Aborto nella Costituzione, voto storico in Francia. Ma è scontro col Vaticano

PARIGI - In tempi di revisionismo delle conquiste femminili, la Francia decidere di fare entrare nella Costituzione la “libertà garantita” all'interruzione di gravidanza. “Siamo all'avanguardia” sottolinea Yaël Braun-Pivet, aprendo il Congresso che oggi ha riunito a Versailles 925 deputati e senatori. La presidente dell'Assemblée Nationale - prima donna a guidare una riunione congiunta delle due Camere - ha guidato il solenne voto al quale erano chiamati i parlamentari francesi, dopo la convocazione decisa da Emmanuel Macron.

Il capo di Stato era assente, come prevede la procedura. Al suo posto, è stato il premier Gabriel Attal a difendere la modifica costituzionale, ottenuta dopo mesi di dibattito nelle due Camere. “Abbiamo un debito morale” ha sottolineato Attal ricordando decenni di “lacrime e sangue” delle tante donne costrette ad abortire in clandestinità. Il premier ha cominciato il discorso citando l'avvocata Gisèle Halimi, protagonista di epiche battaglie femministe, e poi Simone Veil, paladina della legge che ha legalizzato l'aborto nel 1975, quasi cinquant'anni fa. “Il diritto all'interruzione di gravidanza resta minacciato” ha proseguito Attal, citando le donne americane, ungheresi, polacche.

La modifica della Costituzione

E poi anche paesi più lontani come Iran e Afghanistan dove, nell'arco di una generazione, alcune conquiste sono state abolite dall'avvento di un nuovo ordine morale e religioso. “Il treno dell'oppressione può ripassare” ha allertato il premier. "La legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita per la donna di ricorrere all'interruzione volontaria della gravidanza”. E' questa la modifica all'articolo 34 ora inserita nella Costituzione. Dopo un lungo dibattito semantico, non è infatti il “diritto” all'aborto che entra nella Legge fondamentale, ma la “libertà garantita”.

Una parte della destra aveva provato a eliminare il riferimento a una "garanzia" o a inserire anche l'obiezione di coscienza dei medici. E' comunque un passo storico, anche se il compromesso raggiunto è diverso alla proposta di partenza di sinistra, associazioni e della scrittrice premio Nobel Annie Ernaux, citata nel discorso di Attal per il suo romanzo “L'evento”, sconvolgente testimonianza di un aborto clandestino. La modifica blinda il diritto all'aborto: qualsiasi governo intenzionato in futuro a limitare l'accesso all'aborto in parlamento si vedrebbe censurato dal Consiglio Costituzionale. La gigantesca sala del Midi nell'antica reggia della monarchia, dove dal 1871 si riunisce il Congresso dei parlamentari, ha approvato la modifica tra applausi, momenti di emozione, accessori verdi usati per segnalare il colore usato nelle lotte in difesa di questo diritto.

L’opposizione della destra

La maggioranza necessaria (tre quinti dei voti) è stata superata: 780 favorevoli, e solo 72 contrari. Chi si è opposto viene soprattutto dalla destra, tra i Républicains e qualche deputato del Rassemblement National. Marine Le Pen ha votato a favore ma ha contestato la necessità di questa garanzia costituzionale. “Voteremo a favore della costituzionalizzazione dell'aborto, anche se l'accesso a questo diritto in Francia non è minacciato” ha commentato Le Pen entrando a Versailles. All'esterno manifestavano un centinaio di attivisti di associazioni pro-life.

Lo scontro col Vaticano

“Non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana" ha ammonito il Vaticano tramite la Pontificia Accademia per la Vita che ha sostenuto la posizione espressa dalla Conferenza episcopale francese. I vescovi d'Oltralpe hanno lanciato un appello a un momento di “digiuno e preghiera”. "Di tutti i Paesi europei, la Francia è l'unico dove il numero di aborti non cala ed è anche cresciuto negli ultimi due anni" si legge in una nota firmata, in particolare, dal presidente della Conferenza, Eric de Moulins-Beaufort. Più dell'ottanta per cento dei francesi era favorevole all'iscrizione dell'aborto nella Costituzione. Per celebrare questo momento storico, la diretta del voto a Versailles è stata ritrasmessa sulla piazza del Trocadéro e sullo sfondo la Tour Eiffel si è illuminata. “Fierezza francese, messaggio universale” ha commentato Macron. L'ultimo sigillo per la modifica alla Costituzione spetterà al capo dello Stato che ha dato appuntamento venerdì, 8 marzo. Un altro simbolo.