Ilaria Salis e la militanza. Una vita sulle barricate del mondo antagonista vissuto in prima linea, anche a costo di finire nei guai. I trascorsi giudiziari della 39enne milanese detenuta a Budapest, finita ora al centro di un caso diplomatico internazionale, raccontano un passato da attivista, fatto di manifestazioni, occupazioni, opposizioni agli sgomberi. Una serie di reati e procedimenti giudiziari �da corteo�, quelli che caratterizzano il passato della donna. Decine sono le denunce o le identificazioni da parte delle forze dell’ordine per fatti di questo genere, che per� non corrispondono ad altrettante condanne, tanto meno a sentenze definitive.
Ilaria Salis e il passato «militante». Decine di segnalazioni e denunce
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I trascorsi giudiziari in Italia dell’ex attivista anarchica in carcere a Budapest dallo scorso febbraio: dalle occupazioni alla resistenza a pubblico ufficiale, procedimenti �da corteo� e nessuna condanna definitiva

Agli atti risulta una prima condanna irrevocabile per fatti del maggio 2015 a Milano, relativi al reato di �accensioni ed esplosioni pericolose in concorso�. Fattispecie giuridica dal nome roboante, rispetto alla sostanza del fatto: lo scoppio di alcuni petardi oltre il perimetro di San Vittore in piena notte. In quella occasione la polizia penitenziaria aveva operato un arresto e formalizzato tre denunce e piede libero. Reato comunque punito con una contravvenzione e la non menzione degli atti nel casellario giudiziale. Altri procedimenti l’hanno vista coinvolta in accuse di resistenza a pubblico ufficiale o invasione di edifici fra Torino e la Lombardia. Episodi che sul piano sanzionatorio hanno portato a conseguenze limitate. A dicembre 2023 � stata assolta dal Tribunale di Monza dalle accuse di danneggiamento e violenza privata per l’assalto a un gazebo della Lega avvenuto sei anni prima.
Ad oggi, considerando i conteggi della pena per i reati i continuazione fra loro, l’ex esponente dell’area anarchica milanese (scena dalla quale �ha preso le distanze negli ultimi anni�, come ribadito dal padre Roberto Salis a pi� riprese) ha cumulato una pena finale a un anno e nove mesi. Ben al di sotto della soglia per la detenzione in carcere. Da febbraio scorso, invece, � reclusa a Budapest con accuse di lesioni, in relazione all’aggressione ai danni di due militanti neonazisti (guariti in pochi giorni di prognosi) e associazione a delinquere. Quest’ultima contestazione, tuttavia, viene presunta solo per la pendenza di un’inchiesta per appartenenza alla Hammerbande (considerata praticamente un’associazione eversiva in Germania) a carico di uno dei giovani che si trovava con lei al momento dell’arresto. Indagine aperta dalle autorit� tedesche, non da quelle ungheresi, e che non coinvolge Ilaria Salis.
In Italia, per le stesse vicende, Ilaria Salis sarebbe a piede libero: al massimo indagata per lesioni, peraltro solo se una delle vittime avesse presentato querela, essendosi trattato di ferite lievi. Per un calcolo delle aggravanti delle autorit� ungheresi, rischia invece fino a 24 anni. Per dare una proporzione, la stessa pena � stata chiesta ieri in Corte d’Assise davanti al Tribunale di Monza, la citt� in cui � cresciuta ed � cominciata la militanza di Ilaria Salis, per fatti di omicidio e occultamento di cadavere.
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2 febbraio 2024 (modifica il 2 febbraio 2024 | 21:28)
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