Trattori ancora in piazza, ma il fronte si divide: “20mila al Circo Massimo”
ROMA - Con il blitz notturno di due giorni fa al presidio permanente dei trattori sulla Nomentana, il ministro Francesco Lollobrigida ha placato gli animi di alcuni coltivatori di Riscatto agricolo, la nuova generazione dei manifestanti, ma ha anche reso insanabili divisioni che già tormentavano le proteste. Il fronte è spaccato, nonostante abbia incassato una convocazione a Palazzo Chigi e la lettura di una nota dal palco di Sanremo, venerdì notte.
Una «pagliacciata», lo definiscono i “traditi” del Cra (Comitati Riuniti Agricoli), rimasti esclusi dall’incontro, che annunciano una risposta «eclatante»: alle 15 di giovedì, una ventina di trattori e ventimila persone si muoveranno da uno dei sei punti di raccolta alle porte di Roma, quello di Cecchina, raggiungendo il cuore della città a Circo Massimo. Le forze dell’ordine parlano di numeri più bassi – 10 trattori autorizzati e circa 5mila le persone attese – ma i comitati assicurano: «È solo l’inizio». «La strategia era di aspettare la settimana successiva, ma quelli di Riscatto agricolo hanno combinato un casino e ci hanno costretto a cambiare i piani» si giustifica Danilo Calvani, il 61enne ex leader dei Forconi che ora è una delle teste del Cra. «L’avremmo fatta anche mercoledì, ma gioca la Lazio» dice, ribadendo: «Non possono incontrare il ministro e parlare a nome di tutti se rappresentano solo l’1% dei manifestanti».
Ma l’improvvisata di Lollobrigida sembra aver causato spaccature anche all’interno di Riscatto Agricolo: «Tanti stanno contestando i vertici perché non erano stati avvisati della visita – dice Calvani - e ora vogliono passare dalla nostra parte». Al presidio in collina, il ministro era stato accolto con reazioni contrastanti. «Lo hanno fischiato al massimo 70 persone su oltre 400 – assicura Davide Corsi, agricoltore di Rieti, che gira l’Italia in trattore da 15 giorni –. In tantissimi gli siamo andati incontro per stringergli la mano».
Ma che qualcosa si sia rotto lo dimostra il fatto che nemmeno le numerosissime figure al vertice riescono a trovare una posizione univoca. «Sapevamo che non sarebbe stato possibile risolvere tutti i problemi in quattro ore, ma prendiamo quel che c’è di buono» dice uno dei leader, Elia Fornai, arrivato 15 giorni fa da Pisa. Altri lamentano: «Il ministro doveva arrivare con delle risposte, non fare un comizio. Abbiamo rispettato tutte le richieste, non abbiamo disturbato la città. In cambio solo parole vuote», dice Salvatore Frais, un altro dei portavoce. Per il momento, però, il presidio non sembra essere in discussione: «Non c’è scadenza. Rimaniamo qua finché non viene formalizzato il tavolo tecnico promesso dal governo», garantisce Fornai. Qualche trattore sarebbe andato via dopo l’incontro. Ma più che di dissidenti, spiegano, si tratterebbe «di persone che avevano bisogno di tornare a casa dopo settimane di protesta». I numeri per ora rimangono abbastanza stabili: ancora 200 trattori, più altri in arrivo per colmare le diserzioni. «Chi la pensa diversamente è libero di andarsene», attacca Fornai.
Il dubbio adesso è quanto aspettare. Perché mentre rimangono asserragliati sulla collina romana in attesa di una risposta del governo, i contadini di Riscatto agricolo rischiano di vedersi sottrarre la battaglia dagli irriducibili. Una loro adesione alla protesta di giovedì sembra improbabile, anche se un dialogo con i promotori è in corso. Ma l’apertura al governo potrebbe aver allontanato irrimediabilmente le fazioni. «Non ci occupiamo di politica, ma non chiediamo le dimissioni del ministro – dice Fornai -. La nostra protesta è pacifica». E quella del Cra non è detto che lo sia, nonostante Calvani assicuri: «Nessun disagio per i romani e rispetto delle regole». Anche perché alla lotta contro «il governo, Bruxelles, i sindacati», sarà presente anche l’ex leader romano di Forza Nuova, Giuliano Castellino, oggi a capo di ‘Italia Libera’. «Non posso impedirgli di partecipare – dice Calvani. Ma la questura mi ha detto di non preoccuparmi: penseranno loro a gestirlo. Con lui sono segnalate altre ‘teste calde’ del movimento».