Pizzium, pizzerie di quartiere e gestione «diretta»: come cresce la rete di locali nata a Milano

Una pizza che ha lo stesso sapore a Milano come a Rimini, gli stessi ingredienti a Vicenza come a Firenze. È un bene o un male? Per il gruppo Pizzium è la garanzia da dare al cliente. «Riusciamo a tenere alta la qualità perché abbiamo tanti locali - dice Stefano Saturnino, imprenditore brianzolo che ha fondato il marchio insieme a Nanni Arbellini - la sfida per noi è proprio essere fedeli alla prima pizza sfornata nel primo locale». Nato nel 2017 in via Procaccini a Milano, oggi il gruppo include la rete di pizzerie napoletana Pizzium e Crocca, che invece sforna pizza bassa e «croccante». Conta 52 punti vendita e ha chiuso il 2023 con un fatturato di 43,5 milioni - di cui 39,5 milioni registrati soltanto dal brand Pizzium - e un Ebitda di circa il 20%. In soli due anni il gruppo è cresciuto del 45% in termini di fatturato (anche se c’è da considerare che i dati dell’intero comparto vanno letti alla luce dell’inflazione).

La strategia del gruppo

Le pizze di Pizzium seguono due ricette. Una è quella che si legge nel menù: suddivise per regioni, con ingredienti che l’azienda definisce di «alta qualità» e che rispecchiano i prodotti tipici d’Italia. L’altra ricetta è quella che riguarda la gestione dell’attività. Pizzium si vuole affermare come un «format» di locali posizionati nelle aree residenziali e non nei centri commerciali, con l’obiettivo di personalizzare l’esperienza e fidelizzare i clienti. «Vogliamo creare un legame più forte con la comunità locale - spiega l’azienda - e posizionarci come una pizzeria di quartiere piuttosto che come una destinazione turistica». Anche l’interno dei locali - circa 40 sparsi per l’Italia - è pensato in quest’ottica, con una continuità nell’arredamento che rievoca la tradizione rustica. A questo si aggiunge la formazione del personale, 700 persone in tutta Italia che ricevono le stesse indicazioni su come lavorare. 

Le catene del food in Italia

Il mercato della ristorazione sta cambiando in Italia. Dopo la pandemia le cene fuori casa sono tornate un’abitudine: un piacere per 9 persone su 10 secondo l’ultimo rapporto Censis-Italgrob. Stando alla ricerca Cga di NielsenIQ in collaborazione con Jakala, poi i locali per il consumo di cibo, come bar, ristoranti e pasticcerie, hanno raggiunto i 400 mila nel 2023, di cui il 17% nelle grandi città. In questo quadro, a farsi spazio sono le sempre di più le catene di ristoranti. Valgono il 10% del mercato e nel 2023 hanno fatturato 8,2 miliardi registrando una crescita annua dell’11% (dati Deloitte elaborati da Aigrim per Food24). Nei piani di Pizzium c’è di aprire nel 2024 altri 10 locali, anche questi saranno però a gestione diretta e non in franchising, come prevede il «format». 

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