Gli Usa hanno distrutto per la prima volta un drone sottomarino degli Houthi . Uno sviluppo che allarma in quanto segnala un possibile impiego della nuova arma da parte dei militanti.
Droni sottomarini, la nuova minaccia Houthi che preoccupa il Mar Rosso
Gli Usa hanno distrutto il primo drone sub dei miliziani yemeniti. Gli Houthi dispongono anche di battelli esplosivi pilotati da remoto (sviluppati con l'Iran) molto temuti perch� difficili da intercettare

Nel fine settimana il Central Command ha diffuso un comunicato per annunciare un raid preventivo durante il quale sono stati neutralizzati tre missili anti-nave, un barchino esplosivo radiocomandato e un mezzo subacqueo. Non � chiaro se quest’ultimo sia stato lanciato oppure fosse in qualche base lungo la costa.
L’informazione ha comunque destato grande attenzione tra gli esperti in quanto il sistema pu� rivelarsi insidioso sia per il traffico civile che per le unit� militari presenti in Mar Rosso. La fazione dispone di numerosi battelli pilotati da remoto, scafi sviluppati con l’aiuto dell’Iran , e li ha gi� utilizzati in passato. Ora potrebbe aver ottenuto droni con caratteristiche “sub”, temuti perch� pi� difficili da intercettare e forse maggiormente precisi rispetto ai vettori missilistici lanciati fino ad oggi.
Un “avviso” sulla presenza di apparati sottomarini c’era stato qualche giorno fa dopo l’intercettamento di un piccolo cargo da parte della Guardia costiera statunitense: i marinai hanno trovato nella stiva dell’imbarcazione diretta nello Yemen anche componenti per i droni subacquei, una spedizione di materiale organizzata dagli iraniani. In Medio Oriente – e non solo – c’� una proliferazione di questo tipo di armamenti, con paesi e guerriglieri che puntano ad acquisirli. Anche i palestinesi di Hamas ne hanno realizzato un modello nelle officine di Gaza.
Nel quadrante yemenita intanto proseguono le incursioni Houthi, nelle scorse ore una nave con bandiera del Belize e registrata in Gran Bretagna � stata colpita da un missile. Era in viaggio dagli Emirati al porto di Burgas, in Bulgaria. Oggi dovrebbe iniziare la missione di pattugliamento Aspides, composta da sei paesi dell’UE e guidata dall’Italia. Un rafforzamento dello scudo in un momento difficile.
Corriere della Sera � anche su Whatsapp. � sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
19 febbraio 2024 (modifica il 19 febbraio 2024 | 08:49)
© RIPRODUZIONE RISERVATA