La posta di Gramellini Formula dell’amore: 1 + 1 = 3 Se il “noi” evapora è già tardi per rimediare

Che fare quando l’amore per il compagno o la compagna della vita ci abbandona, lasciandoci addosso un senso di vuoto, ma anche il desiderio di riempire quel vuoto con nuove esperienze? Quando questo succede, è quasi sempre troppo tardi per rimediare. La formula dell’amore, ammesso che esista, è: 1+1=3. La fusione non annulla le individualità né si limita a sommarle, ma produce una terza entità: la coppia, il Noi. Quando il Noi evapora, i due Io si ritrovano soli, incapaci di comunicare tra loro. Spesso rimangono formalmente insieme per una serie di ragioni pratiche. I figli sono la più citata, talvolta a sproposito. Non me ne volere, Laura, ma i tuoi non sono più dei pargoletti. Escludo che la separazione dei genitori produrrebbe in loro «dolore e smarrimento», specie se tu riuscissi a spiegargliene bene i motivi come hai fatto in questa lettera. Trovo profondamente sbagliata l’idea per cui figli andrebbero sempre protetti da ogni forma di sofferenza e imperfezione esistenziale. Altrimenti, quando incontreranno comunque il dolore, non avranno maturato gli anticorpi per accettarlo.
Trovo altrettanto sbagliata la vocazione al martirio (o al quieto vivere) che ti induce a preferire un futuro placido, ma infelice, a uno più tumultuoso, ma vitale. Non vorrei passare per uno sfasciafamiglie: prima di rompere un sodalizio ventennale è giusto esperire tutte le soluzioni e i compromessi possibili. Ma se tra i due Io non c’è più comunicazione, bisogna avere il coraggio di prenderne atto. Le tue non sono “turbe” o capricci. Non c’è nemmeno un terzo incomodo, almeno per ora. Semplicemente la molla dell’amore si è rotta, a furia di scattare a vuoto. E si è rotta proprio adesso che magari tuo marito sarebbe disposto a farla funzionare.
Prendendo per buona la tua versione dei fatti, la vostra storia ha cominciato a finire molto presto, cioè fin da quando lui si è rifiutato di condividere il suo tempo con te, preferendo inseguire gli hobby individuali. Anche qui occorre una precisazione: è sano che in un matrimonio ciascuno mantenga dei propri spazi autonomi. Le coppie che fanno tutto, ma proprio tutto, insieme mi sono sempre sembrate un po’ noiose. Quello che conta è che a un certo punto della giornata e della settimana i partner si ritrovino su un terreno comune di complicità. La comunicazione avviene tra i corpi e tra le anime. Una coppia dove si fa sesso con regolarità e ci si parla di continuo, anche a costo di litigare, difficilmente entrerà in crisi. Voi ormai in crisi ci siete, o almeno ci sei tu, che è quanto basta perché la coppia non esista più. Per recuperarla servirebbe una consapevolezza del problema da parte di entrambi. Il famoso dialogo, appunto. Senza quello, è meglio lasciarsi finché ancora ci si vuole bene. Hai esordito dicendo di sentirti in trappola, ma a volte le trappole diventano trampolini.