L’arsenale degli Houti (fornito dall’Iran): missili e droni per colpire Israele

di Guido Olimpio

La guerra in Medio Oriente rischia di allargarsi: la profezia (o l’obiettivo) di Teheran. Chi sono gli Houthi che sparano nel Mar Rosso, e cosa c’� nel loro robusto arsenale

L’arsenale degli Houthi (fornito dall’Iran): missili e droni per colpire Israele

L’Iran continua a ripetere che la guerra in Medio Oriente rischia di allargarsi. E mentre lo afferma fa di tutto perch� questo avvenga, a iniziare dal Mar Rosso, dove agisce la milizia amica degli Houthi.

I combattenti yemeniti hanno preso di mira ripetutamente il naviglio civile, con un’escalation pericolosa: prima sparando su unit� di propriet� israeliana, successivamente allargando il tiro. E l’ultimo episodio ha coinvolto la petroliera norvegese Strinda, partita da Singapore e diretta in Italia, avrebbe dovuto fare scalo nel porto mediterraneo di Ashdod.

Evidente quanto sia serio il fronte. Perch� i militanti dispongono di un robusto arsenale per portare avanti la minaccia. Il movimento schiera missili da crociera con un raggio d’azione superiore ai 1600 chilometri, si tratta dei Toufan e dei Quds, copie di modelli iraniani. Infatti, ha tentato pi� volte di colpire la citt� di Eilat, nel sud di Israele , usando due opzioni: i cruise e i droni-kamikaze. Raid quasi tutti sventati dai sistemi di navi americane e francesi presenti nella regione o dallo scudo antimissile israeliano Arrow. Insieme alle incursioni di profondit� gli Houthi hanno mobilitato i propri “artiglieri” per ostacolare il transito marittimo. Diversi gli ordigni antinave a disposizione, dal Tankil (500 chilometri) al Asef (450 km), cos� come mezzi a corto raggio.

Cinque i punti: 1) Sono equipaggiamenti in gran parte contrabbandati dall’Iran. 2) Altri sono arrivati smontati e sono stati riassemblati. 3) Alcuni di questi “proiettili” seguono traiettorie balistiche, quindi sono pi� difficili da intercettare. 4) Gli yemeniti hanno riconvertito vecchi sistemi antiaerei di concezione sovietica per uso marittimo e terrestre. Soluzione adottate dai due contendenti anche nel conflitto in Ucraina. 5) Come mosse estreme gli sciiti possono poi ricorrere a barchini esplosivi radiocomandanti e mine: due risorse belliche che se impiegate in modo massiccio hanno un loro impatto.

Gli esperti, insieme ai dettagli tecnici, hanno sottolineato il fattore umano. Gli Houthi si sono dimostrati guerrieri tenaci, hanno inflitto perdite ai sauditi nel corso del conflitto nello Yemen, hanno messo in luce tattiche flessibili. E hanno creato un network efficiente per alimentare il proprio esercito. Un rapporto nel Counter Extremism Project ha indicato diversi personaggi coinvolti nella filiera logistica e di rifornimento.

Al vertice c’� Saleh Mesfer al Shaer, gi� inserito nella lista nera del Tesoro americano. Sarebbe lui l’uomo-macchina, il coordinatore dei progetti di sviluppo. Al suo fianco il fratello Abdullah e il nipote Raed, “sotto” alcune societ�, compresa una operante negli Emirati Arabi. Ruoli significativi per il comandante della Marina, Mansour al Saadi, e fino a questa estate del responsabile dell’aviazione, Al� al Hamzi. Il generale � deceduto in agosto in un misterioso incidente, forse durante il test di nuovi armamenti alla presenza di consiglieri iraniani.

Con l’aumento delle aggressioni gli Stati Uniti hanno proposto da tempo la creazione di una task force multinazionale in aggiunta alle unit� gi� presenti. Solo che deve ottenere il s� dei partner, comporre lo schieramento e decidere le regole di ingaggio. Pu� limitarsi a difendere, a fare da scorta ai mercantili ma anche essere costretta a strike di ritorsione, con conseguenze diplomatiche che inducono alla cautela. Gli Houthi e l’Iran lo sanno, per questo insistono con le provocazioni.

A Washington e nelle monarchie sunnite del Golfo i critici rimproverano alla Casa Bianca di aver tolto nel 2021 i miliziani dall’elenco dei gruppi terroristici. La decisione venne presa per agevolare i negoziati per la tregua nello Yemen e migliorare una situazione umanitaria disastrosa dopo anni di conflitto. Le prospettive erano diverse, Stati Uniti e ayatollah avevano aperto successivamente un dialogo con intese. Un quadro stravolto dall’assalto di Hamas del 7 ottobre, dall’offensiva israeliana e dalla scelta della fazione sciita di partecipare al conflitto con l’avallo degli ayatollah.


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12 dicembre 2023 (modifica il 12 dicembre 2023 | 14:16)

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