Angela Carini, ecco chi è la «Tigre» di Afragola: il papà ex pugile morto mentre lei combatteva a Tokyo
La boxeur 25enne sul ring contro l'algerina Imane Khelif. Il suo mantra: «Siamo lottatori, siamo guerrieri, siamo noi»
Nel mondo della boxe la chiamano Tiger, la tigre. Angela Carini, 25 anni, napoletana cresciuta ad Afragola, 1,72 per 63 chili, pesi welter, Fiamme oro della Polizia di Stato, ha lo spirito della guerriera. «Siamo lottatori, siamo guerrieri, siamo noi» si ripete spesso come un mantra. La ragazza chiamata ad affrontare la forte algerina Imane Khelif, in uno degli incontri più discussi dell’Olimpiade di Parigi, non è certo tipo da arrendersi. La sua vita sembra un film. Intanto, il soprannome di Tiger se l’è conquistato a prezzo di grandi sacrifici, allenandosi con costanza nella palestra della Pugilistica Matesina, guidata dal maestro Giuseppe Corbo. Nel 2014 ad Assisi arrivo il primo grande successo: la medaglia d’oro ai campionati europei giovanili di categoria. Diventerà poi vicecampionessa mondiale.

Angela Carini con il papà Giuseppe
La prima Olimpiade a Tokyo
Ma per Angela sono solo tappe di un traguardo che l’ha portata alle Olimpiadi di Tokyo nel 2020. E proprio lì che la ragazza dimostrò una forza d’animo incredibile: a Tokyo salì sul ring mentre il padre Giuseppe, poliziotto, era in fin di vita. Anche lui era stato un pugile e fu proprio suo padre a indirizzarla verso il ring. Ma quel papà era stato colpito duramente dalla vita. Anni prima infatti era rimasto ferito gravemente in servizio. Era costretto ormai sulla sedia a rotelle e mentre Angela partecipava alla sua prima Olimpiade, si aggravò.
Il papà morto durante una gara
A Tokyo la incoraggiò suo fratello Antonio, pugile a sua volta: «Sei una campionessa, devi combattere». E Angela la tigre non ebbe dubbi: salì sul ring e fece il suo dovere, trattenendo le lacrime. Ma la ferita per la perdita del papà resta sempre aperta: «Per me non è mai andato via - ha scritto Angela in un post - ho imparato a conviverci ma non ho mai accettato la sua assenza. Mio padre è sempre con me e sono sicura che in questo periodo lui mi guiderà ancora di più». Così, dopo aver conquistato la qualificazione a Parigi 2024, Angela ha ringraziato suo padre e ha mostrato un video e una dedica commovente.
La dedica
Davanti alla telecamera della federazione boxe ha sollevato lo smartphone: «Lui è mio padre - ha detto tra le lacrime - Mi parlava sempre dell'ultimo chilometro. Io l'ho fatto l'ultimo chilometro. Un giorno mi sentivo stanca, prima di Tokyo, parlai con lui. Gli dissi: papà sono stanca, gli allenamenti sono intensi, però io non mollo. Lui mi disse: «Angelina, un campione che combatte è come un ciclista che quando vede l'ultimo chilometro pedala ancora con più forza e velocità, quando lo vedi l'ultimo chilometro vai sempre più forte. Così ho fatto. Sono andata avanti fino alla fine e ho combattuto con il sangue agli occhi». Comunque vada il match una cosa è certa: Angela Carini, la tigre, non si arrenderà.