Salario minimo, cosa ha deciso il governo e cosa chiedevano le opposizioni: il confronto
Sul salario minimo il 5 dicembre, in Aula, si è consumato lo scontro finale tra il governo e le opposizioni. Come sappiamo, in commissione la maggioranza aveva definitivamente bypassato il testo unitario per un salario minimo a 9 euro lordi all’ora presentato delle opposizioni: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione, +Europa, Alleanza Verdi e Sinistra Italiana (con la sonora eccezione di Italia Viva). I partiti della coalizione di governo hanno infatti scelto di affidare, tramite un maxi emendamento, la delega al governo per trovare una soluzione alternativa alla proposta delle opposizioni. Ma la delega, arrivata ieri al voto a Montecitorio, è stata accolta da alcuni emendamenti delle opposizioni che hanno rimesso in pista il loro testo nel tentativo di bloccare la delega. Non serve a nulla: maggioranza respinge nuovamente la proposta delle opposizioni. «È vergognoso il tentativo del governo Meloni di sfilare dal Parlamento la discussione sul salario minimo e la proposta unitaria delle opposizioni», tuona allora Elly Schlein, che decide «di togliere la firma da questa proposta di legge», perché questa «non è più la proposta di salario minimo delle opposizioni, svuotata di ogni significato con la consueta arroganza». E mentre Giuseppe Conte straccia platealmente il testo originario, via via tutti i capigruppo e gli altri firmatari della proposta di legge ritirano le loro sottoscrizioni.