NEW YORK – Henry Kissinger, il regista dell’apertura degli Stati Uniti alla Cina che riport� il gigante asiatico nel consesso mondiale, il negoziatore dell’uscita dell’America dal Vietnam, il gestore della politica estera Usa negli anni pi� duri della Guerra Fredda, un personaggio osannato per i suoi successi ma anche detestato da alcuni perch� a volte ha sacrificato i valori democratici sull’altare della realpolitik, � morto ieri sera nella sua casa in Connecticut. Aveva compiuto 100 anni a maggio. � stato consigliere di 12 presidenti americani, da John Kennedy a Joe Biden.
È morto Henry Kissinger, aveva 100 anni. L’uomo che ha plasmato la politica Usa
Il diplomatico e statista � spirato nella sua casa in Connecticut. Regista dell’apertura degli Stati Uniti alla Cina riport� il gigante asiatico nel consesso mondiale. � stato consigliere di 12 presidenti

Un racconto della straordinaria influenza sulle vicende mondiali avuto da Heinz Alfred Kissinger, nato a Furth, in Baviera, nel 1923 e ribattezzato Henry dopo l’arrivo negli Stati Uniti, nel 1938, in fuga dalle persecuzioni antisemite del regime hitleriano, potrebbe partire proprio dalla sua missione segreta in Cina del 1971: la preparazione dell’apertura di Pechino al mondo che si materializzer� l’anno dopo con la storica visita del presidente Richard Nixon. Un evento che ha cambiato la storia con l’ascesa della Cina, la sua adozione di un modello economico capitalista, il progressivo ridimensionamento dell’Unione Sovietica fino alla sua implosione. Una svolta che ha anche consentito al mondo e alla stessa America di distogliere l’attenzione dalla disfatta Usa in Vietnam.
O si potrebbe partire proprio dalle interminabili trattative con gli emissari vietnamiti che gli valsero un discusso premio Nobel per la Pace ottenuto nel 1973, nonostante il conflitto fosse ancora in corso. O, ancora, si potrebbe partire dal paziente lavoro di ricucitura (soprannominato shuttle diplomacy) tra Israele e i suoi vicini dopo la guerra del Kippur (sempre del 1973) che sfocer� nel 1978 (col democratico Jimmy Carter presidente e Kissinger non pi� segretario di Stato ma sempre consigliere occulto) negli accordi di Camp David tra Egitto e Israele. Chi vede in lui non il diplomatico lungimirante, pragmatico e a volte spregiudicato nel perseguimento della sua realpolitik, ma l’anima nera di una politica estera condotta senza scrupoli dagli Stati Uniti in America Latina e nel Terzo Mondo, probabilmente partirebbe invece dal ruolo che Kissinger ha sicuramente avuto per defenestrare Allende in Cile e sostenere la dittatura militare di Pinochet, o dai bombardamenti in Cambogia o, ancora, dal peso della Cia nelle vicende sanguinose di vari Paesi dell’Africa subsahariana.
Quest’uomo che ha continuato ad apparire in pubblico fino a pochi giorni fa anche se sordo, cieco da un occhio, costretto quasi sempre su una sedia a rotelle, ha lavorato fino all’ultimo impegnato su due fronti: da un lato il lavoro di ricerca per cercare di capire come l’intelligenza artificiale cambier� gli equilibri internazionali e come evitare un conflitto mondiale innescato dalle tecnologie digitali; dall’altro le sue analisi sul conflitto ucraino con le quali ha mostrato la capacit�, anche da centenario, di innovare rispetto ai paradigmi della ricerca della stabilit� attraverso il riconoscimento delle zone di influenza ai quali si � ispirato fin dalla sua tesi sul Congresso di Vienna: quella con la quale consegu� il dottorato ad Harvard nel 1954. Proprio quella visione ispirata a una ricerca di un equilibrio tra potenze fatto di riconoscimento di interessi che vanno al di l� dei loro confini nazionali, aveva spinto Kissinger, all’inizio dell’invasione russa, a pensare a soluzioni basate su un’Ucraina neutrale come garanzia di sicurezza per Putin. Mese dopo mese, per�, Kissinger si � reso conto che quello schema di equilibrio tra le potenze non tiene pi� e ha cambiato rotta schierandosi a favore dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato.
Ma la vera ossessione di questo grande vecchio nei suoi ultimi anni di vita � stata il futuro del digitale nella politica e nella guerra. Nel 2021 ha pubblicato un libro (L’intelligenza artificiale e il nostro futuro, Mondadori in Italia) scritto con l’ex capo di Google Eric Schmidt. Fino all’ultimo ha cercato di capire se e come siano applicabili all’intelligenza artificiale i criteri e i controlli che hanno garantito il vero successo politico della nostra era: tre quarti di secolo senza uso di armi nucleari. Ma il digitale � diverso: il software non ha centrifughe da ispezionare. E sotto attacco pu� diventare necessario affidarsi alla capacit� di reazione istantanea della macchina se i tempi di revisione e analisi delle loro scelte fatte dall’occhio umano sono troppo lunghi. Kissinger ha studiato fino all’ultimo queste nuove asimmetrie.
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30 novembre 2023 (modifica il 30 novembre 2023 | 04:30)
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