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A Rafah sopravviviamo con i fagioli in scatola. Il piano di Netanyahu è solo uno: costringerci all’esilio
RAFAH — Ci siamo quasi. E infatti oggi, anche se esausti, siamo più sereni: abbiamo slittato la nostra partenza ancora di un giorno, ed è ora fissata a domani pomeriggio. Ma almeno il nostro accampamento è quasi pronto e ci siamo procurati praticamente tutto quel che ci serve per trasferirci nei pressi della spiaggia di Deir al Balah, in un terreno isolato dove ci trasferiremo in quaranta perché altre famiglie si sono unite a noi ingrandendo la nostra piccola comunità.