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Guerra a Gaza, il direttore della Cia vola a Parigi per riprendere i negoziati
William Burns passa da un �vulcano� all’altro. Pochi giorni fa era in Corno d’Africa per discutere in Somalia e Kenya delle nuove tensioni regionali. Ora lo attende, di nuovo, la crisi di Gaza e dunque sar� presto a Parigi per un incontro con le parti coinvolte. Sul tavolo tregua e ostaggi.
La missione affidata dalla Casa Bianca al direttore della Cia � un tentativo di riprendere un dialogo difficile. Secondo quanto anticipato Burns vedr� nella capitale francese il premier del Qatar, Mohammed Abdullah al Thani, il capo del Mossad David Barnea (forse al suo fianco anche quello dello Shin Bet Ronen Bar), il responsabile dell’intelligence egiziana Abbas Kamel. Ossia i protagonisti della diplomazia parallela, dove le spie devono usare conoscenza, esperienza e pragmatismo per trovare uno spiraglio.
Le delegazioni arabe faranno da portavoce per Hamas, con una catena di contatti che mette insieme la leadership in esilio ai dirigenti a Gaza, Yahya Sinwar e Mohammed Deif, due realt� distinte, con una maggiore influenza di chi sta nella Striscia. Il negoziato ruota attorno ad una proposta che prevede: cessate il fuoco prolungato (di almeno 60 giorni), rilascio dei circa 130 ostaggi ancora nelle mani dei palestinesi nella Striscia iniziando da donne e minori, per poi passare agli altri.
Le posizioni, al solito, sono ancora lontane. Il movimento di resistenza aveva formulato, nella scorsa settimana, un’idea diversa: fine del conflitto, garanzie internazionali e il rilascio di tutti i suoi prigionieri, inclusi i miliziani catturati dopo il 7 ottobre. Condizioni respinte dallo Stato ebraico tra polemiche, critiche israeliane verso il Qatar, sviluppi sanguinosi sul terreno. Con perdite pesanti nei ranghi dell’esercito e delle fazioni, accompagnate da sofferenze infinite per i civili. E in pi� i fronti correlati, dagli attacchi Houthi in Mar Rosso ai colpi contro le basi americane in Medio Oriente da parte di milizie filoiraniane.
Il nuovo coinvolgimento di Burns, che affianca l’attivit� del Dipartimento di Stato, � un segnale importante. Biden chiama il numero uno della Cia perch� conta sulle sue capacit� di mediatore, riduce i tempi rispetto ai negoziati tradizionali, fa valere il peso dell’agenzia in un teatro dove non tutto � dichiarato e ci sono molti angoli segreti. Non � detto, per�, tutto questo sia sufficiente in quanto i contendenti preferiscono la logica della forza.
La missione affidata dalla Casa Bianca al direttore della Cia � un tentativo di riprendere un dialogo difficile. Secondo quanto anticipato Burns vedr� nella capitale francese il premier del Qatar, Mohammed Abdullah al Thani, il capo del Mossad David Barnea (forse al suo fianco anche quello dello Shin Bet Ronen Bar), il responsabile dell’intelligence egiziana Abbas Kamel. Ossia i protagonisti della diplomazia parallela, dove le spie devono usare conoscenza, esperienza e pragmatismo per trovare uno spiraglio.
Le delegazioni arabe faranno da portavoce per Hamas, con una catena di contatti che mette insieme la leadership in esilio ai dirigenti a Gaza, Yahya Sinwar e Mohammed Deif, due realt� distinte, con una maggiore influenza di chi sta nella Striscia. Il negoziato ruota attorno ad una proposta che prevede: cessate il fuoco prolungato (di almeno 60 giorni), rilascio dei circa 130 ostaggi ancora nelle mani dei palestinesi nella Striscia iniziando da donne e minori, per poi passare agli altri.
Le posizioni, al solito, sono ancora lontane. Il movimento di resistenza aveva formulato, nella scorsa settimana, un’idea diversa: fine del conflitto, garanzie internazionali e il rilascio di tutti i suoi prigionieri, inclusi i miliziani catturati dopo il 7 ottobre. Condizioni respinte dallo Stato ebraico tra polemiche, critiche israeliane verso il Qatar, sviluppi sanguinosi sul terreno. Con perdite pesanti nei ranghi dell’esercito e delle fazioni, accompagnate da sofferenze infinite per i civili. E in pi� i fronti correlati, dagli attacchi Houthi in Mar Rosso ai colpi contro le basi americane in Medio Oriente da parte di milizie filoiraniane.
Il nuovo coinvolgimento di Burns, che affianca l’attivit� del Dipartimento di Stato, � un segnale importante. Biden chiama il numero uno della Cia perch� conta sulle sue capacit� di mediatore, riduce i tempi rispetto ai negoziati tradizionali, fa valere il peso dell’agenzia in un teatro dove non tutto � dichiarato e ci sono molti angoli segreti. Non � detto, per�, tutto questo sia sufficiente in quanto i contendenti preferiscono la logica della forza.