Giorgetti: “Sul Patto di Stabilità un compromesso, se buono valuteremo nel tempo”

MILANO – “Non possiamo e non dobbiamo fare festa sul Patto di Stabilità”. E ancora: "E’ un compromesso, se un compromesso verso il basso o verso l'alto, io ho detto e ribadisco che le valutazioni le faremo tra qualche tempo". Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parlando alla commissione Bilancio della Camera sulla Manovra, dopo l’ok incassato prima di Natale al Senato. Proprio sugli effetti immediati del Patto di Stabilità sui conti italiani, Giorgetti ha escluso una manovra correttiva: "Quello che posso dire è che le previsioni" del governo con i documenti programmatici "sono coerenti con quello che è previsto dal nuovo Patto di Stabilità”. E dunque “non sono previste manovre aggiuntive".

La commissione che si è presentata al gran completo per la seduta sulla legge di Bilancio, dopo la magra figura a Montecitorio, con le presenze per il governo anche del viceministro Maurizio Leo e i sottosegretari Federico Freni e Lucia Albano.

Sul Patto di stabilità

Giorgetti ha parlato delle regole Ue sui bilanci rimarcando “l’allucinazione psichedelica nella quale abbiamo vissuto negli ultimi quattro anni” con la sospensione dei vincoli europei “pensando di poter fare debito e deficit”. Per Giorgetti “ci siamo assuefatti a questo Lsd che abbiamo preso per quattro anni e dobbiamo eliminare punto per punto queste misure che non ci possiamo permettere”.

Sul Superbonus

Tra le spese da tagliare, è chiaro che per Giorgetti il 110% per i lavori edilizi ha un posto speciale: “I dati degli ultimi mesi vanno peggio di quanto previsto dalla Nadef, in termini di uscite per le finanze pubbliche” Il Superbonus, ha ribadito, “è una norma fatta in un momento eccezionale, che ha effetti radioattivi e che non riusciamo a gestire”. E quindi ha aggiunto che, per quanto le camere siano “sovrane”, “da ministro dell’Economia so quali sono i limiti oltre i quali non possiamo andare, e li dirò al Consiglio dei ministri”, in riferimento alla riunione di domani dalla quale ampi pezzi di maggioranza – in particolare Forza Italia – si aspettano una proroga per i lavori dei condomìni.

Sul Mes

Sulla mancata ratifica del Mes da parte dell’Italia, Giorgetti ha spiegato di non aver mai preso un impegno per la sua approvazione in sede europea. Ma ha ricostruito anche di avere premuto perché si arrivasse a una votazione – dopo quattro rinvii – “per serietà”. E che alla fine l’esito è stato quello che aveva anticipato in sede europea, dove aveva avvertito che buone parti tra maggioranza e opposizioni avrebbe votato nel senso che poi si è rivelato la scelta del Parlamento: lo stop alle modifiche del Fondo salva-Stati. Giorgetti ha quindi aggiunto che il Mes non “è la causa né la soluzione di tutti i nostri mali”, che è piuttosto “il debito pubblico”. Quanto alle conseguenze, non ce ne saranno vista l’alta patrimonializzazione delle banche italiane.

Sulla Manovra

Giorgetti, che a differenza delle indicazioni della vigilia ha aperto alle risposte su questioni come Mes e Patto di Stabilità, aveva rapidamente aperto la sua relazione ricordando le ultime modifiche del Senato rimarcando che ha assunto "una serie di cambiamenti" che ha tenuto "conto del profilo di spendibilità" e che ha portato "un miglioramento di tutti i saldi di finanza pubblica".

Tra le risposte alle domande che gli sono state rivolte, Giorgetti ha spiegato che sul Ponte sullo stretto di Messina "non trovo scandaloso che le regioni interessate contribuiscano all'opera medesima", in riferimento alla rimodulazione del meccanismo di finanziamento dell’opera con il trasferimento di parte della copertura dal bilancio nazionale a quello del Fondo di sviluppo e coesione assegnato agli Enti locali.

Sull’impostazione generale, il ministro ha rivendicato lo "sforzo importante per restituire il reddito disponibile alle famiglie, in particolare a quelle con redditi medio-bassi. Rivendico al governo - ha ribadito - di aver fatto lo sforzo anche in extra deficit per i lavoratori dipendenti con reddito medio-bassi, così che possano spenderlo in modo vario, per loro scelta, e non disperdere importanti risorse indirizzate a bonus monodirezionali e non necessariamente a beneficio di chi ha redditi medio-bassi".