Le lacrime di Zaccagni: «Dopo il gol non ho capito più nulla, gioia immensa che porterò sempre con me»

diPaolo Tomaselli, inviato a Lipsia

Mattia Zaccagni ha regalato il pareggio all'Italia con un colpo da biliardo al 98'. Un tito a giro alla Del Piero: «Era il mio idolo, nella mia stanza avevo il poster, ora ci sentiamo su Instagram»

Un tiro a giro come quelli di Insigne e Chiesa a Euro 2021, come quello di Del Piero al Mondiale 2006: per il suo primo gol in azzurro, Mattia Zaccagni decide di fare le cose in grande stile. Minuto 98, l’ultimo pallone prima del limbo dei ripescaggi è un colpo da biliardo nell’angolo opposto al portiere e l’Italia piange di gioia invece che di rabbia e frustrazione. Piange anche l’attaccante romagnolo: «È il mio primo gol in azzurro, una soddisfazione immensa. Una serata bellissima che porterò sempre con me. Meritiamo questo pareggio e di passare agli ottavi. Spalletti è stato bravo a creare questo gruppo, ha preso tutto quello che gli serviva e cercheremo di ripagarlo in campo».

Il futuro è ancora il tempo verbale di questa Italia, impaurita, rimpicciolita, ma capace di trovare dalla panchina la scintilla che mancava. Adesso quel che conta è che non sia un fuoco estivo, come quelli che nascono e muoiono sulla riviera romagnola dove Zaccagni è cresciuto: «Mi sono passate tante immagini per la testa — racconta l’esterno della Lazio — . In realtà non mi ero reso conto che era l’ultima palla della partita. Calafiori me l’ha data, non ci ho pensato e ho tirato. Poi la corsa, l’esultanza, lì poi non ho capito nulla, ero solo felice. Similitudini con Del Piero e il suo gol alla Germania? Alex è il mio idolo, avevo il suo poster in camera da bambino. L’ho visto a Coverciano prima di partire e ci siamo sentiti su Instagram».

La «terapia» dei numeri 10, convocati a bordo campo da Spalletti quindi ha funzionato: oltre a Del Piero, c’erano Totti, Baggio, Antognoni e Rivera. Qualcosa di tutta quella classe è rimasto a questa squadra, come un post-it sul frigorifero: ricordati ogni tanto della tua grandezza, neanche così antica visto che siamo campioni in carica.

E uno degli eroi di Wembley 2021, Jorginho è un esperto delle montagne russe di questo calcio fatto di emozioni fortissime come quella del Leipzig Stadion: «Il bello del calcio è quando vedi che le cose sono difficili e ci credi fino in fondo — dice l’italo-brasiliano — . Continui a lottare e non molli mai. Alla fine vieni ripagato. Spalletti ha detto che bisogna fare di più e ha ragione. Ma questo è un momento speciale e dobbiamo godercelo. Da domani ci sediamo e vediamo cosa c’è da fare. Il primo tempo abbiamo avuto più controllo, abbiamo sbagliato qualche uscita. Dobbiamo lavorare su questo. Il gol preso si poteva evitare, ma dopo siamo andati di orgoglio e siamo stati premiati».

Il futuro dice Svizzera, a Berlino, luogo del cuore. Ma il futuro dice anche Calafiori: decisivo con l’autogol alla Spagna e decisivo con l’azione per Zaccagni: «Avevo bisogno di dare qualcosa a questa Nazionale, non volevo fermarmi proprio adesso. L’azione del gol ce l’ha messa in testa il mister. A fine partita mi sono buttato a terra e non ho pensato a niente. È un’emozione difficile da spiegare, in questi giorni avevo tante cose dentro e volevo rifarmi dopo l’autogol. Così dopo il gol sono crollato a terra, felice».

25 giugno 2024

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