«Ti togliamo il diritto di voto in Ue». Le minacce a Orban, il ruolo di Meloni: cosa è successo a Bruxelles

Giorgia Meloni ha avuto un ruolo di primo piano, lo ha visto o sentito da sola tre volte in 24 ore, ma quella della capitolazione del premier ungherese, che ha dato via all’accordo sui fondi all’Ucraina, fondi che a dicembre aveva bloccato, � stata il frutto di un processo collettivo e della minaccia di una pena che per i meccanismi dell’Unione europea equivale ad un ergastolo, se non alla pena capitale: articolo 7, paragrafo 2, del Trattato costituivo dell’Unione. Quando Orban continuava a tenere il punto, negli incontri con Meloni e Macron di ieri notte, nelle prime ore di oggi appena arrivato al Consiglio europeo, gli � stato spiegato in modo molto diretto: �Ti sospendiamo dalla vita dell’Unione, ti togliamo il diritto di voto, congeliamo il tuo Paese�.
Tutti d’accordo, in sostanza il massimo della minaccia possibile. Una minaccia concreta che � stata posta sul tavolo anche durante i negoziati con la delegazione italiana, che ha avuto un ruolo non secondario, in continuo coordinamento con il gabinetto delle presidente dell’Unione europea. A quel punto Orban ha capito che i suoi colleghi non scherzavano, a quel punto ha iniziato a fare marcia indietro: �Non voglio rompere, ma la colpa � vostra�.