Guerra Russia-Ucraina, Zelensky in Usa: “Fermare Putin, non fate il suo gioco”. Stallo Ue sull’adesione. Meloni: “Passo indietro sarebbe un errore”

«Ogni ritardo nel sostegno all'Ucraina fa il gioco di Vladimir Putin, lo Zar deve perdere e va fermato ora». All'inizio di una settimana cruciale nell'assistenza politica e finanziaria dell'Occidente all'Ucraina, Volodymyr Zelensky si è lanciato in un nuovo, deciso appello. Lo ha fatto da Washington, dove è volato dopo aver partecipato all'insediamento del neopresidente argentino Javier Milei, alla vigilia di un incontro con Joe Biden che si annuncia delicatissimo. E, dagli Usa, Zelensky ha di fatto lanciato l'ennesimo avvertimento anche all'Ue nella settimana in cui, al vertice dei 27, approderà il dossier dell'adesione dell'Ucraina. «La guerra della Russia è contro tutta l'Europa libera. Putin vuole dividere l'Europa per la prima volta dopo la caduta del muro di Berlino", sono state le parole del presidente ucraino. Zelensky, contrariamente a quanto previsto inizialmente, è arrivato a Washington già nella mattina di lunedì. Ha parlato alla National Defense University, dove tra l'altro ha incontrato il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin.

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«Putin sta cercando alleati all'estero e anche negli Usa, con la disinformazione. I ritardi di Capitol Hill fanno il suo gioco», ha sottolineato, annunciando che al presidente Biden comunicherà quali sono gli obiettivi dell'Ucraina per il 2024. Un anno cruciale per il futuro di Kiev, anche perché nel giro di sei mesi, vedrà andare al voto prima l'Europa e poi gli Usa. Alla National Defense University, in un Paese che a causa del veto repubblicano sta vedendo esaurirsi il flusso di aiuti militari per l'Ucraina, Zelensky ha rimarcato un concetto a lui caro sin dalle prime battute della guerra: «L'Occidente può contare sull'Ucraina e speriamo altrettanto di poter contare su di voi».

E dalla Casa Bianca una prima buona notizia è già arrivata al numero uno di Kiev, con il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, che ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti entro la fine del mese. «Il nostro sostegno è incrollabile», ha confermato Austin.

A migliaia di chilometri di distanza, nelle stesse ore, un'atmosfera forse più plumbea avvolgeva il dossier dell'assistenza a Kiev. In quello che un alto funzionario Ue ha definito come «il Consiglio europeo più difficile» l'Ue si appresta di fatto ad affrontare in un metaforico faccia a faccia Viktor Orban sul dossier allargamento. La bozza delle conclusioni, al momento, prevede l'approvazione del vertice Ue all'apertura dei negoziati d'adesione per Ucraina e Moldova. Ma è una bozza monca, perché l'Ungheria continua nel suo veto solitario. «L'unanimità è l'unanimità. È storia. Non c'è un piano B» sull'allargamento, hanno spiegato fonti dell'Ue non escludendo un prolungamento del vertice anche a sabato mattina. Se Budapest nelle prossime ore non cambierà posizione, l'idea dei vertici Ue è mettere sul tavolo del Consiglio europeo comunque il sì ai negoziati per l'adesione di Kiev, ponendo così il premier ungherese di fronte alla scelta di aprire, o meno, una crisi politica dagli esiti poco prevedibili.

«Capisco le difficoltà, ma sarebbe un errore fare un passo indietro. È giusto continuare a sostenere l'Ucraina», ha sottolineato la premier Giorgia Meloni alla presentazione di PhotoAnsa 2023. I temi su cui a causa di Budapest si rischia lo stallo totale sono in realtà due: all'allargamento si aggiunge quello della revisione del bilancio comune che prevede anche un'iniezione di risorse per l'Ucraina. Ma se sul secondo un accordo a 26, magari all'inizio del 2024, è in qualche modo possibile, sul primo non c'è alternativa all'unanimità. A margine del Consiglio Affari Esteri il titolare della diplomazia ucraina Dmytro Kuleba ha incontrato per la prima volta dall'inizio della guerra il suo omologo ungherese Péter Szijjártó. «Non è una questione tattica, l'Ue è impreparata» all'allargamento, ha sottolineato il fedelissimo di Orban. La partita resta tuttavia aperta. E al vertice di Bruxelles, senza più il suo alleato polacco Mateusz Morawiecki, il premier ungherese sarà di certo più solo.

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Mosca: da forniture armi occidentali no impatto significativo sul campo di battaglia

Le forniture di armi occidentali all'Ucraina non hanno un impatto significativo sul campo di battaglia e rinviano solo il crollo delle autorità di Kiev. Lo ha dichiarato, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa russa 'Tass', il primo vice rappresentante permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite Dmitry Polyansky. «Il regime ucraino, come un tossicodipendente morente, sopravvive oggi esclusivamente grazie alle elemosine occidentali, che vengono in gran parte rubate immediatamente, e alla fornitura di armi occidentali, che non hanno un impatto significativo sul campo di battaglia», ha detto parlando a una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. «Queste consegne non fanno altro che rimandare l'inevitabile collasso dell'attuale governo criminale, impopolare, completamente corrotto e nepotista di Kiev».

Fmi, la collaborazione con l'Ucraina continua
Georgieva riceve Zelensky: “L'economia di Kiev è forte”

Il Fondo monetario internazionale ha comunicato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky la volontà di continuare a collaborare con Kiev. «Abbiamo riaffermato la nostra stretta collaborazione sul programma economico sostenuto dall'Extended Fund Facility (EFF) da 15,6 miliardi di dollari, che fa parte di un pacchetto di sostegno internazionale da 122 miliardi di dollari. Questo programma è stato fondamentale per mantenere la stabilità macroeconomica e finanziaria e sostenere la ripresa in corso in Ucraina», ha dichiarato la direttrice del Fmi Kristalina Georgieva in una nota dopo il suo incontro a Washington con Zelensky. L'economia dell'Ucraina «sta registrando ottimi risultati, con una crescita del Pil che dovrebbe raggiungere almeno il 4,5% quest'anno. L'inflazione ha continuato a diminuire, raggiungendo un tasso annuo del 5,1% a novembre», ha detto ancora la numero uno del Fondo.