Jasmine Paolini in semifinale a Wimbledon: «Una favola, ho giocato la partita perfetta, l'erba non mi piaceva»

diGaia Piccardi, inviata a Londra

Paolini ha battuto Emma Navarro, numero 17 del ranking: «Quando ero bambina guardavo alla tv le partite, sognando di calpestare questi campi»

L’esploratrice lega i ricci, scalda il braccio, parte alla conquista. È Jasmine Paolini da Castelnuovo di Garfagnana, cresciuta a Bagni di Lucca, 28 anni, la prima donna italiana, in semifinale sui prati di Wimbledon. «Sono talmente contenta che non mi vengono le parole. Quando ero bambina guardavo alla tv le partite, sognando di calpestare questi campi. E adesso che ci sono, mi sembra tutto una favola».

L’americana Emma Navarro, n. 17 del ranking, capace di battere Naomi Osaka e Coco Gauff, una delle giocatrici più in forma del momento, era considerata potenziale vincitrice di Wimbledon. Eppure ieri nei quarti Jasmine l’ha battuta in due rapidi set con una prestazione gigantesca. Veniva da tre sconfitte consecutive con l’avversaria. Come hai fatto Jas? «Ho controllato con il dritto, colpendo sempre la palla alta. Ho lottato su ogni punto. Ho commesso pochissimi errori. Insomma, ho giocato la partita perfetta».

Come se fosse facile guardare Wimbledon da bambina in tv («Non mi sono persa una finale del mio idolo Federer»), esordire sul mitico Centrale («L’anno scorso, contro Kvitova: è molto diverso da come sembra alla televisione, con Navarro era la seconda volta e ho cercato di godermela»), farsi piacere l’erba. C’è poco da fare: il tennis è sempre una questione di convinzione. «Sul verde non mi credevo forte — spiega Paolini —, il mio coach, Renzo Furlan, ha provato a convincermi che potesse essere una superficie adatta a me. Okay, gli rispondevo, ma senza crederci». Poi, a Eastbourne, Jas ha scoperto che su quel terreno morbido e vivo sapeva muoversi, la transizione dalla terra è stata più rapida del previsto, e ha cominciato a divertirsi.

È così che i 163 centimetri di Puffetta sono diventati il metro di misura di un’impresa di cui a Londra parlano tutti, in conferenza stampa i colleghi stranieri provano a capire perché the little italian è arrivata in finale a Parigi e in semifinale a Londra, dove domani troverà la croata Donna Vekic, coetanea, n.37 del ranking, già sconfitta due volte. 

Un’occasione, mentre nella parte alta del tabellone prova a farsi largo la regina in carica Elena Rybakina, da non farsi sfuggire. «Donna serve bene, dovrò rispondere e farla correre» dice l’azzurra proiettata verso il numero 5 della classifica mondiale. È uscita dal campo seria, ha incontrato Martina Navratilova, che le ha detto: se hai vinto, sorridi! E adesso Jas vorrebbe passare la notte a raccontare («I punti ottenuti nelle discese a rete sono una conseguenza del doppio: prima quando si trattava di fare una volée mi scottava la palla» ci tiene a sottolineare), invece coach Furlan la richiama all’ordine. A letto: riposare è fondamentale (vedi Sinner). Oggi tocca a Musetti, nei quarti con Fritz. Ancora Italia-Usa. La missione è non fa rimpiangere Jannik.

10 luglio 2024 ( modifica il 10 luglio 2024 | 06:49)

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