Il Regno Unito accusa la Russia di cyber spionaggio: “Dal 2015 interferiscono con la nostra democrazia”

LONDRA - “Abbiamo le prove che la Russia ha provato continuamente a interferire con la democrazia britannica dal 2015 a oggi, intercettando e hackerando politici, giornalisti e impiegati governativi britannici per anni, tramite i servizi segreti Fsb”, l’ex Kgb. A dirlo è il Foreign Office in una lunga nota, in cui si spiega come l’obiettivo di Mosca fosse quello di “ottenere documenti e informazioni riservate per interferire nella politica e nella democrazia del Regno Unito”. Londra ha convocato l’ambasciatore russo per chiedere spiegazioni e, contestualmente, ha approvato nuove sanzioni contro la Russia.

Secondo il ministero degli Esteri britannico, tuttavia, “gran parte di questi tentativi di Mosca sono falliti”, anche se risultano comunque compromesse un numero imprecisato di conversazioni private e siano stati confermati hackeraggi di documenti governativi. Uno di essi, per esempio, fu la bozza del (mai realizzatosi) accordo commerciale tra Regno Unito e Stati Uniti. Che a un certo punto, nel novembre 2019 e a poche settimane dalle elezioni che incoronarono Boris Johnson a primo ministro, finì nelle mani dell’allora leader laburista Jeremy Corbyn. Il quale, senza mai dichiararne chiaramente l’origine, rivelò al pubblico proprio quei documenti durante una conferenza stampa. File che, secondo il Foreign Office, sarebbero stati hackerati da gruppi legati all’Fsb.

Secondo un’inchiesta della National Crime Agency, il responsabile di questi attacchi cyber sarebbe l’unità “Centre 18”. Londra la considera parte integrante dei servizi segreti russi, insieme a un altro gruppo di nome “Star Blizzard”, detto anche “Callisto Group”, “Seaborgium” o “Coldriver”, direttamente gestito da agenti Fsb. Gli hacker avrebbero agito soprattutto attraverso attacchi cyber e operazioni di phishing, ossia spacciandosi per altri individui o organizzazioni e penetrando i computer tramite link fasulli.

Ma i russi non avrebbero provato a intercettare “solo” politici e giornalisti, bensì anche università, rappresenti della società civile e impiegati pubblici. Per esempio, continua il Foreign Office, nel 2018 l’Fsb avrebbe hackerato anche l'Institute for Statecraft, thinktank britannico in difesa della democrazia e contro la disinformazione online, nonché il fondatore dell’istituto Christopher Donnelly, “i cui account sono stati compromessi nel dicembre 2021”.

Dunque, il Regno Unito ha oggi approvato ulteriori sanzioni contro Ruslan Aleksandrovich Peretyatko e Andrey Stanislavovich Korinets alias Alexey Doguzhiev, entrambi membri dei servizi Fsb e del gruppo “Star Blizzard”. “I tentativi della Russia di interferire nella nostra democrazia e politica sono assolutamente inaccettabili”, dichiara il nuovo ministro degli Esteri ed ex primo ministro David Cameron, “tuttavia, nonostante i loro sforzi, hanno fallito. Continueremo a lavorare insieme ai nostri alleati per sventare gli attacchi cyber della Russia e denunciare i responsabili”.