Destra e sinistra si sono dati appuntamento a luned�, perch� domenica vota la Sardegna e i conti interni si fanno sempre dopo le urne. D’altronde si sono accumulati cos� tanti sassolini, che � impensabile attendere giugno per svuotare le scarpe.
Prove di forza e sgambetti tra alleati: le partite incrociate del dopo voto
Il peso dell’esito in Sardegna. Dove Conte non ha voluto dividere il palco con Schlein

Nel centrodestra non � in discussione la tenuta del governo, figurarsi. Ma la tensione attanaglia anche la premier: per quanto sia un test regionale, � pur sempre una prova in cui verificher� la sua forza o subir� la prima sconfitta. Finora Meloni � sempre stata attenta a non manifestare segni di insofferenza verso quel Salvini che considera �un’autentica sciagura�, e che dalle polemiche sui trattori fino al terzo mandato per i governatori, continua a lanciarle addosso banderillas come volesse sfiancare un toro.
Se ne riparler� luned�, perch� dalla vittoria o dalla debacle in Sardegna — dove la premier ha imposto il suo candidato — dipender� la reazione della leader di FdI o l’insistenza del �capitano� a proseguire nell’azione di logoramento. Ma all’ombra di questo derby, nella maggioranza si consuma un’altra sfida: quella tra il Carroccio e Forza Italia. Raccontano che Salvini si sia lamentato, perch� �ogni volta che dico qualcosa Tajani interviene per attaccarmi�. A parte il fatto che ognuno difende il proprio orticello elettorale, al capo dei forzisti � venuto istintivo rispondere cos�: �� disperato e se la prende con me?�.
Tenerezze tra alleati che alle Europee si contenderanno il ruolo da junior partner di Meloni. E gi� solo il fatto che Forza Italia — data per finita dopo la scomparsa di Berlusconi — possa puntare al sorpasso, ha provocato l’ira dei dirigenti del Carroccio. Per ora trattenuta, perch� quei conti si faranno (eventualmente) a giugno. Nel frattempo, Salvini e Tajani si contendono i candidati per le liste: il primo sta acquisendo al Sud centristi ed ex forzisti; il secondo ha in serbo di presentare ex leghisti al Nord.
Prima di allora, Palazzo Chigi dovr� comunque vigilare sulle mosse del segretario della Lega: perch� nel Palazzo potrebbe sempre trovare qualcuno disposto a dargli sponda per far incespicare Meloni. Gi� sul terzo mandato ai governatori, per esempio, se le opposizioni avessero appoggiato compatte l’emendamento del Carroccio, la premier sarebbe andata sotto. E cos� si entra nell’ambito del �campo largo�. Talmente largo che i leader non sanno di starci dentro. Perch� � vero che Pd e M5S sono destinati ad allearsi, specie se non cambier� la legge elettorale. Ma c’� modo e modo.
Il modo di Conte � che �lo faremo alle nostre condizioni�. Si vedr�. Anche questi conti si faranno a giugno. Intanto si lascia inseguire da Schlein senza mai farsi prendere. � accaduto anche in Sardegna. Quando la candidata grillina Todde ha detto di non volere i leader nazionali alla chiusura della sua campagna elettorale, in realt� ha messo una pezza al buco: perch� �Giuseppi� le aveva fatto sapere che non sarebbe salito sul palco insieme a �Elly�. A suo modo Conte � coerente, e persegue la tattica del �sentiti libero�, che un tempo si chiamava �mani libere�.
Solo che un pezzo del Pd non ci sta a inseguirlo. Sul terzo mandato ai governatori — come ha raccontato l’ex ministro Guerini — �c’era un’intesa nel partito con la segretaria per sfidare il centrodestra. Ma all’ultimo momento � stata fatta saltare perch� dovevamo rincorrere i Cinfffffffque Stelle�. Di pi�: perch� Schlein voleva mandare un avvertimento al governatore Bonaccini. Ieri la leader dem ha spiegato che �non potevamo votare la norma scritta dalla Lega per salvare la ricandidatura di Zaia in Veneto�. In realt�, si voter� prima in Emilia-Romagna, dove Bonaccini vorrebbe ripresentarsi: perci� ha detto minaccioso �ne parleremo la settimana prossima�.
Ma solo se in Sardegna il Pd perdesse, altrimenti i conti sarebbero rinviati a giugno, quando — a sentire certi bisbigli — c’� chi vorrebbe fare �il congresso anticipato nelle urne�. E comunque, non ci fossero di mezzo le poltrone, non ci sarebbe tutto questo clamore. Perch� la rincorsa a Conte � un fatto quotidiano. L’altro giorno, dopo che il commissario europeo Gentiloni aveva annunciato il progetto di un eurobond da cento miliardi per il settore della Difesa, il senatore dem Sensi non aveva finito di elogiarlo che dal M5S � partito un attacco ad alzo zero. A cui � seguita una dichiarazione simile dell’ex ministro Orlando. Del tipo: facciamo la transizione non la guerra. Qual � il problema? Si rivedranno tutti luned�.
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23 febbraio 2024 (modifica il 23 febbraio 2024 | 23:28)
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