I cittadini dei territori attraversati dalla linea ferroviaria Adriatica possono sperare di viaggiare alla stessa velocità delle altre regioni servite dalla rete dell’Alta velocità? La risposta dell’amministratore delegato di Rfi, Gianpiero Strisciuglio, apre uno scenario interpretato di speranza . «Stiamo studiando — ha detto Strisciuglio che ha incontrato la delegazione dell’associazione culturale pugliese L’isola che non c’è — le varie possibili alternative progettuali di una nuova linea ferroviaria. Una dichiarazione che non esclude alcuna possibilità; dunque, anche la realizzazione di una nuova linea Alta velocità dedicata».
Alta velocità sull’Adriatica, il piano del Mit: Rfi studia l’ipotesi di treni a 300 chilometri all’ora
di Michelangelo Borrillo
La palla alla politica
Sui tempi dei risultati dello studio — secondo quanto riferisce una nota dell’associazione — Strisciuglio ha aggiunto che «stiamo ancora lavorando ma nei prossimi giorni saremo in grado di comunicare quando sarà disponibile e potrà diventare oggetto delle valutazioni dei tanti soggetti coinvolti. Sui finanziamenti, invece, «sarà la politica a decidere, sulla base delle ipotesi che presenteremo», ha concluso Strisciuglio nell’incontro di Bari a cui hanno partecipato tra gli altri, l’arcivescovo emerito di Taranto, monsignor Filippo Santoro, la presidente di Anci Puglia, Fiorenza Pascazio, l’economista Gianfranco Viesti, l’assessore regionale ai Lavori pubblici della Regione Molise, Michele Marone, il presidente dell’Ordine Nazionale dei Medici, Filippo Anelli, e il presidente onorario dell’associazione, il giornalista Franco Giuliano.
Ferrovia Adriatica ad alta velocità, costerebbe 44 miliardi ma ne varrebbe 95 di Pil: tutti i numeri
di Michelangelo Borrillo
Il confronto costo-benefici
Che l’analisi di fattibilità di una linea ad Alta velocità sull’Adriatica fosse sul tavolo di Rfi era già stato anticipato dal Corriere nei mesi scorsi: il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo ha chiesto a Rete ferroviaria italiana in relazione a una nuova tratta ferroviaria Bologna-Ancona-Pescara-Foggia-Bari, arretrata rispetto a quella attuale che costeggia il mare e taglia in due le città sul litorale adriatico. L’analisi di fattibilità dovrà confrontare, in particolare, costi e velocità. Una linea ferroviaria ad Alta velocità da Bologna a Bari — come quella che ha cambiato la mobilità sul versante tirrenico — costerebbe tra i 40 e i 50 miliardi di euro. I treni potrebbero viaggiare fino a 300 chilometri orari e i tempi tra Sud e Nord si accorcerebbero sensibilmente. Insomma, si colmerebbe il divario che si è creato negli ultimi 20 anni tra l’Est e l’Ovest del Paese: basti pensare che oggi si impiega meno tempo a raggiungere Milano da Napoli (4 ore e 30 minuti) che da Pescara (4 ore e 44 minuti), nonostante quest’ultima distanza (521 chilometri) sia due terzi della prima (790 chilometri). L’alternativa — che poi è il progetto attuale — è la velocizzazione della linea esistente: costi pari a un decimo (5 miliardi da Bologna a Lecce) ma treni che potranno viaggiare fino a una velocità di 200 chilometri all’ora.
Le ricadute economiche
Arretrare la dorsale Adriatica ferroviaria per costruire una nuova linea ad Alta velocità, secondo uno studio di Confindustria Ancona, costerebbe circa 44 miliardi di euro. Ma se ne genererebbero 95 di Pil (oltre a notevoli benefici anche per turismo, industria, inquinamento e qualità della vita), con la creazione di 144 mila posti di lavoro stabili a tempo pieno suddivisi, in varia misura, in tutte le regioni italiane. In quelle coinvolte dai lavori (Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Molise, Puglia), invece, «il solo cantiere del progetto contribuirebbe a una crescita del Pil in media allo 0,6% su base annua», mentre a livello nazionale il contributo alla crescita si attesterebbe intorno allo 0,4%».
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14 dic 2023
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