�Sono stata costretta a rivestirmi con abiti sporchi, malconci e puzzolenti che mi hanno fornito in Questura e ad indossare un paio di stivali con i tacchi a spillo che non erano della mia taglia. Hanno messo sotto sequestro le mie scarpe e tutti i miei vestiti, ad eccezione di mutandine, reggiseno e calzini. Per pi� di sei mesi non ho potuto comunicare con la mia famiglia e al momento non posso ancora comunicare con i miei avvocati italiani�. Diciotto pagine di quaderno scritte a mano. La data � del 2 ottobre 2022. In fondo c’� la firma di Ilaria Salis.
Il memoriale, mostrato in esclusiva dal TgLa7, � scritto nel carcere di Budapest, e la 39enne maestra brianzola, ex militante anarchica, � rinchiusa ormai da otto mesi. Scrive a un ex politico italo-ungherese della sinistra radicale e chiede di far arrivare i suoi scritti all’avvocato italiano Eugenio Losco.
«Faccio fatica a respirare, mi brucia il naso, mi gira la testa»: cosa c’è scritto nel memoriale di Ilaria Salis dal carcere di Budapest
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Diciotto pagine scritte a mano sulla detenzione diffuse dal Tg La7: �Rivestita con abiti sporchi e senza contatti con i miei familiari per i primi sei mesi. Mani e piedi legati, l’agente con il guinzaglio: ogni udienza � cos�

Dopo l’arresto
Nella lunga lettera racconta dell’arresto avvenuto �nel pomeriggio dell’11 febbraio�, quando la polizia l’ha costretta a spogliarsi perch� i suoi abiti dovevano essere sequestrati. In carcere � rimasta �per 5 settimane senza cambiare le lenzuola� n� gli abiti. Fino a quando il consolato italiano � stato autorizzato a consegnarle un pacco con i ricambi di biancheria. Parla dei primi giorni in cella: �Al mio arrivo non mi hanno dato neanche il pacco con articoli per l’igiene intima personale che danno a tutti i detenuti. Mi sono trovata senza carta igienica, sapone e assorbenti. Perch� sfortunatamente avevo il ciclo�. Tutto questo fino al 18 febbraio, quando Ilaria Salis viene messa in cella con una ragazza ungherese (�che mi ha dato le cose di prima necessit�): �A giugno sono rimasta con 50 fiorini sul conto, cio� 12 centesimi di euro, e non ho potuto fare la spesa per un mese e mezzo�.
Il �trattamento�
Pochi giorni fa le immagini della detenuta in aula legata mani e piedi hanno fatto il giro del mondo. Ma � un trattamento che le � stato riservato ad ogni trasferimento: �Qui ti mettono un cinturone di cuoio con una fibbia a cui legano le manette�. Poi ci sono �due cavigliere di cuoio chiuse con due lucchetti�. Infine il �guinzaglio� a un polso, tenuto all’altra estremit� da un agente: �Si rimane legati cos� per tutta la durata dell’udienza�. La 39enne chiede aiuto ai legali italiani ma li invita alla prudenza: �Bisogna stare attenti che un’azione intrapresa a mio favore non abbia effetti indesiderati: non vorrei essere trasferita in un carcere magari pi� nuovo ma fuori citt� perch� sarebbe pi� complicato per gli avvocati e per la mia famiglia farmi visita�. Inoltre teme �ritorsioni finch� sono qui�.
La pulizia in cella
C’� poi il problema della cella. La 39enne denuncia di aver chiesto pi� volte gli �strumenti per pulire (mocio, paletta, secchio, scopetta per il wc)�, ma di non averli mai ricevuti: �Tra febbraio e marzo e tra luglio e agosto sono rimasta per 5 settimane senza ricevere il cambio delle lenzuola�. Spiega di aver cambiato cella 11 volte in otto mesi �e ogni volta mi sono dovuta spostare anche con il materasso�. Le porte restano chiuse �23 ore su 24�: �Le due finestre si aprono solo di qualche centimetro. E qui si sta in cella completamente chiusa, compreso lo sportellino ad altezza cintura da cui ti passano il cibo�. Poi descrive cimici e topi: �Per i primi tre mesi sono stata tormentata dalle punture delle cimici da letto che mi creavano una reazione allergica. Nelle celle e nei corridoi � pieno di scarafaggi. Invece in quello esterno, appena fuori dall’edificio, da cui dobbiamo passare per andare all’aria spesso si aggirano i topi (non di campagna)�. Quando viene fatta la disinfestazione �ci fanno uscire giusto il tempo di spruzzare il veleno�: �Faccio fatica a respirare, mi brucia il naso, mi gira la testa�.
L’ecografia
Prima di essere arrestata, in Italia, Ilaria Salis era stata visitata per un �nodulo benigno� che i medici le avevano comunque consigliato di tenere sotto controllo. Per questo il suo legale ungherese ha chiesto che venisse sottoposta a una ecografia. L’esame � stato effettuato �a met� giugno, in un ambulatorio�: �La dottoressa mi ha detto a voce che andava tutto bene. E che non dovrei svolgere ulteriori controlli, il che mi � sembrato strano, visto che diversi dottori in Italia mi hanno raccomandato di farli periodicamente�. Alla fine non riceve alcun referto scritto, neppure il suo legale.
I pasti
Senza soldi, senza la possibilit� di ricevere aiuti dall’esterno o dai famigliari, il solo modo di sopravvivere in cella � affidarsi a quanto viene fornito dal carcere: �Il carrello passa per la colazione e per il pranzo ma non per la cena�. A colazione �una fetta di salume, spesso in cattivo stato�. A pranzo due piatti, �sabato e la domenica solo uno�: �Brodi e zuppe molto acquose. Ma dove in compenso spesso si trovano pezzi di carta e di plastica, capelli o peli�. Per cena solo roba fredda: una scatoletta di pat� a base di carne o di pesce, oppure margarina, miele o marmellata: �Frutta e verdura sono completamente assenti�. In cella non � consentito cucinare, contrariamente a quanto avviene in Italia, e nei �pacchi� inviati dall’esterno non possono entrare cibi che non siano stati comprati nello �shop del carcere�.
La sveglia all’alba
La sveglia � �tutte le mattine alle 5.30, sabato e domenica alle 6�: �Dobbiamo alzarci e fare immediatamente il letto per poi rimanere chiuse nella cella senza fare niente tutto il giorno�. Quando le detenute vengono fatte uscire, in corridoio devono restare �rivolte verso il muro�. Ilaria Salis ha chiesto di poter partecipare alla scuola, ma le � stato impedito. A maggio � stata per� ammessa a un laboratorio �di attivit� manuali�. La corrispondenza � filtrata dalla direzione del carcere: �I colloqui sono due al mese di persona e due ore via Skype. Si svolgono in un parlatorio con il vetro di plexiglass in mezzo, in cui si parla con i telefoni�. Come in un regime di massima sicurezza.
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1 febbraio 2024 (modifica il 1 febbraio 2024 | 07:20)
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