� l’audizione parlamentare pi� vista nella storia: in pochi giorni un miliardo di volte, e non solo in America. � l’interrogazione delle tre presidenti di universit� di �lite — Harvard, Mit, University of Pennsylvania — sull’antisemitismo dilagante nei loro campus dopo il 7 ottobre, e la tolleranza da parte delle autorit� accademiche. Definita �un disastro di relazioni pubbliche� anche da una commentatrice favorevole alle tre leader come Michelle Goldberg del New York Times, quella sessione della Camera ha gi� portato alle dimissioni di una delle protagoniste: Elizabeth Magill , della University of Pennsylvania. Alla domanda se nel suo campus sia legittimo invocare il genocidio degli ebrei, ha risposto che �dipende dal contesto�. Quella e altre affermazioni dello stesso tenore sono suonate come conferme che i vertici degli atenei non hanno fatto nulla per frenare aggressioni verbali e fisiche contro gli studenti ebrei, in un clima in cui la strage di Hamas e il conflitto di Gaza hanno visto divampare l’ostilit� contro gli studenti ebrei nei campus.
Il caso antisemitismo nei campus Usa, scontro sulla «censura»
Dopo le dimissioni della rettrice per le frasi sul genocidio degli ebrei parte la controreazione: �Caccia alle streghe�. Ma la libert� d’espressione viene limitata quando sotto attacco sono altre minoranze

L’audizione delle rettrici al Congresso americano (Afp)
Ma il giorno dopo le dimissioni della Magill � partita una vasta campagna in sua difesa. La stessa Goldberg equipara l’audizione parlamentare alle famigerate indagini del maccartismo negli anni Cinquanta, la �caccia alle streghe� che bersagli� i comunisti o presunti tali. Altri denunciano le pressioni dal mondo dei mecenati: finanzieri miliardari come Ross Stevens, Bill Ackman e Jon Huntsman, sono fra quelli che hanno minacciato di revocare donazioni di centinaia di milioni alle universit� che tollerano l’antisemitismo.
La contro-reazione in difesa delle tre presidenti, e di tante altre universit� dove si respira la stessa atmosfera, invoca il Primo Emendamento della Costituzione che tutela la libert� di espressione. Altri per� osservano che le universit� americane hanno smesso da tempo di difendere la libert� di espressione, anzi la limitano severamente ogniqualvolta si dichiarino offese delle minoranze diverse dagli ebrei: per esempio gli afroamericani o i transgender. La censura ha colpito sistematicamente professori accusati di non essere allineati con le frange radicali.
La presidente della commissione parlamentare, Elise Stefanik, ha ricordato che la filosofa femminista Devin Buckley si vide cancellare una conferenza a Harvard (tema: il romanticismo britannico) per aver osato sfidare alcuni dogmi transgender. � andata peggio alla biologa Carole Hooven, come ricorda Bret Stephens sul New York Times: allontanata dal suo incarico a Harvard per avere sostenuto che esistono differenze biologiche tra maschio e femmina. Il MIT ha proibito una conferenza del geofisico Dorian Abbot perch� aveva criticato alcuni privilegi offerti alle minoranze protette nelle universit�. Yale aveva tolto dei corsi alla giurista Amy Chua, colpevole di aver appoggiato la nomina di un giudice conservatore alla Corte suprema. L’elenco delle censure e misure disciplinari si arricchisce da anni. Il Primo Emendamento � stata l’ultima delle preoccupazioni, in quei casi.
Le tre presidenti interrogate alla Camera erano di fresca nomina. Nessuno si aspetta che colpire alcuno di loro cambier� gli assetti di potere e le regole dominanti negli atenei. Tutt’e tre avevano ereditato un insieme di norme, consuetudini, e una potente burocrazia che le fa rispettare. La studiosa Heather Mac Donald del Manhattan Institute punta il dito sui programmi chiamati Diversity, Equity, Inclusion (Dei) e le burocrazie che li applicano. I comitati Dei sono delle potenze nel mondo accademico e non solo (esistono anche in molte aziende private), perch� hanno l’appoggio di leggi e regolamenti governativi. Nel nome della diversit� etnica e sessuale, e dell’inclusione di gruppi definiti come �vittime di oppressione� o marginalizzati, hanno imposto un elaborato sistema di tutele per questi gruppi, con l’esclusione di coloro che sono catalogati come privilegiati o peggio, oppressori.
Tra questi ultimi ci sono i bianchi ma anche gli asiatici, presi di mira per il loro formidabile successo accademico e professionale (cinesi e indiani hanno voti e stipendi superiori alla media americana). G li ebrei hanno sub�to un destino particolare. Ricorda Mac Donald: �Un tempo le universit� di �lite discriminavano gli ebrei perch� erano considerati degli outsider rispetto alla civilt� occidentale, oggi sono vituperati come un’espressione di quella civilt�, da parte di studenti che nelle aule imparano l’odio, apprendono che l’Occidente si basa sull’oppressione e il razzismo�.
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10 dicembre 2023 (modifica il 10 dicembre 2023 | 22:05)
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