San Valentino tra cene e regali: lo festeggiano 6 italiani su 10, spesa media di 85 euro
San Valentino batte il carovita: questo 14 febbraio sono circa 6 italiani su 10 a celebrare la festa degli innamorati, per un budget medio di 85 euro a persona. Si tratta di un incremento di 14 euro rispetto a dodici mesi fa, e solo in parte – quasi per la metà – trainato dall’inflazione. Notevoli però le differenze generazionali. Se infatti un lato l’evento viene onorato soprattutto dai giovani dai 34 anni in giù (il 66% a fronte del 57% delle generazioni più adulte), dall’altro a spendere cifre più alte sono viceversa gli over 35: circa 100 euro in media, ben il 40% in più rispetto ai nati negli anni Novanta e Duemila. È quanto emerge da un sondaggio su oltre mille consumatori condotto da Ipsos per Confesercenti in vista della ricorrenza odierna.
Cene fuori (ma anche a casa)
Guardando alle singole categorie di spesa, l’attività preferita per l’occasione si è rivelata la cena romantica, scelta dal 73% degli intervistati pronti a festeggiare. Tra questi, il 69% si recherà in un pubblico esercizio (la maggioranza si orienterà su un ristorante di medio livello, il 15% proverà un’esperienza esclusiva, mentre il 10% opterà per una pizzeria o una trattoria low-cost) e il 22% si metterà ai fornelli in prima persona a casa anche allo scopo di contenere i costi. Infine, il 6% e il 3% dei rispondenti affideranno il proprio San Valentino rispettivamente a un servizio di delivery e a uno chef a domicilio.
SAN VALENTINO
I regali
Meno gettonato, a quota 61%, il classico regalo per il/la partner: cioccolatini come da tradizione in vetta alle preferenze (37%), seguiti nell’ordine da prodotti di profumeria (27%), accessori di gioielleria (24%) e fiori (23%). Grazie alla spinta dei saldi invernali chiudono poi la top five i doni legati alla moda, scelti da 2 innamorati su 10. Più indietro nella graduatoria vacanze e pacchetti di attività di coppia (in entrambi i casi all’11%) e prodotti o servizi di cosmetica/benessere (10%). Ma c’è anche chi ha deciso di trascorrere queste ore in viaggio insieme all’anima gemella: un fortunato – quanto minoritario – 5% dei partecipanti alla rilevazione.
«Resilienza non scontata»
«San Valentino resiste, nonostante ci sia un’importante fascia di popolazione che fatica a uscire da un lungo periodo in cui inflazione e carovita hanno pesantemente intaccato potere d’acquisto e risparmi – commenta Giancarlo Banchieri, vicepresidente di Confesercenti e presidente di Fiepet, l’associazione di categoria dei pubblici esercizi aderenti alla confederazione –. Una resilienza che non era scontata e che costituisce un segnale positivo per tutta l’economia e in particolare per il settore dei pubblici esercizi, che ha vissuto un avvio dell’anno un po’ sottotono, tra rallentamento dei consumi ed aumento dei costi di impresa. L’auspicio è che questo 14 febbraio possa segnare un momento di ripresa».
I fiori italiani
Intanto, nuone notizie arrivano per i produttori italiani di fiori che aumentano le vendite a discapito delle rose di provenienza estera. In questo 2024 il giro d’affari di San Valentino -secondo i florovivaisti di Cia-Agricoltori Italiani- si aggira sugli 80 milioni di euro (in linea con il 2023), con la vendita di circa 35 milioni di fiori. Pur restando il fiore più venduto il 14 febbraio, la rosa a gambo lungo (sopra i 70 cm) è rincarata fino agli 8-10 euro al dettaglio, mentre un bouquet misto di fiori Made in Italy (fresie, anemoni, ranuncoli, garofani) si attesta sui 25 euro. Cia stima, dunque, una maggiore vendita di prodotto nazionale (+20%), grazie soprattutto ai tipici prodotti coltivati nelle aree a maggior vocazione floricola: Sanremo, Pescia e la provincia di Napoli. Un bouquet di fiori locali è più fresco e profumato rispetto a rose e orchidee in arrivo da Colombia, Kenya, Etiopia e Taiwan, spiega Cia, perché proveniendo da climi caldi hanno alle spalle una lunga conservazione nelle celle frigorifere, in Paesi dove il costo della manodopera, spesso legato a sfruttamento del lavoro minorile, non ne rende più competitiva la produzione europea. I fiori Made in Italy vengono incontro, invece, alla sostenibilità ambientale e non subiscono trattamenti indiscriminati con i pesticidi come accade nei Paesi extra-Ue, concludono gli agricoltori italiani.
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