Codice della Strada, le chiamate alla Camera: «Va riscritto coi familiari delle vittime»
Call bombing al centralino, oltre 1.500 chiamate da tutta Italia da parte di cittadini e associazioni. Il testo di Salvini criticato perché «limita la possibilità di installare autovelox e non dà autonomia ai Comuni sulle Città a 30 all'ora»
Call-bombing al centralino delle Camera dei deputati contro il nuovo Codice della strada targato Matteo Salvini: in queste ore circa 1.500 telefonate sono arrivate a Montecitorio da parte di cittadini di tutta Italia che chiedono che il nuovo testo di riforma — ribattezzato dalle associazioni dei familiari delle vittime di omicidio stradale «Codice della strage» — venga messo in pausa. Le telefonate sono indirizzate alle segreterie dei tre capigruppo del centrodestra, Paolo Barelli per forza Italia, Tommaso Foti per Fratelli d’Italia e Riccardo Molinari per la Lega Nord per Salvini Premier.
«In queste ore — racconta uno degli attivisti della mobilitazione, Alberto Gianera — in tantissimi ci stanno scrivendo quale senso di liberazione abbiano provato a fare questa chiamata». E in effetti a leggere i messaggi che i chiamanti scrivono sui social si percepisce: «Una sensazione elettrizzante, molto di più di quello che si pensa prima di farla», è il commento più condiviso. Già dalla scorsa settimana la mobilitazione contro il «Codice della strage» aveva messo in campo diverse azioni: prima un flashmob in 40 città italiane, tra cui Milano, cui avevano aderito centinaia di ciclisti, pedoni e amanti della mobilità dolce; poi un videomessaggio indirizzato alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni con tre famigliari di persone che sono rimaste uccise sulla strada (Marco Scarponi, fratello di Michele Scarponi, investito e ucciso da una persona alla guida di un camion nell’aprile del 2017 a Filottrano; Angela Bedoni, mamma di Lucia Pozzi, investita e uccisa da una persona alla guida di un suv la notte di Natale del 2004 a Melegnano; Emanuela Bottardi, figlia di Anna Milanesi, uccisa nel 2008 in provincia di Cremona a causa di una collisione stradale dove una persona alla guida di un suv ha centrato la sua automobile sorpassando in divieto prima di un incrocio).
Infine lunedì lo stesso sindaco Beppe Sala aveva annunciato l’invio di una lettera ancora indirizzata a Meloni per chiederle di «ascoltare le esperienze e le richieste delle famiglie delle vittime». «Se la mettiamo sulla polemica politica facciamo male a tutti, qui non c’è una strumentalizzazione, altrimenti non si riesce a capire la sensibilità di chi porta queste voci. La questione c’è e bisogna fare in fretta», aveva detto lunedì dopo un incontro a Palazzo Marino ribadendo la sua vicinanza al tema e alla battaglia delle associazioni. Che in modo particolare del nuovo testo criticano alcuni punti cardine, tra cui la non autonomia delle amministrazioni comunali a inserire «Città 30» a loro discrezione.
«Sarà più difficile controllare la velocità sulle strade perché il testo limita la possibilità di installare autovelox; aumenta i limiti di velocità delegando al governo la possibilità di alzarli e blocca la possibilità di realizzare corsie ciclabili, doppi sensi ciclabili e le sezioni degli incroci dedicati ai ciclisti grazie a un regolamento ad hoc del Ministero». Alle richieste di ascolto ha risposto lunedì il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: «Abbiamo ascoltato per mesi le associazioni, alcune critiche sono frutto del pregiudizio o di qualche partito di sinistra. Questo Codice è utile alla causa, già nel 2023 abbiamo avuto meno morti e incidenti. Io ho due figli, sarei un matto a voler aumentare incidenti e morti».
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