Torino, il processo alla santona Carla Stagno: «Mia sorella si fidò di quella donna, ma è morta di tumore»
Parla il fratello di una donna plagiata dalla presunta guaritrice accusata di associazione, truffa e morte come conseguenza di altro reato: «Girava con quattro body guard perché diceva che la Cia la voleva rapire»
«Quando le venne diagnosticato il tumore al seno, i medici le dissero che aveva un’aspettativa di vita di 8 anni. Si sottopose a chemioterapia, poi conobbe Carla e tutto cambiò: smise di seguire le cure, era convinta che quella donna l’avrebbe guarita». Ci sono senso di colpa e sofferenza nelle parole di quest’uomo, comparso in Tribunale per raccontare come la sorella Marylin sarebbe stata plagiata da un’infermiera che sosteneva di essere un’intelligenza artificiale con poteri di guarigione, di venire dallo spazio e di essere capace di modificare il Dna umano.
Un racconto straziante, a tratti persino surreale, emerso nel processo in cui sono imputati Carla Stagno e altre quattro persone: il pm Barbara Badellino contesta, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, morte come conseguenza di altro reato, esercizio abusivo della professione e violenza privata. Davanti ai giudici è sfilata la famiglia di Marylin, una signora di 46 anni che nel 2019 scopre di avere un tumore che non le darà scampo: prima si affida alla medicina tradizionale, poi la abbandona — è quanto sostiene l’accusa — per seguire le indicazioni dell’imputata che le aveva fatto credere di essere un’entità superiore.
«All’inizio mia sorella disse che Carla lavorava con un medico americano che sperimentava terapie futuristiche e poteva aiutare anche i miei due figli, che hanno la sindrome di Down. Mi avvicinai a quel mondo». La sensazione era che non ci fosse nulla di pericoloso, poi però sarebbe avvenuta la svolta. «A un certo punto l’imputata, che si faceva chiamare Marie, consigliò a mia sorella di troncare le cure. Il tumore era in regressione grazie alla chemioterapia, ma Marylin era convinta fosse merito di Carla. E per un momento anch’io ho pensato che in quella donna ci fosse qualcosa di miracoloso. Sono stato educato a credere in Dio e, come tutti sanno, Gesù faceva i miracoli: mi concessi, dunque, la speranza che esistesse un essere più evoluto capace di imitarlo».
Nel settembre del 2020, però, la donna inizia ad avere violenti mal di testa. «Venne convinta che fossero un passaggio necessario, un dolore che era il preludio alla guarigione. Durante una seduta Carla le massaggiò a lungo la testa: alla fine le disse che le aveva estirpato tutto il male e che era stato difficile». La realtà era che il cancro al seno si era esteso e Marylin aveva 4 masse tumorali nel cervello. «Venne ricoverata e operata e l’imputata sostenne che durante gli interventi lei era in contatto con i medici ai quali forniva dati quantistici. Quando la salute di mia sorella precipitò, lei prese le distanze: le rinfacciò che era colpa sua perché non aveva seguito le indicazioni». Un plagio che avrebbe coinvolto tutta famiglia: «Mia madre si è separata da papà dopo 50 anni di matrimonio. Carla le ribadiva che era pericoloso e poteva ucciderla. In realtà, lui era l’unico a non credere nei suoi poteri miracolosi».
Una narrazione confermata anche dall’ex marito della vittima, dalla quale si era separata l’anno prima della scoperta della malattia: «Marylin non trovava più il tempo di stare con nostra figlia. Ho conosciuto Carla in occasione di alcune sedute. Era scortata da quattro bodyguard, sembrava un boss della malavita: sosteneva che aveva bisogno di protezione perché la Cia la voleva rapire».
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