contro il collo di una delle vittime stesa a terra presumibilmente gi� ferita.

Non � la prima volta che affiliati dell’Isis si filmano durante gli attacchi e che questo �materiale� viene diffuso dai canali di propaganda sia come prova della firma ma soprattutto per attirare nuove reclute. La domanda per� �: quando � stato inviato il video? Chi lo ha ricevuto e postato in rete? Sono interrogativi cui dovrebbe rispondere un’indagine ufficiale di cui per� al momento non si ha notizia, tanto pi� che il Cremlino non accusa direttamente il gruppo jihadista.

desc img
La prima immagine diffusa dal canale di Isis Amaq

Il secondo quesito riguarda le identit� degli attentatori. Tagiki, si � detto. Putin ieri si � parlato ieri al telefono con il presidente tagiko Emomali Rahmon e dal Cremlino hanno fatto sapere che �i servizi di sicurezza e le agenzie di Mosca e Dushanbe �stanno lavorando a stretto contatto per contrastare il terrorismo e che questo lavoro sar� intensificato�. Ma i nomi dei sospettati e le loro generalit� non sono stati diffusi ufficialmente. Unico dato comunicato dall’agenzia Ria Novosti (e confermato da un video) � che i sospettati sono stati portati bendati e legati �al quartier generale della commissione investigativa�. E che due sono stati accusati formalmente di terrorismo.

desc img
La fotografia di uno degli attentatori scattata il 7 marzo

A circolare in rete, oltre a due nomi, anche i filmati degli �interrogatori� in cui degli uomini che sembrano coincidere con quelli immortalati nella foto diffusa sui canali social dell’Isis subito dopo l’attacco spiegano come hanno agito e perch�. Alcuni di loro appaiono terrorizzati, sono in manette o in stato di costrizione mentre parlano. In un caso quello che sembra un militare russo stacca un orecchio all’arrestato e glielo infila in bocca. In un altro filmato uno degli uomini viene torturato con scariche elettriche ai testicoli. Spiegano di aver agito dopo essere stati reclutati su Telegram e dietro promessa di un pagamento di 5.000 euro. Uno di loro dice di aver ricevuto una prima tranche del pagamento sulla carta di credito ma di aver distrutto tutti i documenti compresa la carta. Un altro afferma di aver gettato le armi dall’auto diretta in Ucraina per la fuga, parole che sembrano confermare la teoria diffusa dal Cremlino secondo cui gli attentatori hanno legami con Kiev. Tuttavia, anche su questo punto non c’� alcuna prova ufficiale.

Putin, nel suo discorso alla nazione, sabato si � limitato a dire — senza mai nominare Isis — che tutti i responsabili sono stati arrestati e fonti delle Fsb parlano ai media russi di 11 uomini fermati. Anche qui i dubbi: nelle scorse ore sono circolate immagini di 3 uomini sotto interrogatorio. Il quarto uomo del commando veniva dato per morto e veniva mostrata una foto del suo cadavere con un occhio fuori dall’orbita. Nella serata di sabato in rete � apparso un altro video di un uomo con il volto tumefatto, seduto su un letto di ospedale che parla in quella tagika di fronte a uno smartphone con un interprete al fianco. Ma anche qui non c’� alcuna certezza che si tratti davvero di uno degli attentatori del Crocus.

Non chiaro nemmeno se gli attentatori abbiano preparato in qualche modo l’attacco. Secondo i media russi, uno di loro avrebbe visitato il Crocus il 7 marzo. A confermarlo un fotografo che ha lavorato al centro commerciale quel giorno per immortalare i visitatori. Ma possibile che 4 uomini inesperti e senza addestramento siano riusciti a condurre un attacco del genere? Novaya Gazeta Europe sottolinea che le Fsb, poche ore prima dell’attacco al Crocos abbiano annunciato di aver sventato un �attacco terroristico� non in Russia, ma nella regione occupata di Zaporizhzhia in Ucraina. Dall’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina, due anni fa, l’FSB afferma di aver impedito oltre 100 attacchi terroristici, 76 dei quali descritti come �sabotaggi istigati dai servizi di sicurezza ucraini�. I 300 attacchi terroristici che l’FSB afferma di aver sventato nel Caucaso settentrionale negli ultimi dieci anni ammontano a quasi l’intero totale delle attivit� antiterrorismo dell’FSB in questo periodo. Nel 2018 l’agenzia ha annunciato che era stata raggiunta la �completa eliminazione� della criminalit� clandestina russa. Il 7 marzo l’FSB ha riferito che nella regione di Kaluga i servizi speciali hanno liquidato una cellula dell’organizzazione �Wilayat Khorasan� – un ramo regionale dello Stato islamico in Afghanistan. I suoi membri avrebbero pianificato attacchi terroristici contro le sinagoghe di Mosca. Due settimane prima, l’FSB aveva organizzato raid coordinati in 22 regioni russe e arrestato 49 presunti membri di Katiba Tawhid wal-Jihad, un gruppo militante jihadista uzbeko-kirghiso con sede in Siria, che secondo loro raccoglievano fondi per i militanti in Siria. Nel 2023 il numero dei casi penali per attacchi terroristici � aumentato notevolmente. Solo nella prima met� dell’anno sono finiti in tribunale 38 casi, un numero superiore al totale del 2022. Tuttavia, la legislazione antiterrorismo in Russia viene spesso utilizzata per perseguire chiunque critichi il Cremlino, piuttosto che i militanti. Ad esempio, il 17 marzo un barista di Voronezh � stato accusato di incitamento al terrorismo per aver scritto i commenti �Morte a Putin� e �Uccidi Putin – salva il Paese� sul social network russo VK. Anche i suoi precedenti commenti sui canali filo-ucraini di Telegram, cos� come su Instagram e altri social network sono stati usati come prova della sua giustificazione al terrorismo. Nel primo anno e mezzo di guerra in Ucraina sono stati portati davanti ai tribunali russi pi� di 1.000 casi per incitamento, giustificazione, propaganda e finanziamento del terrorismo.

Mentre ancora si contano le vittime la propaganda in rete fa la sua corsa. In rete circolano immagini, teorie e complotti che puntano il dito a seconda della convenienza contro la Russia gli Usa, la Cia o l’Ucraina. Difficile ipotizzare che mai avremo risposte certe. O che mai le avranno i famigliari delle vittime.


Corriere della Sera � anche su Whatsapp. � sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

24 marzo 2024 (modifica il 24 marzo 2024 | 20:53)

- Leggi e commenta