Pavel Kotov, chi è l'avversario di Sinner al terzo turno del Roland Garros

diMarco Calabresi

Riecco Pavel Kotov sulla strada di Jannik Sinner. La morte del suo coach a 29 per un cancro, i regali ai genitori dopo la prima qualificazione al Roland Garros e la mamma diventata famosa

Un mese e due giorni dopo la vittoria a Madrid, in cui Sinner fece prendere paura a tutti dichiarando al mondo che c'era un problema alla sua anca destra, riecco Pavel Kotov sulla strada di Jannik. Il russo arriva alla rivincita del Roland Garros con il best ranking al numero 56 raggiunto lunedì, e con al seguito la mamma diventata famosa in questi giorni per essere stata ripresa mentre in tribuna cambia l'overgrip della racchetta del figlio.

Il feeling con l'Italia e il «no» agli Stati Uniti

Per Kotov non sarà la prima volta contro Sinner ma neanche contro un italiano, anzi: affrontare uno dei nostri è diventata un'abitudine. Quello di oggi (secondo match di un programma che sul Philippe-Chatrier inizierà alle ore 12 con Gauff-Yastremska) sarà il settimo duello nel solo 2024: il bilancio è di quattro vittorie contro Cobolli, Musetti, Sonego e Fognini, e due sconfitte, ancora contro Cobolli a Melbourne e contro Sinner a Madrid. E sempre dalle nostre parti Kotov ha vinto gli unici tre titoli a livello Challenger della sua carriera: due a Forlì (2021 e 2022) e uno a San Marino (2022).

Con l'Italia ha feeling, Pavel, arrivato a un passo dal trasferirsi invece negli Stati Uniti: a 18 anni la Cornell University gli offrì una borsa di studio, rifiutata. «Scelsi di restare perché gli Stati Uniti sono troppo lontani — ha raccontato —. In Europa basta qualche ora d'aereo e sei in Russia, mentre studiare a 12-13 ore di distanza di volo è un'altra cosa». Probabilmente, neanche Kotov si sarebbe aspettato di entrare stabilmente tra i primi 100 tennisti del mondo (e ora quasi tra i primi 50): per questo, ha ottenuto anche l'abilitazione a maestro di tennis.

L'aiuto dei magnati russi e la morte del coach a 29 anni per un cancro

Ad aiutarlo economicamente quando prize money dei tornei minori e piccoli sponsor non bastavano, ci pensarono due magnati russi, che erano già stati datori di lavoro del padre Vyacheslav, architetto. In campo, invece, lo aiutava Ivan Polyakov, il suo coach, scomparso però nel marzo del 2023 a causa di un cancro, quando aveva solo 29 anni. «È stato difficile per me riprendermi, ma sono ancora qui e ogni vittoria è dedicata a lui», ha raccontato Kotov. La diagnosi arrivò poco dopo il Roland Garros dell'anno prima, a cui Kotov si qualificò, comprando con i soldi guadagnati un iPhone 13 per sé, uno smartphone al padre e una pelliccia alla madre. Che, con le temperature invernali di questi giorni a Parigi e il torneo pesantemente condizionato dal maltempo, potrebbe sempre tornare utile.

Colpi pesanti da fondo e potenza per Pavel, alto un metro e 91 e che si porta dietro quasi 90 chili di peso. «La chiave del mio tennis? Fare meno colpi possibili». Quando altezza e peso erano inferiori, da bambino, il piccolo Kotov provò anche con la boxe, ma la madre scelse per lui. E da come gli cambia l'overgrip della racchetta sulle tribune di Parigi, non si può dire che non ci abbia creduto. 

31 maggio 2024

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