Sondaggi choc in Gran Bretagna: «Tory spazzati via, premier fuori dal Parlamento e trionfo dei laburisti»
Alle elezioni che si terranno tra due settimane i laburisti potrebbero conquistare l'80 per cento del Parlamento. E la distanza tra i due fronti si allarga man mano che ci si avvicina alla data del voto, il 4 luglio
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA - Sono sondaggi-choc quelli che campeggiano stamattina sulle prime pagine dei giornali inglesi. Secondo una rilevazione, alle elezioni che si svolgono fra due settimane i laburisti conquisterebbero ben 516 seggi su un totale di 630 in palio (pari all’80% del Parlamento), mentre i conservatori verrebbero ridotti a un moncherino di soli 53 seggi.
Sarebbe la più grande sconfitta della Storia moderna per il partito del premier Rishi Sunak e la più grande maggioranza di governo da cento anni a questa parte. Quel che è peggio, lo stesso primo ministro non verrebbe rieletto in Parlamento: e sarebbe la prima volta che succede nella Storia britannica. Assieme a lui, verrebbero spazzati via da Westminster i tre quarti dell’attuale governo: un esito che, tra l’altro, restringerebbe di molto il campo dei candidati alla successione di Sunak.
Anche altri sondaggi sono concordi nell’assegnare ai laburisti una super-maggioranza, con previsioni che li collocano sempre oltre i 400 seggi: sono gli effetti perversi del sistema uninominale britannico, perché in termini di percentuali di voto i laburisti sono al 44 e i conservatori al 23.
Ma la tendenza è uniforme: man mano che ci si avvicina alla data del voto (il 4 luglio), la forbice fra i due partiti si sta allargando invece di restringersi.
La disfatta dei conservatori ha case remote e cause prossime. C’è l’insoddisfazione degli elettori per 14 anni di governo che hanno visto un peggioramento degli standard di vita, ma anche la disillusione verso un partito che ha bruciato la propria immagine di competenza fra gli scandali di Boris Johnson e il disastro finanziario di Liz Truss.
A tutto ciò si aggiungono le gaffe di Sunak in questa campagna elettorale, dall’abbandono delle cerimonie per lo sbarco in Normandia ai commenti fuori luogo sulle proprie presunte privazioni.
Infine la discesa in campo di Nigel Farage ha sottratto voti a destra (anche se lui potrebbe fallire per l’ottava volta il tentativo di farsi eleggere in Parlamento).
La super-maggioranza laburista comincia però a destare preoccupazioni: il nuovo governo avrebbe un margine di manovra così ampio da poter rimodellare a sua immagine lo Stato e le istituzioni britanniche, anche perché a Londra non esiste una Costituzione scritta e il primo ministro, specialmente con quei numeri, può fare quello che gli pare. Il nuovo leader, Keir Starmer, è noto per la sua cautela: ma saprà resistere alla tentazione di stravincere?