Come sta Djokovic? La lesione al menisco, il ritiro dal Roland Garros e i dubbi su Wimbledon

diMarco Calabresi

Dopo l'infortunio che ho ha costretto a ritirarsi dal Roland Garros (e che ha consegnato il n.1 a Sinner) Novak Djokovic deve decidere se operarsi o scegliere una terapia conservativa. I medici: «Wimbledon non è realistico». Potrebbe tornare per l'Olimpiade di Parigi

Senza Novak Djokovic, l'unico quarto di finale del tabellone maschile da vedere oggi sarà quello tra Sascha Zverev e Alex De Minaur. Il tedesco lo giocherà due anni dopo aver lasciato la caviglia destra sulla terra del Roland Garros, proprio come è successo a Nole col ginocchio della stessa gamba. Infortuni di diversa gravità, ma comunque una mazzata per il serbo, dopo due incredibili maratone contro Musetti e Cerundolo, a tre settimane da Wimbledon e a meno di due mesi dai Giochi Olimpici in programma sempre al Roland Garros

La lesione al menisco di Djokovic

Djokovic ha confermato di avere una lesione del menisco mediale del ginocchio destro, e dentro di sé sa di essere a un bivio: sa che si può impostare una terapia conservativa o scegliere di operarla, con la differenza ovviamente nei tempi di recupero e anche nella stabilità successiva. In Serbia, più che nel resto del mondo, si è scatenato il dibattito, anche perché Nole non solo dovrà conservare i punti della finale all'All England Club, ma è una concreta speranza di medaglia d'oro olimpica, e poi ci sarebbe anche da difendere un altro pacco di punti sul cemento americano (Cincinnati e US Open).

«Per Djokovic giocare a Wimbledon non è realistico»

Per questo, nelle trasmissioni del mattino della tv serba, c'è la sfilata di specialisti chiamati a dare una speranza ai tifosi serbi, o a toglierla. «L'intervento chirurgico al menisco può accelerare il recupero e il ritorno in campo, in casi estremi anche entro quattro settimane — ha spiegato il dottor Nemanja Slavkovic —. Ma se la riparazione del menisco è stata eseguita con l'intenzione di preservarlo, il periodo di trattamento può durare diversi mesi. È davvero difficile fare delle valutazioni, dipende da che infortunio si tratta. Se si decide per un trattamento incruento, temo che difficilmente riuscirà a ripetere l'intensità delle partite prima dell'infortunio. Se decide di sottoporsi a un intervento chirurgico, per rimuovere una parte del menisco, se quella parte non è troppo grande, è qualcosa che può portare a un recupero più veloce e cercare di entrare in un ritmo di allenamento che gli permetta di essere competitivo ai Giochi Olimpici. Penso che giocare a Wimbledon non sia realistico in nessuna variante».

Il precedente: l'operazione rinviata

C'è un precedente che riguarda Djokovic: nel 2017, dopo Wimbledon, Nole si fermò per tutto il resto della stagione, ma ci mise parecchio per scegliere di operarsi al gomito. «L'infortunio me lo portavo dietro da due anni e durante questo periodo ho visto molti dottori — scrisse all'epoca il campione serbo —. A dire il vero, c'erano molte opinioni diverse, diagnosi diverse, suggerimenti diversi. Non è stato facile per me scegliere quale strada intraprendere e cosa fare. Mi sono preso 6 mesi di pausa la scorsa stagione sperando di tornare completamente recuperato, ma sfortunatamente ho sentito ancora dolore. Pochi giorni fa, dopo gli Australian Open, ho accettato di fare un piccolo intervento medico sul mio gomito». Sette anni dopo, però, Nole non ha tutto questo tempo da perdere.

5 giugno 2024

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