Suonare uno strumento musicale (meglio se il pianoforte) mantiene il cervello più giovane

di Ruggiero Corcella

Uno studio dell’’Universit� di Exeter su oltre mille persone dimostra come le attivit� musicali siano utili per conservare nel tempo una buona riserva cognitiva

Suonare uno strumento musicale (meglio se il pianoforte) o cantare mantiene il cervello più giovane

Getty Images

La musica fa bene al cervello. E questo, tutto sommato, si sapeva. L’ascolto di un brano del genere musicale preferito ha molteplici effetti positivi sul nostro organismo. La musicoterapia � ormai una consuetudine in molti contesti di cura. Non tutti per� suonano uno strumento musicale. Secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Geriatric Psychiatry da ricercatori dell’Universit� di Exeter, proprio l’attivit� musicale � associato a una migliore salute del cervello in et� avanzata.

Reclutate oltre mille persone

Gli scienziati che lavorano su PROTECT , uno studio online aperto a persone dai 40 anni in su, hanno esaminato i dati di pi� di mille adulti di et� superiore ai 40 anni per vedere l’effetto di suonare uno strumento musicale – o cantare in un coro – sulla salute del cervello . Oltre 25.000 persone hanno partecipato allo studio PROTECT, che dura da 10 anni. Il team ha esaminato l’esperienza musicale dei partecipanti e l’esposizione alla musica nel corso della vita, insieme ai risultati dei test cognitivi, per determinare se la musica aiuta a mantenere il cervello attivo in et� avanzata.

L’idea dello studio � venuta da Gaia Vetere, una studentessa italiana di medicina dell’Universit� di Exeter. Appassionata pianista, Gaia ha contattato il team di studio PROTECT. �Come pianista, ero interessata a ricercare l’impatto della musica e della cognizione. Essendo abbastanza nuovo nel mondo della ricerca e dell’editoria, questa � stata un’esperienza stimolante ma anche davvero arricchente�.

La letteratura scientifica

La letteratura ha identificato un’associazione positiva tra suonare uno strumento musicale e molteplici aspetti della cognizione, e una recente revisione sistematica e meta-analisi ha suggerito che suonare uno strumento musicale riduce il rischio di MCI (mild cognitive impairment, decadimento cognitivo lieve) e demenza. Un altro studio ha dimostrato che una formazione musicale formale pu� portare a una migliore memoria episodica e semantica in et� avanzata. Inoltre, un piccolo studio trasversale ha rilevato che i cantanti attivi di coro di et� superiore ai 60 anni ottengono risultati migliori in termini di flessibilit� verbale rispetto ai non cantanti.

Infine, sembra esserci una forte associazione tra abilit� musicale e memoria di lavoro . Infatti, uno studio che ha esplorato le basi della memoria musicale ha scoperto che i musicisti avevano una migliore memoria visuo-spaziale, musicale e verbale rispetto ai non musicisti. Inoltre, � stato suggerito che l’allenamento musicale abbia effetti benefici su molteplici aspetti specifici della memoria di lavoro. Una meta-analisi ha riscontrato anche prestazioni migliori nei compiti di memoria a lungo termine, a breve termine e di lavoro nei musicisti.

I risultati dello studio

I risultati mostrano che suonare uno strumento musicale, in particolare il pianoforte, � legato al miglioramento della memoria e alla capacit� di risolvere compiti complessi, noti come funzioni esecutive. Continuare a giocare in et� avanzata offre vantaggi ancora maggiori. �I dati ottenuti nello studio hanno notevoli ricadute su vari piani — commenta il professor MarcoTrabucchi, psico-geriatra del Gruppo di ricerca geriatrica Brescia —. Un effetto positivo si esplica a livello della salute pubblica; si inserisce quindi a pieno titolo tra gli impegni che la nostra societ� che invecchia deve osservare. Lo scopo � evitare il peso di un numero sempre pi� elevato di cittadini che, con il passare degli anni, vanno incontro ad una riduzione della loro autonomia, con il conseguente aumento del carico organizzativo ed economico per le comunit�, ma soprattutto di sofferenza per i singoli e per le loro famiglie�.

Anche il canto funziona

Il lavoro suggerisce anche che il canto sia legato anche a una migliore salute del cervello, sebbene ci� potrebbe anche essere dovuto ai fattori sociali legati all’appartenenza a un coro o a un gruppo. �Numerosi studi hanno esaminato l’effetto della musica sulla salute del cervello — ribadisce Anne Corbett, professoressa di Ricerca sulla demenza all’Universit� di Exeter —. Il nostro studio PROTECT ci ha dato un’opportunit� unica di esplorare la relazione tra prestazioni cognitive e musica in una grande coorte di anziani. Nel complesso, pensiamo che dedicarsi alla musica potrebbe essere un modo per sfruttare l’agilit� e la resilienza del cervello, note come riserva cognitiva�.

Uno stile di vita da incoraggiare

�Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per indagare su questa relazione — aggiunge la professoressa Corbett —, i nostri risultati indicano che la promozione dell’educazione musicale sarebbe una parte preziosa delle iniziative di salute pubblica per promuovere uno stile di vita che protegge la salute del cervello, cos� come incoraggiare gli anziani a tornare alla musica in et� avanzata. Questa � una prova considerevole del beneficio delle attivit� di gruppo musicale per le persone affette da demenza, e l’approccio potrebbe essere esteso come parte di un “pacchetto” per l’ invecchiamento sano per consentire agli anziani di ridurre in modo proattivo il rischio e promuovere la salute del cervello�.

Esercizio musicale �medicina� per tutti

Secondo il professor Trabucchi � facilitare la diffusione dell’esercizio musicale nella popolazione deve essere un obiettivo diffuso, organizzando adeguate occasioni sociali. In primis sarebbe opportuno convincere attraverso i media che la musica permette di evitare, o quantomeno di ridurre, il decadimento delle funzioni cognitive legate all’et�. Sul piano pratico � utile organizzare momenti di primo incontro con la musica da parte di persone anziane che non hanno mai avuto questa sensibilit�, ma anche stimolare il ricordo di attivit� musicali svolte in giovent�. I centri per anziani e ogni altro luogo di incontro dovrebbero sempre prevedere occasioni per attivit� musicali singole o corali�.

Non � mai troppo tardi per iniziare

�� opportuno associare la piacevolezza indotta dal suono di uno strumento, o della partecipazione a un coro, con la convinzione che cos� facendo si possono ridurre le ricadute negative del tempo sulla capacit� del cervello di garantire una vita attiva anche in et� molto avanzata (non � mai troppo tardi per iniziare a suonare uno strumento o a cantare in un coro!) — aggiunge l’esperto —La musica deve anche diventare un momento importante della giornata per il singolo cittadino, convinto della sua utilit� per conservare una buona memoria, una adeguata capacit� attentiva e per disporre autonomamente di progettualit�. Alcune persone preferiranno svolgere un’attivit� musicale da soli, altri in gruppo, assecondando le proprie preferenze; peraltro, la musica esercita sempre un’azione positiva sul piano soggettivo, per cui tendenzialmente la persona continua ad esercitarla�.

�Oggi si enfatizza l’importanza di mantenere attiva la propria vecchiaia e vengono suggeriti molti diversi interventi in questa direzione. La musica non � faticosa, non richiede regimi dietetici stringenti, � piacevole, anche perch� facilmente crea un’adesione di gruppo. � quindi in prima posizione tra le attivit� da proporre alle persone anziane per costruire una vita “buona”�, conclude il professor Trabucchi.


Corriere della Sera � anche su Whatsapp. � sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.

31 gennaio 2024 (modifica il 31 gennaio 2024 | 08:22)

- Leggi e commenta