Il cervello di Henry Kissinger

Henry Kissinger, due volte segretario di Stato Usa e premio Nobel per la pace, � morto il 29 novembre 2023, all’et� di 100 anni. La sua � stata una delle menti pi� brillanti del secolo scorso. Ripubblichiamo — con minime variazioni — l’articolo apparso sul Corriere a maggio, che indagava su come il suo cervello avesse potuto rimanere cos� lucido, cos� a lungo.

Alla soglia dei 100 anni (la data esatta � quella del 27 maggio 2023), pochi mesi fa, Henry Kissinger ha ammonito il mondo sui pericoli dell’intelligenza artificiale e di ChatGPT dalle pagine del Wall Street Journal.

La sua, di intelligenza, non temeva certo il confronto: lucida, brillante, visionaria, con lo sguardo sempre puntato sul presente ma ancor pi� sul futuro.

Tutti vorremmo tagliare il traguardo del secolo con un cervello in forma come il suo o come quello del critico d’arte, pittore e filosofo Gillo Dorfles, che ha esposto alla Triennale di Milano i suoi disegni a 106 anni, o dell’architetto brasiliano Oscar Niemeyer, che a 103 anni ha inaugurato l’Auditorium che porta il suo nome a Ravello sulla costiera amalfitana.

Che cosa c’� dentro queste menti rimaste eccezionali fino a tarda, tardissima et�? Nulla di (troppo) diverso da quello che ognuno di noi ha nella scatola cranica stando a Giulio Maira, neurochirurgo dell’Humanitas University di Milano e presidente della Fondazione Atena Onlus per la ricerca nelle neuroscienze: Maira, uno dei maggiori conoscitori del cervello, spiega infatti che quest’organo ha �una capacit� straordinaria, la neuroplasticit�. Significa che lungo tutto l’arco della nostra vita continua a modificarsi, reinventarsi, imparare: � una capacit� massima nel bambino, ma non scompare mai. Il cervello alla nascita � come un bosco pieno di alberi spogli, che man mano si infittisce: con gli anni alcuni alberi muoiono, ma quelli che restano possono svilupparsi e dare sempre nuovi rami, foglie, fiori�.

Restando nella metafora vegetale, tutti temiamo che col tempo il �bosco� nella nostra testa si avvii inesorabilmente verso un inverno senza verde. � cos�, cervelli come quello di Kissinger sono solo rare eccezioni?
�Invecchiando il cervello perde cellule e sinapsi, i collegamenti fra le cellule; la trasmissione dei messaggi neuronali peggiora, ma grazie alla neuroplasticit� gli effetti possono essere compensati. Il declino cognitivo, quindi, non � un destino ineluttabile n� necessario, anzi si pu� contrastare�.

Qual � allora il segreto per un cervello che non invecchia?
�Occorre innanzitutto una buona genetica: il DNA non determina l’evoluzione del cervello ma se condiziona negativamente la nostra vita, perch� favorisce certe malattie o lo sviluppo di abitudini poco salutari, sar� difficile che il sistema nervoso possa invecchiare al meglio�.

Chi in famiglia ha casi di menti non proprio brillanti nella terza et� deve preoccuparsi?
�No perch� conta moltissimo la riserva cognitiva (la capacit� di compensare eventuali danni e/o cambiamenti cerebrali mantenendo una buona funzionalit�, in pratica la resilienza del cervello, ndr), che costruiamo attraverso la capacit� di creare lungo tutto l’arco dell’esistenza nuove connessioni cerebrali, nuove sinapsi, nuove reti di neuroni per realizzare il nostro patrimonio di conoscenze. Il cervello � come un muscolo, pi� si usa, meglio funziona: mantenerlo attivo tutti i giorni significa far s� che resti scattante, brillante. Anche da anziani�.

Qual � l’esercizio giusto per il cervello-muscolo?
�Pensare, l’attivit� cerebrale fondamentale: i pensieri viaggiano attraverso le connessioni fra neuroni, pi� esercitiamo il pensiero, pi� riusciamo ad apprendere nuove cose, sempre pi� velocemente�.

Non � mai troppo tardi per allenare il cervello?
�No perch� pu� sempre imparare, svilupparsi, imparare grazie alla neuroplasticit�. Per� deve emozionarsi: il cervello si annoia, dobbiamo farlo pensare a qualcosa che ci appassiona. Solo attraverso l’emozione quello che viviamo arriva nella nostra memoria, diventa insegnamento, fa realmente sviluppare le capacit� cognitive: ci� che contraddistingue l’uomo � l’aver superato l’istinto di mera sopravvivenza degli altri animali, noi ci emozioniamo perch� cerchiamo la qualit� nella vita, non solo la sopravvivenza. Per questo ci� che ci lascia passivi � inutile e non fa ‘crescere’ il cervello�.

Qualche esempio?
�A bambini e ragazzi andrebbero dati meno cellulari e tablet, pi� libri. Tanti poi non usano bene il cervello, lo danno per scontato, lo maltrattano con gli stili di vita scorretti: dalla dieta poco sana alla sedentariet�, dalla mancanza di sonno di qualit� al bere poca acqua. Prevenire il decadimento cognitivo con un sano stile di vita � un investimento personale, ma anche per la societ�: la scienza ci ha regalato la longevit�, che per� ha senso solo se arriviamo al traguardo con la mente ancora integra e per farlo � indispensabile non fumare, evitare le droghe, curare malattie che la minacciano come la pressione alta. Anche se poi tutti i grandi vecchi dovrebbero ringraziare la mamma�.

Ringraziare "la mamma" per i geni "buoni"? O per altro?
�Perch� la traiettoria del nostro cervello, quella che nella terza e quarta et� ci pu� portare ad avere una mente acuta o al contrario annebbiata, � un nastro che si srotola dal concepimento in poi: tutto quello che ci accade da quando siamo nella pancia della mamma in avanti ha un effetto sulle capacit� cognitive. � un grande viaggio durante il quale il cervello cambia, si sviluppa, affronta difficolt� che possono minarne l’integrit�: quello che saremo a novanta o cent’anni dipende da ci� che abbiamo vissuto e da come lo abbiamo vissuto, dall’equilibrio che abbiamo saputo trovare nelle avversit�. E s�, anche da come ci hanno accudito i genitori, perch� le relazioni con gli altri, fin dalla pi� tenera et�, sono un altro pilastro per il benessere del cervello�.

� vero che la solitudine �uccide� i neuroni?
�Nessun neurone serve a molto da solo, cos� come nessuno di noi pu� fare granch� senza gli altri. Le reti, le connessioni sono il vero segreto dell’essere umano: nel cervello, dove l’insieme delle connessioni fra cellule crea la coscienza, l’immaginazione, la creativit� che ci rende straordinari; come persone, perch� abbiamo bisogno degli altri per essere felici. Lo hanno detto filosofi come Aristotele, Umberto Eco, Zygmunt Bauman e lo ha provato la scienza: sono i rapporti sociali il segreto della felicit�, ma anche della capacit� del nostro "bosco" cerebrale di creare nuovi rami, svilupparsi e guadagnare in saggezza e visione ogni anno che passa. Qualcosa che peraltro l’intelligenza artificiale non pu� raggiungere: processa una mole enorme di dati, ma non ha la capacit� di interpretare i fenomeni come pu� invece fare un uomo saggio e anziano con l’esperienza di Kissinger�.