Perché Putin non ha ancora vinto
Caro Aldo,
credo che la strage di Crocus sia stata un duro colpo all’inizio del quinto mandato. Crede che Putin, dopo la tragedia di Mosca, arriverà a più miti consigli? Lei che ne pensa?
Domenico Mattia Testa
Sono anni che scrivete che Putin è debole, che prima o poi cederà. Ora, anche dopo la strage di Mosca, non mi sembra ammorbidito. Perché secondo lei Putin sarebbe indebolito?
Alessio Manca
Cari lettori,
È vero che molte valutazioni sulla debolezza di Putin erano sbagliate. Ci si illuse che le sanzioni avrebbero piegato la Russia; non è andata così. Il problema è che la Russia non è affatto isolata. È la fondatrice dell’associazione che tiene insieme il Brasile, l’India, la Cina, il Sud Africa, l’Egitto, in cui sono entrati ora gli arcinemici dell’Arabia Saudita e dell’Iran. Semmai è l’Europa che rischia di restare isolata, se si avverasse la disastrosa ipotesi di vittoria di Trump. Tuttavia, Putin è in difficoltà, e non solo perché non ha saputo garantire la sicurezza della sua capitale dagli attacchi del terrorismo islamico. È vero che le truppe russe stanno prevalendo sul campo, e la controffensiva ucraina è fallita. Tuttavia Putin ha mancato, almeno per ora, l’obiettivo iniziale: insediare un governo fantoccio a Kiev, e allontanare la Nato dalla Russia. A Kiev c’è ancora Zelensky; e la Nato ormai di fatto è in Ucraina. Resta da capire quale può essere il punto d’arrivo delle trattative. Lo schema su cui sta lavorando la diplomazia vaticana è chiaro: Putin si tiene i territori che ha occupato, il Donbass e la Crimea; quel che resta dell’Ucraina entra nell’Unione europea, con la garanzia che la Russia non muoverà altre guerre di aggressione, contro le Repubbliche baltiche o contro la Polonia. Ma il Putin incattivito da questi giorni è in grado di dare garanzie attendibili? E la via per ottenere queste garanzie è forse abbandonare l’Ucraina? O non è piuttosto sostenerla?
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Storia
«Mio figlio tossico, dateci i mezzi per trattare il disagio»
Dal primo aprile la Germania ha legalizzato l’uso della cannabis. Quale migliore occasione per riaprire l’argomento anche per l’Italia? I media non hanno certo perso l’occasione. Chi ad urlare: «Finalmente! La delinquenza organizzata perderà un’importante fonte di ricchezza; l’alcol è più pericoloso e provoca molti più danni dello spinello». Dall’altra parte: «Attenzione, la criminalità organizzata non si lascerà sfuggire un mercato redditizio, pensate ai minori che non avranno accesso al mercato libero. Le tasse renderanno il prodotto più caro, i consumatori continueranno a cercare il prodotto più a buon mercato dai criminali». Conviene però porsi anche questa domanda: «Ma perché ci sono sempre più persone, e giovani, che per affrontare la vita hanno bisogno di imbrogliare il cervello?». Sono padre di un tossico. E ho capito che la sostanza che si è portato via mio figlio non è il problema, ne è solo l’effetto. Il problema è il disagio che mio figlio non ha saputo affrontare se non imbrogliando il suo cervello con una sostanza. Per vincere questa sfida, una sfida che vale la vita di un figlio, dobbiamo saper lavorare su quel disagio. La mia esperienza mi ha insegnato che, purtroppo, noi genitori siamo da soli. Lo Stato non ha risorse, uomini, denari, luoghi adatti, per affrontare il disagio di decine, centinaia di migliaia di ragazzi che hanno quel disagio, quindi dall’abuso di sostanze si passa all’abuso di chimica. Anche questo è un problema di sanità nel quale non si è minimamente investito in modo adeguato. Per risolvere i nostri problemi serve farci le giuste domande, non cercare semplici soluzioni.
Antonio, Verona
CONDOMINIO
«Appartamenti divisi, stiamo diventando tutti affittacamere»
Paola CivardiISRAELE
«Gli atenei non c’entrano con la guerra ma la loro scelta può servire»
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«Mia madre al voto portata su una sedia»
Donata Dovera , Legnano; Tutte le lettere
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