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San Francisco «allontana» i senzatetto: il miracolo di Xi Jinping
Arriva Xi Jinping, spariscono gli accampamenti di homelessdal centro di San Francisco. Ironia, sarcasmo, o indignazione, abbondano sui media americani per l’improvviso �restyling� di una citt� che era sprofondata in una spirale di degrado. L’occasione � la conferenza internazionale dell’associazione Asia-Pacifico (Apec) che si � aperta sabato con la partecipazione di 21 leader, tra cui il presidente cinese che oggi ha un incontro bilaterale con Joe Biden. Tra i risvolti pi� amari di questa vicenda, c’� il fatto che una parte dei senzatetto di San Francisco sono tossicodipendenti che fanno uso di Fentanyl �made in China�, una droga micidiale che la Repubblica Popolare �riserva� solo al mercato di esportazione.
C’� un’altra ironia della storia che estraggo dai miei ricordi personali. Facevo il corrispondente a Pechino quando ci furono le Olimpiadi del 2008. Quell’evento per il regime era una vetrina, l’occasione di consacrare il nuovo status del Paese come superpotenza globale. La capitale cinese fu sottoposta a una �pulizia� onnicomprensiva: dall’abbattimento delle case fatiscenti rimaste nel centro storico, all’arresto preliminare dei dissidenti o di chiunque potesse potenzialmente turbare i Giochi. Sparirono dalle strade anche certe tipologie di immigrati dalle campagne (soprattutto se tibetani o uiguri), gli ambulanti, i poveri. Non che ce ne fossero molti in giro: accattonaggio e vagabondaggio non sono mai stati tollerati dalle autorit� cinesi, neanche in tempi normali. � singolare che 15 anni dopo un’operazione di pulizia un po’ simile avvenga in quella San Francisco che si considera la citt� d’America pi� progressista, libertaria, trasgressiva, attenta ai diritti umani.
I paradossi non si fermano qui. Dietro la nuova facciata splendente con cui San Francisco ha accolto il suo maggiore evento internazionale da quello del 1945 (la firma della Carta dell’Onu), sorgono domande imbarazzanti. A cominciare da questa: dove sono finiti i senzatetto, che da anni occupavano in permanenza i marciapiedi in molte vie del centro? La risposta � semplice e scomoda al tempo stesso. La polizia di San Francisco non ha certo usato i metodi di quella cinese per ripulire il centro cittadino; gli homeless in buona parte sono finiti nei centri di accoglienza e ospitalit� a loro riservati. S�, questo � uno dei retroscena del degrado di San Francisco, un �segreto� ben visibile alla luce del sole, noto alla popolazione locale: da anni questa citt� spende fondi smisurati per affrontare il dramma dei senzatetto, tra l’altro aprendo nuovi �shelter� o rifugi. Molti homeless non ci vogliono andare, per varie ragioni. Nel caso dei tossicodipendenti ad esempio, � pi� difficile comprare e vendere droghe in quei centri di accoglienza, dove c’� qualche tipo di sorveglianza. O magari i centri di ospitalit� sono distanti dal centro.
Inoltre possono imporre delle limitazioni di orario e delle regole di comportamento percepite come autoritarie. Bisogna essere consapevoli che tra le tante e variegate origini del fenomeno-homeless – povert�, malattie mentali, alcolismo, tossicodipendenza – da sempre vi � anche una quota di �sradicati per scelta di vita�, eredi di una romanticizzazione del nomadismo e della marginalit� che proprio a San Francisco mise radici con il movimento hippy degli anni Settanta. Il fatto che San Francisco si vanti di rispettare queste scelte di vita con la massima tolleranza ne ha fatto un polo di attrazione per clochard dal resto degli Stati Uniti. E pazienza se la stessa San Francisco con questa sua ideologia radicale � di fatto molto intollerante verso quei cittadini che chiedono il rispetto dei propri diritti: il dilagare dei furti, le aggressioni, gli atti osceni o il defecare in pubblico incidono sulla sicurezza della maggioranza.
Su alcolismo tossicodipendenze e malattie mentali interviene un altro tab�: l’impossibilit� di costringere a curarsi un malato che non vuole farlo. La California ha avuto la sua versione della �rivoluzione Basaglia�, la chiusura dei manicomi di una volta. Non ha saputo costruire soluzioni alternative. Inoltre si � irrigidita sul dogma ideologico per cui ogni individuo ha il sacrosanto diritto di autodistruggersi e la societ� non pu� esercitare alcun tipo di pressione su di lui. Tanto peggio per gli altri, se l’alcolismo o le droghe lo rendono aggressivo, capace di distruggere anche gli altri oltre a se stesso. Questo lassismo estremo verso il tossicodipendente finisce per forza con il dare un messaggio permissivo anche a spacciatori e trafficanti.
Di recente il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, pur venendo da quella tradizione della sinistra radicale e libertaria � riuscito a modificare la legge: ora in teoria � possibile ordinare il ricovero di un tossicodipendente. Ma la magistratura locale rimane di solito su posizioni molto pi� �garantiste� e boccia i ricoveri forzati.
La conferenza Apec, l’arrivo dei 21 leader stranieri, la presenza tra loro di Xi Jinping, nonch� i trentamila visitatori attirati da questo evento, hanno messo a nudo le contraddizioni. Si � scoperto che, volendo, anche le leggi locali consentono un approccio diverso. Dunque non � scontato che gli homeless siano i padroni di alcuni quartieri cittadini; che possano rifiutarsi di andare nei centri di accoglienza a loro riservati; che i loro diritti (o presunti diritti, come quello di uccidersi di overdose col Fentanyl sui marciapedi) prevalgono sui diritti di tutti gli altri. Una parte dei residenti di San Francisco cominciano a chiedersi perch� �l’eccezione Apec� non debba prolungarsi. Ne trarrebbero giovamento anche i presunti garantiti dello status quo attuale, cio� i senzatetto. Secondo l’autorit� sanitaria locale, dall’inizio del 2020 i morti per overdose in citt� hanno superato quota 2.600: pi� delle vittime di Covid, omicidi e incidenti stradali messi insieme.
I pi� ottimisti arrivano a immaginare che questo summit del 2023 possa esercitare lo stesso effetto che ebbe un’altra conferenza storica: l’Expo internazionale Panama-Pacifico del 1915, ospitata da San Francisco nove anni dopo il terremoto del 1906: fu il segnale di una rinascita. Per fare il bis, per�, la citt� dovr� liberarsi di alcune zavorre ideologiche. Non sembra disposta a farlo la sindaca London Breed: di fronte alle cifre inoppugnabili sul degrado cittadino – per esempio le chiusure e fallimenti di tanti negozi rovinati dalle razzie – lei preferisce accusare malelingue, media e social diffamatori. Sulla sua scrivania la sindaca tiene una targa con scritto �Cosa farebbe Beyonc�?�. Se � questa la sua dottrina, la rinascita non � ancora dietro l’angolo.
C’� un’altra ironia della storia che estraggo dai miei ricordi personali. Facevo il corrispondente a Pechino quando ci furono le Olimpiadi del 2008. Quell’evento per il regime era una vetrina, l’occasione di consacrare il nuovo status del Paese come superpotenza globale. La capitale cinese fu sottoposta a una �pulizia� onnicomprensiva: dall’abbattimento delle case fatiscenti rimaste nel centro storico, all’arresto preliminare dei dissidenti o di chiunque potesse potenzialmente turbare i Giochi. Sparirono dalle strade anche certe tipologie di immigrati dalle campagne (soprattutto se tibetani o uiguri), gli ambulanti, i poveri. Non che ce ne fossero molti in giro: accattonaggio e vagabondaggio non sono mai stati tollerati dalle autorit� cinesi, neanche in tempi normali. � singolare che 15 anni dopo un’operazione di pulizia un po’ simile avvenga in quella San Francisco che si considera la citt� d’America pi� progressista, libertaria, trasgressiva, attenta ai diritti umani.
I paradossi non si fermano qui. Dietro la nuova facciata splendente con cui San Francisco ha accolto il suo maggiore evento internazionale da quello del 1945 (la firma della Carta dell’Onu), sorgono domande imbarazzanti. A cominciare da questa: dove sono finiti i senzatetto, che da anni occupavano in permanenza i marciapiedi in molte vie del centro? La risposta � semplice e scomoda al tempo stesso. La polizia di San Francisco non ha certo usato i metodi di quella cinese per ripulire il centro cittadino; gli homeless in buona parte sono finiti nei centri di accoglienza e ospitalit� a loro riservati. S�, questo � uno dei retroscena del degrado di San Francisco, un �segreto� ben visibile alla luce del sole, noto alla popolazione locale: da anni questa citt� spende fondi smisurati per affrontare il dramma dei senzatetto, tra l’altro aprendo nuovi �shelter� o rifugi. Molti homeless non ci vogliono andare, per varie ragioni. Nel caso dei tossicodipendenti ad esempio, � pi� difficile comprare e vendere droghe in quei centri di accoglienza, dove c’� qualche tipo di sorveglianza. O magari i centri di ospitalit� sono distanti dal centro.
Inoltre possono imporre delle limitazioni di orario e delle regole di comportamento percepite come autoritarie. Bisogna essere consapevoli che tra le tante e variegate origini del fenomeno-homeless – povert�, malattie mentali, alcolismo, tossicodipendenza – da sempre vi � anche una quota di �sradicati per scelta di vita�, eredi di una romanticizzazione del nomadismo e della marginalit� che proprio a San Francisco mise radici con il movimento hippy degli anni Settanta. Il fatto che San Francisco si vanti di rispettare queste scelte di vita con la massima tolleranza ne ha fatto un polo di attrazione per clochard dal resto degli Stati Uniti. E pazienza se la stessa San Francisco con questa sua ideologia radicale � di fatto molto intollerante verso quei cittadini che chiedono il rispetto dei propri diritti: il dilagare dei furti, le aggressioni, gli atti osceni o il defecare in pubblico incidono sulla sicurezza della maggioranza.
Su alcolismo tossicodipendenze e malattie mentali interviene un altro tab�: l’impossibilit� di costringere a curarsi un malato che non vuole farlo. La California ha avuto la sua versione della �rivoluzione Basaglia�, la chiusura dei manicomi di una volta. Non ha saputo costruire soluzioni alternative. Inoltre si � irrigidita sul dogma ideologico per cui ogni individuo ha il sacrosanto diritto di autodistruggersi e la societ� non pu� esercitare alcun tipo di pressione su di lui. Tanto peggio per gli altri, se l’alcolismo o le droghe lo rendono aggressivo, capace di distruggere anche gli altri oltre a se stesso. Questo lassismo estremo verso il tossicodipendente finisce per forza con il dare un messaggio permissivo anche a spacciatori e trafficanti.
Di recente il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, pur venendo da quella tradizione della sinistra radicale e libertaria � riuscito a modificare la legge: ora in teoria � possibile ordinare il ricovero di un tossicodipendente. Ma la magistratura locale rimane di solito su posizioni molto pi� �garantiste� e boccia i ricoveri forzati.
La conferenza Apec, l’arrivo dei 21 leader stranieri, la presenza tra loro di Xi Jinping, nonch� i trentamila visitatori attirati da questo evento, hanno messo a nudo le contraddizioni. Si � scoperto che, volendo, anche le leggi locali consentono un approccio diverso. Dunque non � scontato che gli homeless siano i padroni di alcuni quartieri cittadini; che possano rifiutarsi di andare nei centri di accoglienza a loro riservati; che i loro diritti (o presunti diritti, come quello di uccidersi di overdose col Fentanyl sui marciapedi) prevalgono sui diritti di tutti gli altri. Una parte dei residenti di San Francisco cominciano a chiedersi perch� �l’eccezione Apec� non debba prolungarsi. Ne trarrebbero giovamento anche i presunti garantiti dello status quo attuale, cio� i senzatetto. Secondo l’autorit� sanitaria locale, dall’inizio del 2020 i morti per overdose in citt� hanno superato quota 2.600: pi� delle vittime di Covid, omicidi e incidenti stradali messi insieme.
I pi� ottimisti arrivano a immaginare che questo summit del 2023 possa esercitare lo stesso effetto che ebbe un’altra conferenza storica: l’Expo internazionale Panama-Pacifico del 1915, ospitata da San Francisco nove anni dopo il terremoto del 1906: fu il segnale di una rinascita. Per fare il bis, per�, la citt� dovr� liberarsi di alcune zavorre ideologiche. Non sembra disposta a farlo la sindaca London Breed: di fronte alle cifre inoppugnabili sul degrado cittadino – per esempio le chiusure e fallimenti di tanti negozi rovinati dalle razzie – lei preferisce accusare malelingue, media e social diffamatori. Sulla sua scrivania la sindaca tiene una targa con scritto �Cosa farebbe Beyonc�?�. Se � questa la sua dottrina, la rinascita non � ancora dietro l’angolo.