Germania, nuovo schiaffo a Macron: mai le truppe in Ucraina. E Scholz rinnova il no ai Taurus

È un chiaro “nein”. E un nuovo schiaffo della Germania alla Francia. Berlino non manderà truppe della Bundeswehr in Ucraina: “un’ipotesi del genere non esiste”, ha puntualizzato il vicecancelliere Robert Habeck in risposta all’idea di Emmanuel Macron di una coalizione dei volenterosi che spedisca soldati nel Paese martoriato dalla guerra russa. E il politico verde ha aggiunto una coda velenosa in direzione Eliseo: “Mi da piacere che la Francia stia riflettendo su come aumentare il suo sostegno all’Ucraina, ma se posso permettermi un consiglio - dia più armi”.

Anche Olaf Scholz ha già respinto l’idea di una coalizione dei volenterosi che garantisca un impegno boots on the ground, come viene chiamato in gergo, a Kiev. Il baratro che si è aperto da mesi tra Parigi e Berlino non accenna a chiudersi. E l’accenno ironico di Habeck agli scarsi contributi francesi in direzione Kiev non è casuale.

Da settimane Scholz e Macron litigano dietro le quinte sugli aiuti all’Ucraina, anche a Bruxelles, dove la Germania preme per ridurre la propria quota nei fondi europei per Kiev sostenendo di essere già il maggiore contribuente in Europa al livello bilaterale. Mentre la Francia, irritata per gli acquisti degli F35 americani da parte della Germania, insiste perché l’Europa compri armi dall’industria del continente.

Ma a proposito di armi, il cancelliere è reduce da una nuova bufera scoppiata a Berlino, anche nella sua maggioranza, dopo il suo ennesimo rifiuto, stavolta argomentato, di garantire i missili a lungo raggio Taurus all’Ucraina. Gli argomenti addotti da Scholz non reggono, sostengono sia la Fdp sia i verdi, che li hanno smontati senza pietà. Ma persino Macron si è concesso da Parigi una bacchettata sui Taurus.

“La Germania è il più grande contributore in Europa dell’Ucraina dal punto di vista militare”, ha argomentato Scholz su X. Ma “è chiaro che non diventeremo un partito nella guerra - né direttamente, né indirettamente”. I missili Taurus, sostiene Scholz, “sono armi a gittata molto lunga”, ossia 500 km, che richiedono l’invio di soldati tedeschi in Ucraina. E ciò è escluso. Ma il cancelliere non si fiderebbe neanche di addestrare militari ucraini a usare i Taurus, questo il sottotesto quando ne sottolinea la portata doppia o tripla rispetto ai missili inviati dagli altri alleati Nato. I Taurus potrebbero penetrare profondamente nel territorio russo, questo il timore di Scholz. In un’intervista alla Dpa ha argomentato che “ciò che può essere fatto da francesi o britannici nel direzionare (i missili, ndr) o nell’accompagnamento al direzionare, non può essere fatto dalla Germania”.

Immediata e durissima la reazione della sua stessa coalizione semaforo. La presidente della Commissione difesa del Bundestag, Marie-Agnes Strack-Zimmermann (Fdp), si è detta “sconcertata” delle parole del cancelliere. “E’ falso”, ha aggiunto, che i Taurus richiederebbero l’invio di soldati tedeschi in Ucraina. E il verde Anton Hofreiter l’ha sbugiardato ancora più duramente. “È falso” ciò che sostiene il cancelliere: 260 missili Taurus sono stati già forniti alla Corea del Sud e 43 alla Spagna, ha ricordato. E senza l’accompagnamento di soldati tedeschi. Anche dall’opposizione è arrivata una pioggia di critiche, tra l’altro dall’esperto di politica estera, il parlamentare della Cdu Norbert Roettgen: Scholz “offende i nostri più alleati più stretti”, ha commentato su X.

L’alleato più stretto in assoluto, Macron, si è concesso una battuta persino sui balbettii di Scholz sui Taurus: “Tanti che oggi dicono ‘mai, mai’, erano gli stessi che due anni fa dicevano ‘mai, mai panzer’ e ‘mai, mai aerei da combattimento’”. Il capo dell’Eliseo ha ricordato da Parigi “cosa dicevamo due anni fa: daremo sacchi a pelo ed elmetti”. E invece.