Non � pi� solo una questione di programmazione (della prossima stagione), ma anche di qualificazione (alla Champions): e per la Juve, fallire la seconda significherebbe sabotare pure la prima. Compresi i piani finanziari — di questi tempi, l’unico copione vitale — che puntano a un ritorno della produzione di cashflow positivo e di utili nel bilancio 2026/27. Solo che adesso, oltre che sul libro mastro, i conti non tornano neppure sul prato, con sette punti nelle ultime otto partite. Con nervi da intossicazione di caffeina, tra l’espulsione di Vlahovic e la reazione di Massimiliano Allegri, ai microfoni di Sky. Alla societ� bianconera non resta che fare come le barche in mezzo alla tempesta: boccaporti chiusi e fiducia nel capitano. Ovvero in Allegri, �andiamo avanti, tutti uniti�, come filtra dalla Continassa.
Juventus, la crisi. I giocatori: «Non siamo contro Allegri» (che resta a rischio)
Nervi a fior di pelle e pochi risultati: la societ� pretende di pi� dagli stessi calciatori , a partire da Chiesa, e ribadisce fiducia ad Allegri ma per l’anno prossimo si parla di Thiago Motta
Tutto il resto si vedr�, ma ora l’obiettivo fondamentale � arrivare nel porto della qualificazione alla futura Champions. �La squadra non � contro l’allenatore — ha confidato un giocatore agli amici — anzi, dopo il ritiro eravamo tutti convinti che avremmo fatto una buona partita�. E non il primo tempo abbastanza orribile visto con il Genoa, seguito da una ripresa se non altro un pelo pi� rabbiosa (e con due pali). Dal vertice del club al direttore tecnico Cristiano Giuntoli, si cercano di separare i fatti, dall’aria che tira tutto intorno, dal web a un Allianz Stadium squassato dai fischi. Anzi, spaccato, tra la Curva sud — che intonava cori per l’allenatore — e il resto dello stadio, che faceva piovere la grandinata di fischi, resa meno fragorosa solo dalla musica sparata a tutto volume. Morale: pi� che al risultato — ovviamente deludente — si guarda alle �prestazioni�, che con Atalanta e Napoli, per dire, erano state pure meglio di altre partite sgraffignate alla riffa degli episodi.
Dopodich�, la sceneggiatura rimane preoccupante: una vittoria nelle ultime otto partite, gesti di stizza assortiti, pure tra giocatori e tecnico, nervi a fior di pelle. Clima che il mini ritiro pare non aver placato, anzi, �ad alcuni non � andato gi��. Scontate le responsabilit� dell’allenatore, la societ� si aspetta di pi� dai giocatori, con spirito kennedyano: non chiedetevi cosa pu� fare la Juve per voi, ma voi per la Juve. Nel frattempo, il campo offre temi che sono ormai diventati dibattiti, quasi �politici�. A partire dal tridente, che Allegri ha raramente allestito, per un’unica semplice ragione: non ritiene di avere i calciatori, e soprattutto la condizione fisica, per farlo. Partendo dallo Chiesa sbuffante di domenica, che dopo venti minuti aveva gi� fatto venire strane idee alla panchina: con l’inizio del riscaldamento di Yildiz. Ben risaputo per� che, per Federico, (la) Chiesa andrebbe messa di fianco alla linea laterale e meno al centro del villaggio, vicina al centravanti. Come invece chiede il tecnico, sbracciandosi, durante le sfide.
Va da s�, il destino di Allegri rimane sul men� del giorno dei social e pure sui tabelloni dei bookmaker: alla Snai, per dire, la quota per l’addio dell’allenatore a fine stagione � precipitata da 10 a 3,50, mentre l’esonero diretto � dato a 7,50, da Sisal. E all’orizzonte, non solo della classifica, c’� sempre Thiago Motta .
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19 marzo 2024 (modifica il 19 marzo 2024 | 06:55)
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