Elezioni europee 2024, la guida: come si vota, orari, che cosa significa per l'Italia

diRenato Benedetto

L'8 e 9 giugno si vota per le elezioni europee: i seggi sono aperti sabato dalle 14 alle 23 e domenica dalle 7 alle 23. Sono chiamati alle urne 51,2 milioni di cittadini per scegliere i 76 rappresentanti italiani al Parlamento europeo

L'8 e  9 giugno si vota per le elezioni europee: i seggi sono aperti sabato dalle 14 alle 23 e domenica dalle 7 alle 23. Sono chiamati alle urne 51,2 milioni di cittadini per scegliere i 76 rappresentanti italiani al Parlamento europeo (la nostra è la terza nazione, per peso, dopo Germania e Francia, sul totale dei 720 eurodeputati). Si vota anche negli altri Paesi dell'Unione: ad aprire le danze è stata l'Olanda, giovedì 6. 

Come si vota (senza errori)

C’è chi si è candidato capolista in tutte le circoscrizioni, chi solo in alcune, chi ha scelto di correre come secondo o addirittura ultimo in lista. Ma non fatevi distrarre dalla tattica dei leader politici: alle Europee, per essere eletti, non conta la posizione in lista, contano le preferenze. Questa è una delle poche e semplici regole da ricordare quando si va alle urne (qui la videoscheda su come si vota). 

La scheda elettorale è una sola, con i simboli delle liste in corsa: per votare basterà mettere una X su quella prescelta. Poi è possibile esprimere anche da una a tre preferenze per i candidati al Parlamento europeo (l’elenco dei nomi in corsa di ciascuna lista cambia in base alla circoscrizione: lo trovate qui o nelle bacheche al seggio).

Unica cosa a cui prestare davvero attenzione sono le regole per la parità di genere: nel caso si esprimano più preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso; in caso contrario la seconda e terza preferenza saranno annullate. 

I 76 seggi che spettano all'Italia sono assegnati con metodo proporzionale, cioè vengono ripartiti tra le liste in proporzione ai voti ricevuti. Ma per una lista è necessario ottenere almeno il 4% dei voti per entrare al Parlamento Ue.
Al seggio dovete portare la tessera elettorale e un documento di identità (qui spieghiamo cosa fare se li avete smarriti o se sono scaduti). Lo scrutinio inizia subito dopo la chiusura dei seggi. Il primo dato sarà quello sull'affluenza (della quale si teme il calo); si conosceranno poi il voto delle liste e alla fine, quando saranno definitivi anche i dati sulle preferenze, l'elenco degli eletti.

Le liste in corsa e le famiglie europee

Ognuno corre per sé. La regola del proporzionale è che non ci sono regole: tutti contro tutti, non ci sono alleanze, né coalizioni. Così la competizione è forte anche dentro gli schieramenti, nel centrodestra e nel centrosinistra, tra partiti che, a livello nazionale o locale, governano insieme. Anche perché gli stessi partiti che in Italia sono alleati al Parlamento di Strasburgo appartengono invece a famiglie diverse e sono concorrenti, quando non avversari. 

Si prenda il centrodestra: Fratelli d'Italia è con i conservatori (Ecr); la Lega con la destra di Identità e democrazia; Forza Italia con i popolari (Ppe). Tre gruppi che, a livello europeo, hanno programmi e strategie diverse: i popolari, ad esempio, sono aperti alle alleanze con i socialisti, a differenza di conservatori e Id, ma sono indisponibili a unirsi ad alcune sigle dell'ultradestra; molto diverso, poi, è anche il giudizio sulla Commissione uscente e su Ursula von der Leyen. 
Il Pd appartiene alla famiglia socialista (S&D); il Movimento 5 Stelle non ha ancora sciolto la riserva sul gruppo al quale aderirà. I centristi degli Stati Uniti d'Europa e quelli di Azione, corrono da avversari: eppure sono nella stessa area europea (Renew Europe). Al contrario Alleanza verdi e sinistra, lista unica, fa riferimento a due gruppi separati: i Verdi, appunto, e la Sinistra. Oltre a queste liste sono candidate, in tutte le circoscrizioni, anche Alternativa popolare, Libertà e Pace Terra Dignità

La posta in gioco per i leader

Ma il «tutti contro tutti» è acceso anche per il significato politico della competizione. Perché è un voto decisivo, sì, per il futuro dell’Unione: gli eurodeputati che manderemo al Parlamento europeo affronteranno scelte chiave, dall’ambiente (gli accordi sul Green deal, sui consumi di case e auto), all’economia, fino alla difesa (più o meno comune) e il sostegno all'Ucraina. Ma le Europee in Italia hanno sempre avuto anche un significato tutto domestico: la politica si pesa, testa i rapporti di forza, a meno di due anni dalle elezioni  politiche del 2022.   Vediamo allora la posta in gioco per i partiti e i loro leader

Giorgia Meloni è in campo in prima persona. «Se ancora credete in me scrivete sulla scheda Giorgia», ha detto. Praticamente un referendum su se stessa. Obiettivo: prendere almeno il 26%, lo stesso risultato che due anni fa la mandò a Palazzo Chigi. Per confermare, quindi, il gradimento. Una premier candidata alle Europee è un unicum italiano (a parte il caso particolare della Croazia). Ma sono tanti i leader di partito nelle liste per il Parlamento europeo (anche questa una particolarità nostrana). E molti, se eletti, non andranno certo a Strasburgo. 

Corre anche Elly Schlein. Per lei la strada è stata più complicata: la candidatura ha provocato qualche mal di pancia nel partito e non c’è il suo nome sul simbolo. Però la sfida c’è: è la prima elezione nazionale da quando Schlein è alla guida del Pd. Lei non ha indicato obiettivi, ma deve tenersi sopra il 19%, il risultato del Pd alle politiche di due anni fa, se vuole stare al sicuro: sotto quella cifra, nel partito comincerebbero ad affilare i coltelli. Al contrario, sopra il 22% riporterebbe i dem ai livelli del 2019, prima della scissione dei renziani, con un doppio risultato: consolidare la sua leadership nel partito e confermare il ruolo del Pd, e suo, come guida dell'opposizione.  

Ruolo che non vuole lasciarle in esclusiva, naturalmente, Giuseppe Conte. Il leader M5S non è in lista: «Io non inganno i cittadini, so già che in Europa non ci andrei». Un fendente menato a destra ma pure a sinistra: è anche il Pd, forse soprattutto il Pd, il suo bersaglio. Uno dei risultati a cui guardare è proprio il distacco tra M5S e dem: maggiore sarà il distacco dal Pd più complicato sarà per il Movimento rivendicare la guida di un eventuale campo largo. Soglia minima: il 15% del 2022. 

Nel centrodestra, invece, è accesa la partita per il secondo posto, dietro Meloni. La giocano Lega e Forza Italia. 

Il nome di Matteo Salvini non è nelle liste, ma il leghista, con lo slogan «Più Italia, meno Europa», punta a destra e scommette sul generale Roberto Vannacci, scelta che non tutti i colonnelli della Lega hanno condiviso: un cattivo risultato potrebbe aprire una discussione sulla leadership del partito. Salvini auspica una percentuale a due cifre, ma, numeri a parte, la Lega deve guardarsi dall’avanzata di Forza Italia. 

Per Antonio Tajani, che per le Europee ha stretto l’accordo con Noi moderati, è la prima prova elettorale nazionale dopo la morte di Berlusconi, pur presente nei manifesti elettorali. Vorrebbe festeggiare il suo esordio con un risultato a doppia cifra. Questo consentirebbe l’operazione sorpasso: ovvero scavalcare la Lega. Per far questo punta tutto sull’appartenenza al Ppe: «Il partito più grande del Parlamento Ue». Insomma, dritti al centro. 

Ma il centro resta però uno spazio ambito e affollato. Cercano di occuparlo anche gli Stati uniti d’Europa, di Emma Bonino e Matteo Renzi, e Azione di Carlo Calenda. Calenda ha chiarito: corro per aiutare la squadra, in campo ci sono anche gli altri leader. Renzi incalza: io, se eletto, a differenza degli altri in Europa andrò davvero. È interessante il derby tra i due ex soci del Terzo polo. Vedremo chi avrà la meglio, per loro in ogni caso l’obiettivo minimo è il 4%, lo sbarramento: sotto, non si entra al Parlamento europeo. 

 La stessa soglia che, a sinistra, deve superare Alleanza Verdi e sinistra di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni: sarà decisiva anche per capire se potrà scattare, o meno, il seggio di Ilaria Salis, della cui candidatura si è molto discusso in campagna elettorale. 

Centrare il 4% sarebbe un ottimo risultato per le altre liste in corsa, come Alternativa popolare di Stefano Bandecchi, Libertà di Cateno De Luca, Pace Terra Dignità di Michele Santoro.

Una volta misurati i partiti, però, bisogna anche guardare agli equilibri tra le due coalizioni, oltre a quelli interni. Per il centrodestra il gioco è facile: nel 2022 prese il 43,8%. Confermare questo dato (al di là delle proporzioni interne) sarebbe già un buon segnale per la maggioranza del governo Meloni. L'opposizione, naturalmente, spera invece in una avanzata: i pesi interni, però, avranno un ruolo fondamentale per iniziare a discutere sulla forma che può avere il campo (o i campi) che sfiderà il centrodestra.  

Elezioni 2024, notizie e approfondimenti sulle Europee e sulle amministrative
La newsletter Diario Politico

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter "Diario Politico". E' dedicata agli abbonati al Corriere della Sera e arriva due volte alla settimana alle 12. Basta cliccare qui.

8 giugno 2024 ( modifica il 8 giugno 2024 | 06:53)

- Leggi e commenta