Liliana, l’ostetrica vestita da tanguera che ha fatto partorire una mamma bloccata nel traffico di Roma: “Tutto a mani nude”

Il traffico in tilt, una donna con un bimbo di 3 anni e una neonata pronta a nascere bloccata nella sua auto. La coincidenza. La fortuna: Liliana Evangelista, ostetrica, era a due passi. Pronta a intervenire.

Erano le 20 e nel buio, in mezzo al traffico di via dei Gracchi, grazie a lei, Liliana Evangelista, è nata una bimba. Come è andata?
“Ero vicino all’ingresso della clinica Santa Famiglia, dove lavoro, ma ero di riposo. Pensi che ero tutta elegante e mi stavo dirigendo a una serata danzante, di tango. Ho sentito un urlo a circa 200 metri dal parcheggio davanti al garage custodito. Mi sono avvicinata e ho visto in auto una coppia, con una donna prossima al parto, e un bambino di tre anni vicino a lei, il figlio maggiore”.

A quel punto si è avvicinata.

Attorno c’era molta gente che non sapeva cosa fare. Ho subito capito che non facevo in tempo ad arrivare in clinica. La bambina stava per nascere. Mi sono tolta il cappotto e ho assistito la partoriente a mani nude”.

Un parto in auto.
“Si, sul sedile anteriore”.

Ha chiesto aiuto anche ai suoi colleghi?
“Ho messo la bimba a contatto col corpo materno, cercando di ricreare l’ambiente della sala parto. Lavoro come ostetrica da 33 anni e ho esperienza. Al marito della signora ho poi chiesto di chiamare in clinica e ho fatto così arrivare le pinze per clampare il cordone. Ho infine messo una coperta attorno alla piccola per tenerla calda e siamo andati in clinica”.

Una situazione rocambolesca.
“Alla fine è andato tutto molto bene. Si è svolto tutto in un paio di minuti. La bimba, che si chiama Anya, era tonica, rosea e le sue ottime condizioni sono state confermate dalla visita neonatologica. L’abbiamo riscaldata ulteriormente e poi ci siamo occupate della mamma”.

Mai capitata una cosa del genere?
“Mai ed è stata un’emozione grandissima”.

Ha perso però la serata danzante.
“Quella si recupera. Un evento unico come quello capitato a me non capita invece tutti i giorni”.