Un Boeing 787 in volo (foto di Artturi Jalli/Unsplash)
L’Airbus A320 «targato» Ec-Jzi è uno dei 125 velivoli della flotta di Vueling, low cost di Iag, holding ispano-britannica proprietaria di British Airways e Iberia. Il jet staziona a Roma Fiumicino e connette la capitale italiana con diverse città europee. L’Airbus — che vola con la livrea giallo-grigia sin dal 2006 — non è di proprietà di Vueling ma di AerCap. E secondo gli addetti ai lavori il canone mensile di affitto di quel modello (e con quelle caratteristiche) oggi si aggira sui 150 mila dollari.
Quasi 500 società
L’irlandese AerCap è il colosso mondiale del settore con circa 1.900 aerei in portafoglio che hanno un valore di circa 60 miliardi di dollari. Assieme ad altre 488 aziende — comprese quelle che hanno un solo esemplare — «alimenta» le flotte delle compagnie, ovviamente dietro compenso. Tanto che la metà dei velivoli che ogni giorno ci portano da una parte all’altra d’Italia e del mondo — con le livree e i marchi storici delle aviolinee — è in mano proprio a chi, di professione, noleggia i jet.
I due leasing
Sono due, in particolare, i tipi di contratti: il leasing operativo e il leasing finanziario. Il primo è un accordo di breve-medio termine che consente al vettore di utilizzare l’aeromobile di un «lessor» senza possederlo, un modo per avere più flessibilità nella composizione della propria flotta e un indebitamento meno importante. Il leasing finanziario prevede che il «lessor» acquisti un velivolo scelto però dall’aviolinea che sarà anche l’utilizzatore reale in cambio di un canone di noleggio. Alla scadenza il vettore può prorogare il contratto o acquistare il jet.
Come agiscono i vettori
Le strategie, anche tra i colossi, sono differenti. Il primo vettore al mondo per dimensioni della flotta, American Airlines, conta 1.002 velivoli: di questi esattamente la metà sono in leasing (quasi tutti operativi). Alla parte opposta c’è Ryanair: la principale low cost d’Europa ha 530 Boeing (tra 737 classici e 737 Max) tutti di proprietà, mentre ha in leasing i 28 Airbus di Lauda Europe, contratti in realtà ereditati al momento dall’acquisizione del vettore fondato dall’ex pilota di Formula 1 Niki Lauda.
La flotta
Sui circa 26 mila aerei commerciali in attività questi giorni — esclusi quelli militari, cargo, privati — poco meno di 13 mila sono di proprietà dei cosiddetti «lessor», stando ai dati forniti al Corriere dalla piattaforma specializzata Ch-Aviation, per un valore complessivo di almeno 318 miliardi di dollari, stima la rivista di settore Airfinance Journal. Un aereo su dodici in volo sopra le nostre teste e adibito al trasporto passeggeri è di AerCap.
Per numerosità
La top ten dei (veri) padroni dei cieli è duplice. Da un lato quelli che hanno il maggior numero di aerei, dall’altro quelli che hanno la flotta con il valore di mercato più alto perché hanno esemplari più nuovi o più grossi. Nel primo caso dopo AerCap, al secondo posto compare Smbc Aviation Capital (sede irlandese, per questioni fiscali, ma proprietà giapponese) con 719 velivoli. Quindi un’altra irlandese, Avolon, con 576 aeromobili, superando così l’americana Air Lease Corporation (562).
Per valore
Nella classifica che guarda al valore, dopo AerCap e Smbc Capital (circa 29 miliardi di dollari) c’è l’americana Air Lease Corporation (quasi 27 miliardi) che stacca Avolon (poco meno di 22 miliardi). La statunitense Bbam e l’asiatica Boc Aviation (basata a Singapore) hanno un differente numero di velivoli — 481 il primo, 449 il secondo — ma se si valutano le flotte il numero è uguale: 19,2 miliardi di dollari.
Il caso russo
Quello del «lessor» è un’attività redditizia, ma non priva di rischi. Quando nel 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina e sono scattate le sanzioni, le società di noleggio occidentali non potevano più fare affari con le aviolinee della Federazione russa. Il risultato: 470 velivoli sono rimasti «ostaggio» a Mosca e dintorni e recuperarli è stato impossibile per diversi mesi, anche perché nel frattempo una legge nazionale ha autorizzato i vettori locali a ri-registrare i jet con «targhe» russe.
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14 dic 2023
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