Regno Unito, trovato morto in un parco l'ex marine accusato di spionaggio a favore della Cina
Per la polizia il decesso, avvenuto in un parco di Maidenhead, a ovest di Londra, resta «senza spiegazione». Il 37enne era indagato dalla divisione anti-terrorismo di Scotland Yard
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
LONDRA — È una spy story degna di un romanzo di Le Carré: un ex Marine britannico è stato trovato morto ieri pomeriggio in un parco nella cittadina di Maidenhead, a ovest di Londra. Il militare era accusato di spionaggio a favore della Cina e venerdì sarebbe dovuto comparire in tribunale: per la polizia il decesso resta «senza spiegazione».
Ieri sera il Grenfell Park, nel centro di Maidenhead, era ancora isolato dalla polizia: al centro era stata eretta una ampia tenda nera della scientifica mentre numerosi agenti erano disposti ai quattro angoli del parco e nelle vie circostanti.
Le accuse
Il Marine, Matthew Trickett, di 37 anni, era stato accusato la scorsa settimana di «supporto a un servizio di intelligence straniera» — quello di Hong Kong, controllato dalla Cina — tramite «raccolta di informazioni, sorveglianza e atti di raggiro», oltre che di «interferenza straniera» che includeva «l’ingresso con la forza a un indirizzo residenziale britannico».
Trickett aveva servito nei Marines fra il 2007 e il 2013 e aveva fatto parte anche delle guardie di frontiera: adesso era il direttore di una agenzia di sicurezza privata. I parenti lo hanno descritto ai giornali inglesi come una persona «buona» e un «ragazzo normale», il cui servizio militare era una fonte di orgoglio per i familiari. Le accuse contro di lui erano il frutto di una indagine della divisione anti-terrorismo di Scotland Yard, rese possibile grazie a una nuova legislazione che ha ampliato il concetto di spionaggio. Assieme a Trickett, sono stati incriminati altri due uomini, di origine cinese.
Tensioni crescenti
Il caso arriva in una fase di crescenti tensioni fra Londra e Pechino: il governo britannico ha messo in guardia dalle minacce alla sicurezza nazionale che provengono dalla Cina, inclusi attacchi informatici ai danni di politici e dei sistemi elettorali. Questo mese hacker cinesi hanno violato la banca dati del ministero della Difesa, cosa che ha provocato la convocazione al Foreign Office dell’ambasciatore di Pechino, cui è stato rammentato che lo spionaggio e gli attacchi informatici sul suolo britannico sono inaccettabili.
I cinesi hanno respinto le accuse come «infondate e calunniose» e hanno ammonito Londra a non interferire con gli affari interni di Hong Kong. L’ex colonia britannica è tornata sotto la piena sovranità della Cina nel 1997, con la promessa che ne sarebbero state rispettate le libertà fondamentali. Così non è stato e la città è finita nella stretta repressiva cinese: decine di migliaia di cittadini di Hong Kong si sono rifugiati in Gran Bretagna negli ultimi anni grazie a una corsia preferenziale concessa loro da Londra per ottenere la cittadinanza.