Ferraris (Fs): «Ricavi record a 15 miliardi abbiamo assunto 30 mila persone»
di Andrea Rinaldi
Quando effettuate o ricevete una chiamata al servizio clienti di Eni, Vodafone o Santander, è probabile che dall’altro lato della cornetta troviate un operatore di Konecta. Il gruppo, nato nel 2022 dalla fusione dell’italiana Comdata e della spagnola Konecta, vanta infatti fra i suoi clienti alcuni fra i più grandi gruppi europei. E ora, spiega il ceo per l’Italia Massimo Canturi, punta forte sul mercato nordamericano.
Da ex ceo e poi presidente di Comdata, quale bilancio trae dell’aggregazione con Konecta?
«Nel 2022 abbiamo avviato la ricerca di un alleato per accelerare la crescita di Comdata che già allora contava 950 milioni di ricavi, in buona parte generati all’estero. In Konecta abbiamo trovato il partner ideale, con dimensioni simili e una forte presenza sul mercato spagnolo e sudamericano. Alla luce della nostra complementarità, la combinazione è stata semplice e sta dando ottimi risultati».
Quali?
«A fine 2023 contavamo 130 mila dipendenti nel mondo, di cui 10 mila in Italia, e abbiamo superato la soglia dei due miliardi di fatturato, che ci colloca fra i primi cinque gruppi al mondo nel settore della gestione della relazione con i clienti per conto delle aziende. Ma l’ambizione è di scalare rapidamente questa classifica».
di Andrea Rinaldi
Come?
«Vogliamo rafforzare la nostra presenza sul mercato nordamericano e puntiamo a espanderci nei territori di lingua inglese attraverso la nostra controllata in Sudafrica. Se oggi i nostri clienti di riferimento sono banche, operatori di telecomunicazione ed energetici, in futuro vorremmo aggiungere al nostro carnet clienti globali come Netflix e Google».
La crescita in Nordamerica avverrà anche attraverso acquisizioni?
«È una delle opzioni allo studio per accelerare la crescita. Il mercato in cui operiamo vale circa 75-80 miliardi: siamo grandi relativamente ai nostri concorrenti, ma abbiamo ancora margine per crescere ulteriormente se si guarda alle dimensioni del mercato, che è in rapido consolidamento. Vogliamo esserne protagonisti, cogliendo le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale».
Cioè?
«L’intelligenza artificiale generativa avrà un impatto dirompente sulla nostra industria. Difficile dire quando e in che misura, il mercato è ancora in fase di test. Grazie a questa tecnologia le persone avranno la l’opportunità di eseguire task molto più complesse di quelle che conducono oggi e assisteremo alla nascita di nuove tipologie di attività. Sicuramente ci sarà un cambiamento importante; noi non vogliamo subirlo, ma guidarlo».
di Redazione Economia
In che modo?
«Abbiamo creato una divisione dedicata allo sviluppo di soluzioni digitali e, in particolare, di intelligenza artificiale. Questa divisione cresce in media del 20-25% all’anno e verrà rafforzata con un piano di investimenti ambizioso e con acquisizioni».
Che ruolo ha l’Italia in questo piano?
«Molto rilevante, centrale: già oggi il mercato italiano lato digital vale 30 milioni ed è il primo per il gruppo, ma puntiamo ad arrivare a 100 milioni entro il 2026. Oggi in Italia abbiamo circa 300 persone nella divisione digitale e l’obiettivo è superare i 1000 addetti nel giro di due anni. Le soluzioni sviluppate nel Paese saranno poi adottate in tutti i mercati dove opera Konecta».
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