Svizzera, come gioca la prossima avversaria dell'Italia. Il c.t ha paura delle spie
La Svizzera si prepara all'ottavo di finale contro l'Italia nel quartier generale più antico» della Germania. Superata l'emergenza buche, adesso il c.t Murat Yakin ha un'altra paura: le spie
Lo Stadion auf der Waldau è il più antico di Germania. E si vede. La nazionale svizzera l’ha scelto come quartier generale per l’Europeo principalmente per una questione logistica: situato nella prima periferia di Stoccarda, in un bosco di frassini a 500 metri d’altezza e a quattro ore di macchina da Berna, è facilmente raggiungibile dai tifosi, che infatti non mancano e si fanno sentire con i tradizionali campanacci rossocrociati. «Battiamo l’Italia e arriviamo fino in fondo» arringa un sostenitore arrivato dal Canton Ticino. L’entusiasmo, dopo la mezza impresa dell’1-1 con i tedeschi padroni di casa, è alle stelle.
L'inconveniente del campo pieno di buche
Non tutto però è filato liscio: il campo di allenamento era talmente pieno di buche — tipo groviera — che era impossibile correrci sopra senza lasciarci una caviglia. È stato fatto rizollare e così per alcuni giorni la squadra si è dovuta spostare a mezz’ora di strada, su un campo alternativo. Non sembra però che l’inconveniente abbia creato problemi: la Nati che sfideremo sabato a Berlino negli ottavi è una delle sorprese del torneo. Ha un’anima italiana. Di più: bolognese. Ben tre i giocatori che con la maglia rossoblù hanno centrato la storica qualificazione in Champions: i centrocampisti Michel Aebischer e Remo Freuler oltre all’attaccante Dan Ndoye, autore del gol che ha mandato nel panico la Germania fino al pareggio al fotofinish di Fullkrug.
L'effetto Bologna
Nato da padre senegalese e madre svizzera a Nyon, a due passi dalla sede dell’Uefa, è esploso grazie a Thiago Motta. E ora ha addosso gli occhi di mezza Europa, inclusa l’Inter. «Siamo pronti» sorrideva in zona mista dopo l’ultima partita. L’effetto Bologna si fa sentire: con 7 fra gol e assist, è il club più decisivo ad Euro2024, davanti addirittura a Bayern e Real. Il gruppo degli «italiani» include anche il portiere interista Yann Sommer, uno dei simboli della squadra, l’ormai ex torinista Ricardo Rodriguez e l’attaccante milanista Noah Okafor, fin qui in panchina.
«L'albanese diventerà la quinta lingua nazionale»
In difesa spicca il talento di Akanji del City di Guardiola, mentre in mezzo al campo il leader è Granit Xhaka, uno dei tanti giocatori di origine albanese che hanno alzato il livello tecnico della squadra negli ultimi dieci anni. Oltre a lui, in rosa ci sono Xherdan Shaqiri e Ardon Jashari. «Prima o poi l’albanese diventerà la quinta lingua nazionale» ha sorriso il giorno delle convocazioni il c.t. Murat Yakin, nato a Basilea 51 anni fa da una famiglia di immigrati turchi, in carica dal 2021, dopo esser stato leader della difesa per un decennio dal ’94 al 2004.
Il punto di forza è l’organizzazione: la sua Svizzera si muove come un corpo solo, solida, compatta, andando al di là dei moduli tattici, che cambiano a seconda delle esigenze nel corso della partita. Il cliché dello svizzero buono solo a sciare è superato da un pezzo: da ormai quasi 15 anni è nella top 20 delle nazionali al mondo. Oggi è al 19°, solo nove posizioni dietro a noi. Ma lo sappiamo bene: ci hanno lasciato a casa dal Mondiale in Qatar.
La paura delle spie
«Contro l’Italia dovremo essere precisi ed efficienti, non vediamo l’ora che arrivi lo scontro. Finora molte cose hanno funzionato per noi, abbiamo un’ottima squadra» sorride Yakin, che però adesso ha paura delle spie: accanto allo stadio più vecchio di Germania sorge la Swr Television Tower, una torre alta oltre duecento metri dove chiunque può salire per vedere il panorama di Stoccarda, ma anche il campo d’allenamento. Un’eventualità che gli ha tolto il sonno. Anche perché nei giorni scorsi nel cielo sopra il centro sportivo svolazzava un drone misterioso, poi sparito. È dovuta intervenire anche la polizia. Succede, quando inizi a fare paura.