Decaro apre a Fitto commissario: «Con lui abbiamo sempre collaborato»
Il ministro scherza: «Mi sono messo a dieta». E dal Pd filtrano altri spiragli per lui
DALLA NOSTRA INVIATA
MANDURIA (TARANTO) - Appoggerebbe Raffele Fitto come commissario europeo? «Con Fitto, quando rappresentavo i Comuni, abbiamo spesso discusso, più privatamente che pubblicamente, ma abbiamo sempre trovato in questi anni le soluzioni ai dossier». Sarà stata la contaminazione del mondo ecumenico chiamato a raccolta da Bruno Vespa per il Forum in Masseria, ma l’ex sindaco di Bari e neo parlamentare europeo del Pd Antonio Decaro non ha chiuso la porta alla possibilità di appoggiare la candidatura del ministro per l’attuazione del Pnrr di Fratelli d’Italia ed ex presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, a commissario Ue. Certo, non è stato un assist spontaneo, ma indotto dalla domanda del Corriere.
E non c’è dubbio che contino i rapporti pregressi, anche personali, fra i due esponenti meno assertivi e più pragmatici della politica pugliese. Ma è lecito immaginare che, avvicinandoci alla fase cruciale per l’assetto del vertice della futura Europa, si stia aprendo una fase di dialogo tra maggioranza ed opposizione? Dal Partito democratico sembra aprirsi uno spiraglio. Quella di Decaro non sarebbe una posizione isolata o solo una forma di solidarietà fra conterranei. E questo perché, dicono dal Nazareno, tra i nomi circolati quello di Fitto non sarebbe il peggiore.
Se non proprio un appoggio dichiarato, almeno una timida apertura. Per ora lo stesso Fitto si schermisce. E alla domanda se sarà lui a ricoprire l’incarico «di peso» a Bruxelles in prima battuta si rifugia nell’ironia: «Mi sono messo a dieta». Poi prova a spersonalizzare, pur senza smentire l’ipotesi: a prescindere dal nome che alla fine verrà scelto, spiega, «l’Italia, anche in quanto Paese fondatore, nella prossima Commissione europea sarà inevitabilmente presente con un ruolo di rilievo».
Poi, c’è la partita parallela della presidenza. «Non possiamo discutere se votare o non votare» von der Leyen «sulla base di una prova di forza o di un racconto politico nazionale. Noi voteremo o non voteremo in funzione di quanto ascolteremo e di quello che sarà scritto nel programma. Se ci convincerà avremo un approccio di un tipo, altrimenti ne avremo un altro». Ma è possibile che la futura nascita del gruppo dei Patrioti spinga il gruppo dei Conservatori, libero delle frange più estremiste, ad appoggiare il bis di von der Leyen? «No — risponde Fitto — perché ogni delegazione nazionale deciderà in modo autonomo, non c’è un vincolo di gruppo. E poi vedremo la composizione di questo nuovo gruppo, ascolteremo cosa hanno da dire. Dare un giudizio preventivo mi sembra sbagliato».
Decaro interviene anche su questo punto, lasciando aperto un altro spiraglio: «Preferisco che non ci siano esponenti di Fratelli d’Italia nella maggioranza che voterà von der Leyen. Ma poi nel segreto dell’urna non so cosa può succedere». Prima di chiudere Forum in Masseria — la tre giorni di dibattiti organizzati da Bruno Vespa con Comin & Partners — Fitto minimizza infine gli scontri nella maggioranza: «Ma quali litigi? Ci sono solo approcci differenti su alcuni temi, sennò saremmo lo stesso partito».
La newsletter Diario Politico
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter "Diario Politico". E' dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.