Eminenza?
�Don Matteo. Anche mio padre, da quando sono diventato prete, mi ha sempre chiamato cos�.
Il cardinale Zuppi: «Anche per mio padre io ero don Matteo. Chi salva i migranti non va criminalizzato»
Il presidente della Cei: �Da adolescente adoravo le messe beat. Il presepe non si pu� imporre per legge, non deve diventare antipatico. Per l’Ucraina sono stato a Pechino, la Cina pu� giocare un ruolo decisivo�

Don Matteo Zuppi, qual � il suo primo ricordo?
�A quattro anni avevo inghiottito il pezzo seghettato di un interruttore. Ricordo l’angoscia di mio padre: temeva per la mia vita, e aspett� trepidante che lo espellessi. Lo port� sempre con s�, come l’ex voto di una grazia ricevuta�.
Chi era suo padre?
�Un giornalista. Direttore dell’edizione domenicale dell’Osservatore Romano, quella divulgativa: grandi fotografie, linguaggio semplice e diretto. Gliel’aveva affidata Montini, nel 1946. Pap� era del 1909, suo padre Raffaele del 1863: di cognome si chiamava Zuppa, poi cambiato in Zuppi. Generazioni antiche. I figli si picchiavano con la cinghia�.
Suo pap� la picchiava con la cinghia?
�Controvoglia, a malincuore. Lo sentiva come un dovere: per la mentalit� dell’epoca, non sarebbe stato un buon padre se non l’avesse fatto. In realt� era una persona buonissima. Noi figli eravamo cinque discoli: Giovanni, Cecilia, Luca, Marco. Io sono il quinto, poi arriv� un altro maschio, ma gli evangelisti erano finiti. Cos� fu chiamato Paolo�.
Sua madre Carla era la nipote del cardinale Carlo Confalonieri, vero?
�Era figlia di una sua sorella. Ma lo zio era l’opposto del nepotista: “Non voglio parenti in Vaticano” diceva. Quando andavamo a trovarlo ci inginocchiavamo a baciargli l’anello, gli davamo del lei. Era un brianzolo austero, severo. Il suo Papa era Pio XI, “chinati al bacio della sacra pantofola!”�.
Era un cattolicesimo conservatore.
�Tradizionale. Amava la Chiesa, la serviva, non se ne serviva. Oneri e non onori. Mio padre era parrocchiano di don Pirro Schiavizzi, l’ultimo parroco di Roma a predicare alla Curia romana, al tempo di Pio XI. Fu lui a mandarlo da don Giovanni Rossi, che era stato segretario del cardinal Ferrari, arcivescovo di Milano. Lo accompagn� ad Assisi quando fond� la Pro Civitate Christiana. Aveva frequentato gli scout, amico delle aquile randagie, l’unica forma di organizzazione giovanile alternativa al fascismo. Era il mondo da cui veniva don Minzoni, che i fascisti avevano bastonato a morte�.
Lei quando scopr� la vocazione?
�Verso i ventidue anni. Nel 1971 avevo incontrato la Comunit� di Sant’Egidio, il suo fondatore Andrea Riccardi. Amicizia, preghiera, poveri. Le borgate romane erano poverissime. La marrana di Primavalle, il cinodromo, il dilagare della droga: un pugno nello stomaco. Prima ero attratto dalle messe beat, comunitarie e affascinanti per un adolescente anni ’60: batteria, basso, chitarra. A Bologna ho scoperto che Luca Carboni ha cominciato cos�.
Com’� oggi la Chiesa?
�La Chiesa sta cambiando rapidamente. Carlin Petrini mi ha raccontato della Bra della sua giovinezza: ogni cento metri c’era un prete. � un mondo che sta finendo. I ragazzi arrivano fino alla cresima, poi non li vediamo pi�, e non c’� pi� davvero un prete “per chiacchierar”. Dobbiamo ritrovare i legami, i contatti umani, le relazioni. Dobbiamo unire umanesimo ed evangelizzazione�.
Pupi Avati dice che la Chiesa rischia di non sapere parlare del Vangelo, di ridursi a una Ong e i preti assistenti sociali.
�Il Vangelo non � un distillato di verit�. Il Vangelo � legato alla vita, all’umanit�, all’incontro. Non dobbiamo aver paura di contaminare la verit� con la vita, perch� nell’amore per il nostro prossimo troveremo la verit�, che � Ges�. La verit� si perde come il sapore del sale quando non si unisce alla vita. Negli occhi degli altri vedremo gli occhi di Dio. La Chiesa non potr� diventare una Ong perch� i poveri sono i nostri fratelli: li amo, non ci faccio mica “volontariato”! E l’amore della Chiesa � quello di Ges�: senza misura, per tutti. Fai il bene per Ges�, o per gli altri, o per te stesso? Lo faccio perch� scopro Ges�, scopro gli altri e scopro me stesso�.
La fede � in crisi.
�L’individualismo la svuota o la rende inutile, distante. Invece non troviamo noi stessi senza rispondere alla sete che abbiamo dentro. L’individuo trova s� stesso quando si apre al prossimo, non quando cancella la fragilit�, il limite, la morte. Non siamo un’isola, anche se super accessoriata! E poi la fede cristiana � fede, amore e anche per questo sacrificio, non un elisir di benessere. Coinvolge tutta la vita�.
Cosa intende?
�Noi non crediamo solo nell’immortalit� dell’anima; crediamo nella resurrezione dei corpi. Quando san Paolo parla agli ateniesi dell’immortalit� dell’anima, lo ascoltano con interesse; quando parla della resurrezione della carne, lo prendono in giro, se ne vanno, gli dicono: di questo ci racconterai un’altra volta. Anche l’uomo moderno fa cos�. Ma noi non siamo un accidente; noi siamo tutt’uno con il corpo. Come canta De Andr�? “Mi cercarono l’anima a forza di botte”. Non dobbiamo disincarnarci, ovattare il corpo come peccaminoso. Dobbiamo riconciliarci con noi stessi, capirne la grandezza e la bellezza�.
Un paragrafo del suo bellissimo libro, �Dio non ci lascia soli�, pubblicato da Piemme, si intitola: �Come immagino l’aldil�. Come immagina l’aldil�, don Matteo?
�Nell’aldil� saremo una cosa sola, senza perdere la nostra identit�. Non soltanto ritroveremo i nostri cari; non avremo pi� nemici, non avremo pi� estranei e noi non lo saremo pi�. Tutto diventer� luminoso e interessante. Non avremo pi� paura degli altri, vivremo senza diaframmi e senza possesso, perch� impareremo ad amare e a farci amare. Non sar� una beatitudine insipida o una grande entit� anonima; sar� pienezza d’amore. Per� possiamo iniziare gi� qui! La gioia che non finisce la capiamo gi� oggi�.
E l’inferno?
�Inferno � quando non credi all’amore, lo rovini, ti difendi, rimani a cercare la pagliuzza, ne fai un possesso quando � regalo, cerchi l’interesse quando � gratuito, ti difendi da chi ti ama. Il contrario non � la perfezione, che non esiste, ma la consapevolezza del male fatto. Nell’aldil� la consapevolezza ci far� male, ma ci porter� sempre alla misericordia�.
Un anno fa la Chiesa ha perso Papa Benedetto. Quanto era diverso da Francesco?
�Sono molto diversi gli stili. Ma questo � sempre successo: dopo Pio XII viene Papa Giovanni, e il partito romano reagisce male, lo trova un semplicione, privo di autorevolezza, senza neanche la fisionomia del Pontefice. Invece Giovanni sorprende tutti con la sua immediatezza, la sua affettivit�; non parla ex cathedra, parla di s�, e inventa il Concilio. Al Concilio Ratzinger c’era, ne fu tra i protagonisti, e anche se i suoi avversari l’hanno accusato di aver tradito lo spirito conciliare, lui l’ha trasmesso a Francesco, come un passaggio di testimone�.
Il papato di Ratzinger si � chiuso male.
�Non la leggo cos�. Certo furono mesi difficili, tra uno svolazzare di corvi. Ma Benedetto ci disse di rimetterci in viaggio, di avere fede, di unire verit� e amore per combattere la sporcizia e il relativismo. E Francesco si � messo in viaggio. Anche lui ha i suoi avversari che lo accusano di aver tradito�.
Chi sono?
�Alcuni avversari del Papa mi ricordano gli gnostici, che riducevano Dio a entit� e la fede a un salotto intelligente, senza esperienza umana. All’estremo opposto ci sono quelli convinti che la salvezza sia frutto solo delle nostre mani, come se la grazia non esistesse. In mezzo c’� il cristianesimo, la Chiesa che non contrappone mai la dimensione umana e quella spirituale�.
In cosa c’� continuit� tra Benedetto e Francesco?
�Nella missione, nella scelta di parlare con tutti, portare tutti a casa, credere che il Vangelo abbia tanto da dire all’uomo moderno. E se gli omosessuali dicono: la Chiesa non ci capisce, non ci vuole, ci giudica, il Papa risponde: siete tutti figli. � molto diverso, per�, dal dire: “Fate come vi pare”. Far sentire che ami, che sei prossimo, non vuol dire fai tutto bene o fai come ti pare, ma “sappi che questa � sempre casa tua”�.
Benedire le coppie omosessuali non significa benedire i peccatori, quindi il peccato?
�Il problema � pastorale. Certe cose le puoi dire dopo che hai fatto sentire di nuovo a casa. Cos� sar� possibile imparare le regole — bellissime — di una casa da cui ci si era allontanati, che si pensa non capisca e che non viene capita. La Chiesa non � fatta di angeli, di puri. Il mio predecessore, il cardinale Caffarra, era un sant’uomo, rigoroso, preoccupato che la gente non capisse con chiarezza il messaggio, e quindi voleva che il Papa dicesse come si fa, indicare le regole... La regola c’�, ma Papa Francesco si raccomanda di renderla efficace nella diversit� delle situazioni. La Chiesa comunica l’amore che spiega la regola e la rende viva e questo avviene ristabilendo un rapporto con tutti. Il mondo non � bianco e nero e richiede ascolto, discernimento, accoglienza. Qualcuno pu� pensare: cos� perdi la verit�.
Invece?
�Invece no, cos� la riscopri: vivendo, incontrando, parlando di Ges�. E scopri che il cristianesimo ha radici pi� profonde di quello che pensi. L’altra sera mi hanno invitato a una festa di Rifondazione, sono venuti in tanti a chiedermi una foto, “cos� poi la mando a mia mamma...”�.
I progressisti per� accusano il Papa di non aver fatto le riforme. Ad esempio, non ha consentito ai preti di sposarsi, o almeno agli sposati di fare i preti.
�I preti sposati li abbiamo gi�. Sono i cattolici orientali, in Romania, in Ucraina, anche qui nel nostro Paese: a Rossano in Calabria, a Piana degli Albanesi in Sicilia. Sulla questione dei “viri probati”, emersa durante il Sinodo sull’Amazzonia, il Papa ha ricordato che � lo Spirito ad agire, non la pressione dell’opinione pubblica. Tanta gente � pronta ad attaccarlo, ma cos� offende il dono pi� santo che c’�, la comunione. E la Chiesa non deve perdere mai la comunione�.
C’� un rischio di scisma? Dei progressisti o dei conservatori?
�Penso e spero di no. Il divisore, il diavolo, fa sempre il suo mestiere, e ci riesce ancora di pi� quando fa credere di difendere cos� il giusto. Non cadiamo nell’errore della polarizzazione. C’� grande impegno da parte di tutti per difendere la comunione attorno al Papa. Dopo il Concilio ci fu lo scisma di una fazione conservatrice, quella di Lefebvre. Addolor� molto Paolo VI. La comunione per� non � un regolamento di condominio; � ricordarsi che tutti serviamo l’unico maestro che ci ha affidato a una Madre che non dobbiamo mai offendere�.
Lei nel libro cita una profezia di Paolo VI: �Vivrete nel mondo nel momento delle pi� gigantesche trasformazioni della sua storia�. Direi che ci siamo.
�Paolo VI era un grande. I suoi ultimi discorsi sulla morte sono un testamento poetico e spirituale. Lo prendevano in giro per i suoi viaggi, dicevano che non stava mai a Roma. Fu il primo Papa ad andare a Gerusalemme, in Africa, in America, dove parl� all’Onu contro la guerra. Nelle Filippine cercarono di ammazzarlo�.
Bergoglio ha incaricato lei di fermare la guerra in Ucraina.
�Qualcosa si muove. Sono stato a Kiev e a Mosca. Sono stato a Washington e a Pechino. Sia i russi sia gli ucraini hanno riconosciuto il ruolo della Santa Sede. I nunzi nelle due capitali stanno facendo un lavoro egregio. Certo, vorremmo molti pi� risultati sul ritorno dei bambini. Non perderemo nessuna opportunit� per farlo. Non � possibile che oltre alle armi non ci sia altro per sconfiggere la guerra�.
Senza le armi dell’Occidente, l’Ucraina perde la guerra e Putin la vince.
�Dobbiamo uscire dalla logica della vittoria militare come unica possibilit� e del dialogo come resa. Non � ingenuo credere che le guerre trovano una pace giusta solo con il dialogo! La Santa Sede � per il coinvolgimento della comunit� internazionale, che � il terzo attore e che pu� e deve fare molto per trovare e garantire soluzioni adatte�.
Il modello � il Mozambico?
�Non c’� un modello. Serve una pace, se necessario creativa, come fu per il Mozambico dove furono coinvolti soggetti diversi. Ci sono diverse soluzioni. Per la Corea si individu� un parallelo come linea di separazione�.
Il Papa � stato accusato di equidistanza in Ucraina, e di essere schierato con i palestinesi a Gaza.
�Sull’Ucraina, il Papa ha sempre distinto con chiarezza tra aggressore e aggredito. Nella guerra di Gaza � vicino a entrambi i popoli. Ha condannato il crimine del 7 ottobre, come ha fatto con la guerra nella Striscia che ha gi� causato migliaia di morti innocenti. Francesco condanna Hamas e difende le vittime innocenti di Gaza. Cos’altro pu� fare il Papa?�.
E la Cina, dove lei � stato?
�La Cina � una grande e indispensabile risorsa. E pu� certamente aiutare a trovare la pace in Ucraina�.
Casarini vi ha imbrogliati?
�Casarini ha dato querela ai suoi accusatori. Vedremo come va a finire. Alcune diocesi hanno aiutato la sua Ong, in misura peraltro molto limitata in confronto al bilancio dell’associazione. Lui ha presentato tutti i rendiconti. Nel nostro mare affogano migliaia di donne e neonati, e il problema secondo lei � Casarini?�.
Casarini � l’uomo delle tute bianche, del G8 di Genova.
�Lui � cambiato, fa delle cose per la vita, perch� non dargli fiducia? Non per questo siamo ingenui�.
Dalle intercettazioni non sembra la meritasse.
�La querela che ha presentato � esattamente per questo. A me resta sempre da capire per quale motivo le intercettazioni sono pubblicate, e perch� quelle parti e non altre. La magistratura far� chiarezza. Alle diocesi coinvolte fanno fede gli impegni presi e rispettati�.
Resta il rischio che con i soldi delle donazioni le Ong alimentino il traffico di esseri umani.
�Se le Ong sono complici degli scafisti, allora lo sono tutti quelli che salvano i profughi in mare, a iniziare dalla Guardia Costiera che compie il 95 per cento dei salvataggi. Guai a criminalizzare l’umanitario! Se ci fossero responsabilit� o connivenze, � bene che siano condannate. Altrimenti cercherei e indicherei i veri scafisti, come ha sempre fatto il nostro giornale, Avvenire, con grande coraggio�.
Sui migranti il Papa non ha perso la sintonia con l’opinione pubblica?
�I cristiani — ma direi tutte le persone — devono fare il possibile per salvare le vite umane. Un solo morto in mare � una sconfitta per tutti. Che prezzo ha? Poi piangiamo come per Aylan e non facciamo nulla? Francesco non ha mai detto: dovete accogliere tutti. Ha detto: gestite il fenomeno, ma non nei lager, come in Libia, o neanche in centri di raccolta dove restano anni senza fare nulla. Il fenomeno va gestito aiutando sia a partire con i corridoi umanitari, sia a restare: motivo per cui la Chiesa italiana investe 80 milioni l’anno per progetti di sviluppo in Africa�.
Che Natale sar�?
�Un Natale vero. Capiamo di pi� l’importanza della luce quando siamo nell’oscurit�. Siamo confrontati con tanta disumanit�, violenza, con la forza del male che sgomenta. Questi non sono fuori di noi e fuori del mondo, ma dentro. Ecco perch� � grande il Natale: Dio viene a lottare contro la morte regalando se stesso, facendosi solo amore�.
Nel suo libro lei racconta del ragazzo di Haiti che dopo il disastroso terremoto le chiede come Dio abbia potuto permetterlo. Lei cosa ha risposto?
�Che Dio soffre con loro, con noi. Noi cristiani siamo un po’ viziati nella relazione con Dio. Gli ebrei non osano pronunciarne il nome, i musulmani sono sottomessi. Noi abbiamo Ges�, che fa e ci chiede di fare come Lui, perch� cos� troviamo noi stessi: imparando l’arte di amare, quella che ci rende uomini e figli di Dio come siamo. Occhio, sempre peccatori. Tutti. Ma amati�.
Ma il presepe si pu� imporre per legge?
�Non vorrei che il presepe, che � bellissimo e umanissimo cos� com’�, pieno di umano e divino e che � gi� per tutti, diventasse antipatico e divisivo. A volte con la giusta preoccupazione dell’accoglienza pensiamo che questa significhi nascondere la storia, i tratti della nostra casa. No. Accoglienza � vivere l’umanesimo della nostra casa, che tanto � frutto proprio di quel mistero di amore che � Cristo. L’umanissimo Dio che ci rende umani�.
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24 dicembre 2023 (modifica il 24 dicembre 2023 | 07:11)
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