Keret: «Nessuna soluzione? Ecco perché ci sentiamo tutti sconfitti»

di Etgar Keret

Lo scrittore israeliano a 100 giorni dall’attacco del 7 ottobre: �Civili palestinesi e ostaggi ebrei sotto le bombe. Dobbiamo metterci d’accordo su nuove regole�

Keret: «Nessuna soluzione? Ecco perché ci sentiamo tutti sconfitti»

Qualche giorno fa, una sconosciuta mi ha inviato un messaggio su Instagram per informarmi di non avere pi� intenzione di leggere i miei libri, perch� sono un vigliacco e non faccio nulla per fermare il genocidio in atto a Gaza. Le ho risposto che le mie storie spesso non incontrano i gusti di gente inviperita e irragionevole, e pertanto le chiedevo – a nome loro – di non leggermi mai pi�. Mia moglie, per�, mi ha fatto notare che la mia non � stata una reazione accettabile, spiegandomi che nel ventunesimo secolo la risposta migliore ai messaggi di odio � semplicemente di ignorarli. Malgrado tutto, ho proseguito il mio scambio con la donna sconosciuta, che vive in Messico, e come ho avuto modo di scoprire, � una persona molto gentile e caritatevole. Mi ha detto che passa le ore davanti alla televisione dove scorrono le immagini drammatiche dei bambini morti e delle famiglie di profughi in fuga da Gaza, e che si tormenta di non fare nulla per aiutarli. Sconvolta al punto di non poter pi� sopportare quelle scene, ha deciso di agire e per questo motivo mi ha scritto – dato che sono l’unico israeliano che conosce, se non altro attraverso i miei libri – minacciando di boicottarmi e ricorrendo agli insulti nel tentativo di fermare le sofferenze in Medio Oriente. Il suo messaggio ha sortito il medesimo effetto a favore degli abitanti di Gaza quanto la bandierina dell’Ucraina, incollata all’immagine del profilo di tanta gente, ha portato soccorso agli ucraini, ma proprio come tutti quegli utenti di Facebook, anche la mia sconosciuta, grazie al suo gesto, si � sentita un tantino meno impotente.

Chi canta vittoria

Sono io che me lo immagino, oppure siamo tutti passati dal lato dei perdenti ultimamente? Non solo io e te, ma proprio tutti. Anche quegli altri, gli idioti ignoranti che non puoi soffrire. S�, persino quelli che ci hanno rubato le elezioni e non siamo riusciti a capire come abbiano fatto, e in seguito loro non sono riusciti a capire come abbiamo fatto noi a rubare le loro elezioni. Guardatevi intorno: repubblicani, democratici, ostaggi israeliani sotto le bombe a Gaza, civili di Gaza sotto le bombe a Gaza, sfollati, profughi… c’� qualcuno a questo mondo che possa dirsi soddisfatto di come stanno andando le cose? Putin, Bibi, Antonio Guterres, Zelensky, Yahya Sinwar: ce n’� forse uno solo, di tutti costoro, che abbia l’aria compiaciuta?
Siamo davanti a una situazione particolarmente inquietante, perch� mi hanno insegnato che per ogni lato perdente, esiste un lato vincente. Per ogni vittima che si ritrova ad avere la peggio, c’� qualcuno che canta vittoria. E allora quando � stato che il mondo ha adottato un gioco in cui siamo tutti perdenti, o perlomeno ci sentiamo perdenti? E perch� sta accadendo proprio adesso, di tutte le epoche possibili, quando siamo cos� informati e influenti e non esitiamo un solo istante a esprimere le nostre opinioni con tanta veemenza?

Fare il possibile

Oggi ciascuno di noi � costantemente in azione, in ogni genere di settore: siamo pronti a inviare il nostro sostegno, a scrivere messaggi, a cliccare il nostro �like� a chiunque se lo meriti e a coprire di insulti tutti coloro che non se lo meritano. Indubbiamente, stiamo facendo tutto il possibile, ce la mettiamo tutta, ognuno di noi. Eppure, qualunque sia la nostra opinione o il nostro schieramento, in ultima analisi ci accorgiamo che questo stupido mondo che ci circonda non capisce proprio nulla, i problemi non vengono risolti e noi ci ritroviamo ancora una volta perdenti.
In realt�, � ancora peggio che sentirsi perdenti. Nessuna delle nostre battaglie conduce a un esito decisivo: le guerre non si vincono pi�, i risultati elettorali vengono contestati all’infinito. Persino quando si tratta di un dato scientifico, oggettivo e presumibilmente incontestabile, come quello di stabilire gli effetti di un vaccino antinfluenzale sul nostro organismo, siamo incapaci di metterci d’accordo.

La grande rissa

Gli scambi sociali di una volta sono degenerati in rissa, e ci ritroviamo tutti in piedi, in campo, a spintonare i giocatori avversari, a insultarli e a coprirli di sputi. Sospesa la partita, insulti e sputi sono diventati gli sport pi� popolari nei quali vogliamo tutti misurarci. Se riuscissimo, per un solo istante, a distogliere lo sguardo dal tabellone segnapunti e concentrarci sulle regole del gioco, scopriremmo che mentre ci si affanna a sconfiggere legittimamente la squadra avversaria, quelle regole sono cambiate al punto tale da diventare irriconoscibili. Insomma, se non chiediamo un time-out e non ci mettiamo d’accordo su nuove regole, saremo tutti, e sempre, perdenti.

(traduzione di Rita Baldassarre)

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13 gennaio 2024 (modifica il 13 gennaio 2024 | 21:40)

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