Tajani a Schlein: “Già deciso sulle armi a Israele, non c’è da discutere su questo punto”
"È dal 7 ottobre che abbiamo deciso di non inviare più armi a Israele quindi non c'è da discutere su questo punto. La decisione è stata presa, lo abbiamo detto in Parlamento": lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a Milano, commentando le parole di Elly Schlein sulle armi a Israele.
A Gubbio, dove ha incontrato i deputati del Pd, la segretaria dem ha criticato il fatto che al Parlamento europeo il Ppe abbia “annacquato la risoluzione” sul cessate il fuoco in Palestina: “Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l'invio di armi e l'esportazione di armi verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso ad Israele”, ha detto Schlein. “Perché non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra".
Toti: “Fieri dei cantieri liguri”
"Il periodo in cui sono state inviate più armi è stato durante il governo Conte", ha detto ancora Tajani intervistato dal Quotidiano nazionale. “È pura propaganda. Al Pd dovrebbero essere meglio informati". Il governatore della Liguria Giovanni Toti, da parte sua, afferma, sulla sua pagina Facebook: "Vorrei chiedere ai dirigenti della sinistra riuniti nel lussuoso hotel di Gubbio: vorrebbero vivere e far crescere i propri figli sotto il regime estremista di Hamas con la legge islamica oppure nella democrazia di Israele? Difendere la democrazia di Israele vuol dire anche difendere la nostra libertà. Oggi più che mai dobbiamo essere fieri delle fabbriche e dei cantieri liguri dove si costruiscono navi e mezzi per la nostra difesa e dove lavorano migliaia di persone. Essere sicuri e potersi difendere vuol dire essere liberi". Il leader di Azione Carlo Calenda, propone sui social "una riflessione: come è possibile che la segretaria del più grande partito di opposizione italiano non sappia che non stiamo vendendo armi ad Israele? Questo forse occorrerebbe domandarsi".
Il Pd: “Dalla segretaria puro buonsenso”
"Non mi pare uno scandalo che Elly Schlein dica che vanno negate armi a Israele che colpisce indiscriminatamente i civili. Puro buonsenso", ha replicato su X il deputato dem Arturo Scotto. “Non esiste diritto alla difesa che giustifichi crimini di guerra. La reazione della destra certifica solo un'infinita malafede. O complicità". Secondo Andrea Orlando, Schlein ha detto “con nettezza” una cosa che “progressivamente abbiamo detto in questi mesi tutti noi, abbiamo condannato subito il terrorismo di Hamas però dopo 20mila morti, di cui centinaia nelle ultime 48 ore e di cui il 75% bambini, il tema di che cosa fare in più per fermare quel massacro si pone con un'enorme forza". L’ex ministro rilancia: "Dico anche che un contributo sarebbe andare oltre al tema della formazione di due Stati e due popoli, perché uno c'è e uno va riconosciuto e costruito e credo che dovremmo chiedere con più intensità al governo italiano di agire nella direzione della costituzione di uno Stato palestinese".
Verdi e Sinistra: “Sull’export poca trasparenza”
L’alleanza Verdi e Sinistra, da parte sua, per bocca del capogruppo Peppe De Cristofaro, chiede maggiore trasparenza in materia: "Con il bombardamento di Damasco da parte di Israele, l'escalation del conflitto in Medio Oriente non è più una possibilità ma è già in corso”, afferma. “A fronte di questo scenario internazionale, delle decine di migliaia di morti a Gaza è necessario chiarire se sul campo vengono usate anche armi italiane. Nei giorni scorsi abbiamo presentato un'interrogazione ai ministri Tajani e Crosetto per sapere se l'Italia sta continuando a fornire armi a Israele. Ad oggi nessuna risposta, solo dichiarazioni. Tajani risponda alle richieste della società civile e alla nostra interrogazione. Al centro dell'attenzione, per De Cristofaro, il "perché l'autorità nazionale Uama, ovvero l'Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento in seno al ministero degli Esteri ha opposto un diniego totale alla richiesta di trasparenza avanzata tramite due accessi civici generalizzati da Altreconomia, che chiedeva di fare chiarezza sulla vendita di armi a Israele. E vogliamo sapere perché lo stesso rifiuto ha riguardato anche la richiesta della copia dell'eventuale decreto di sospensione o revoca delle autorizzazioni all'esportazione di materiale d'armamento ai sensi della legge 185/1990 verso Israele firmato dal titolare della Farnesina. Noi – conclude l’espontne di Verdi e Sinistra – riteniamo che vada presentato con urgenza alle Camere un nuovo rapporto sul rilascio delle autorizzazioni alle esportazioni d'armi. È necessario verificare quali altri Paesi siano stati eventualmente destinatari di armamenti, in contrasto con la legge italiana. La trasparenza prima di tutto".